(IV)

La residenza abituale del convenuto nel processo di divorzio:

sulla rilevanza dell’animus revertendi.

Il caso risolto dalla Cour de cassation francese con sentenza del 14 dicembre 2005

 

Il caso in esame concerne l’interpretazione dell’art. 2 del Regolamento (CE) n. 1347/2000 del Consiglio, del 29 maggio 2000, relativo alla competenza, al riconoscimento e all’esecuzione delle decisioni in materia matrimoniale e in materia di potestà dei genitori sui figli di entrambi i coniugi. Tale regolamento è stato, come si sa, sostituito dal Regolamento (CE) n. 2201/2003 del Consiglio, del 27 novembre 2003, relativo alla competenza, al riconoscimento e all’esecuzione delle decisioni in materia matrimoniale e in materia di responsabilità genitoriale, che abroga il regolamento (CE) n. 1347/2000, applicabile dal 1° marzo 2005 (questo regolamento viene usualmente denominato «Bruxelles II bis»).

La questione qui discussa si può però riproporre in termini assolutamente identici per il nuovo regolamento.

Essa ha tratto all’interpretazione del concetto di residenza abituale del convenuto, che compare ora nell’art. 3 del regolamento del 2003, a mente del quale, in un procedimento di quelli di cui allo strumento normativo in oggetto (nella specie: divorzio), sono competenti a decidere le autorità giurisdizionali dello Stato membro (tra l’altro) nel cui territorio si trova «la residenza abituale del convenuto».

 

Nel caso in esame si presentano i seguenti elementi di fatto:

·        I coniugi sono entrambi cittadini britannici.

·        Si sono sposati il 12 giugno 1987.

·        Dal matrimonio è nata una figlia il 20 maggio 1988.

·        Il marito, residente a Londra, propone il 17 marzo 2004 domanda di divorzio in Francia, dinanzi al tribunale di Grasse.

·        Il tribunale di Grasse si dichiara incompetente.

·        La corte d’appello (di Aix-en-Provence, il 18 novembre 2004) conferma la decisione di primo grado.

·        Dalla lettura della sentenza di cassazione si desume che la corte d’appello ha fondato la sua decisione sui seguenti motivi:

§       la moglie, residente come il marito a Londra, era venuta a stabilirsi in Francia «en février 2003 pour accompagner et prendre soin de l’enfant commun, scolarisé à Mougins», per un periodo che, secondo le previsioni, si sarebbe dovuto protrarre fino al settembre 2004;

§       peraltro, la moglie aveva «conservé son domicile personnel et fiscal à Londres, qu’elle est toujours inscrite sur les listes électorales à Londres, qu’elle a conservé et utilisé pendant la période litigieuse plusieurs comptes bancaires en Angleterre qu’elle a continué à être suivie par ses médecins et dentistes londoniens, tout comme Francesca, même si l’une et l’autre ont consulté en France, qu’elle a continué à fréquenter le même coiffeur, le même opticien, que les chiens ont été suivis par leurs vétérinaires anglais».

·        La Cassazione, con sentenza 14 dicembre 2005, conferma la decisione d’appello.

 

Dalla motivazione della sentenza di legittimità desumiamo che i motivi di ricorso sono due.

 

Il primo di essi è articolato nei tre distinti punti seguenti.

·        (1) Occorre fare applicazione dell’art. 2 del regolamento 29 maggio 2000, che fonda la competenza giurisdizionale sulla residenza abituale del convenuto.

§       Tale espressione deve essere intesa «selon la finalité que lui attribue ce texte, à savoir permettre au demandeur de saisir le tribunal du lieu où ce défendeur réside en permanence à l’époque de cette saisine». I giudici di merito, invece, si sono limitati  a trasporre in questa materia «la jurisprudence par laquelle la Cour de justice des Communautés européennes a défini cette notion dans d’autres domaines et notamment en droit social».

·        (2) La nozione di residenza abituale ex art. 2 cit. si distingue da quella di domicilio, cui ad es. fanno riferimento la convenzione di Bruxelles del 27 settembre 1968, o il regolamento del 22 dicembre 2000 [regolamento del Consiglio (CE) n. 44/2001, concernente la competenza giurisdizionale, il riconoscimento e l’esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale], art. 2. Essa implica solo la volontà di conferire alla fissazione della residenza un carattere stabile durante una certa durata prevista, ma non l’intenzione di permanere in quel luogo «définitivement et sans esprit de retour». Ne consegue che «l’installation temporaire prévue pour une certaine durée et non de façon purement précaire caractérise la résidence habituelle au sens de ce texte».

§       Ora, sempre secondo le difese del marito, ricorrente in Cassazione, nella specie, la corte d’appello aveva constatato :

·       che la moglie era venuta a stabilirsi in Francia «en février 2003 pour accompagner et prendre soin de l’enfant commun, scolarisé à Mougins», per un periodo che, secondo le previsioni, si sarebbe dovuto protrarre fino al settembre 2004,

·       essa conduceva una «vie sociale importante»,

·       essa aveva inoltre «cherché à perfectionner sa connaissance du français», «ouvert des comptes en banque en France», «fait connaître son adresse en France» ed aveva acquistato una «voiture immatriculée en France».

§       Secondo la difesa della parte ricorrente, quindi, questi elementi avrebbero dimostrato che la moglie «avait donné à son installation prévue pour dix-huit mois un caractère de stabilité objective», poco rilevando il fatto che la medesima avesse anche conservato «des contacts réguliers à Londres en raison de son intention d’y retourner à l’expiration de la durée prévue».

§       In considerazione di quanto sopra, secondo parte ricorrente, la corte d’appello, che aveva dichiarato l’incompetenza del tribunale del luogo in cui si trovava la moglie, sulla base del rilievo che la stessa aveva  «toujours eu l’intention de retourner à Londres», ciò che avrebbe escluso la possibilità di ravvisare, secondo il giudice di merito, una residenza abituale, avrebbe violato l’art. 2 del regolamento del 29 maggio 2000.

·        (3) Sempre secondo parte ricorrente, la nozione di residenza abituale ai sensi dell’art. 2 cit. non esige un carattere esclusivo, ma solo un «rattachement objectif réel et sérieux», e può dunque concorrere con una residenza in altro Paese.

 

La Cour de cassation rigetta il ricorso, argomentando come segue.

·        «La résidence habituelle, notion autonome du droit communautaire, se définit comme le lieu où l’intéressé a fixé, avec la volonté de lui conférer un caractère stable, le centre permanent ou habituel de ses intérêts».

·        La sentenza impugnata, «après avoir relevé que la compétence des juridictions françaises ne pouvait être fondée que sur la résidence habituelle du défendeur, a fait application de cette définition».

·        La corte d’appello ha «souverainement relevé, d’une part, que le séjour en France de Mme Mc Y..., dans la résidence secondaire de la famille, était temporaire et avait pour but principal d’aider l’enfant commun à poursuivre momentanément sa scolarité en France et, d’autre part, qu’il ne ressortait pas des pièces produites, notamment par l’épouse, que celle-ci ait eu la volonté de transférer en France le centre habituel et permanent de ses intérêts».

·        Così operando, la corte d’appello «en a exactement déduit, sans méconnaître l’article 2 du Règlement CE n° 1347 du 29 mai 2000 alors applicable, que le juge aux affaires familiales français était incompétent pour connaître de l’action en divorce».

 

Passando al secondo motivo, articolato in quattro punti, la Corte, con le seguenti poche righe, stabilisce quanto segue.

·        «Sur le second moyen, pris en ses quatre branches, tel qu’il figure au mémoire en demande et est reproduit en annexe :

·        Attendu que M. X... reproche encore à l’arrêt attaqué d’avoir confirmé l’ordonnance par laquelle le juge aux affaires familiales s’est déclaré incompétent ;

·        Attendu que c’est dans l’exercice de son pouvoir souverain d’appréciation des éléments de preuve et par une décision motivée que la cour d’appel, qui n’était pas tenue de suivre les parties dans le détail de leur argumentation, a estimé que les documents invoqués par l’époux et, notamment, les relevés émanant d’établissements bancaires français, ne pouvaient constituer la preuve de l’intention de Mme Mc Y... de fixer sa résidence habituelle en France, de sorte que le moyen ne peut être accueilli en aucune de ses branches ;

·        PAR CES MOTIFS :

·        REJETTE le pourvoi ;

·        Condamne M. X... aux dépens».

 

In conclusione, può rilevarsi che i temi che vengono in considerazione nel caso di specie sono sostanzialmente tre:

·        grado ed intensità della stabilità della residenza (nel senso che essa si debba prospettare, o meno, come tendenzialmente in via definitiva fissata in quel certo luogo);

·        rilievo (o meno) dell’animus revertendi in un’altra residenza;

·        necessità o meno del carattere esclusivo della residenza abituale.

 

Mentre sui punti a) e b) la Cassazione prende una posizione netta, rispondendo in maniera positiva ai quesiti sopra prospettati, relativamente all’interrogativo sub c) non vengono espressamente avanzate soluzioni. Peraltro sembra possibile dedurre, sulla base delle considerazioni svolte in motivazione, che la Corte parta dal presupposto che la residenza abituale non possa essere se non una sola.

 

* * *

 

Potrà essere utile a questo punto inserire qualche notazione pratica circa le modalità di reperimento della sentenza sopra esaminata.

Il sito cui fare riferimento è quello, curato dal Ministero della giustizia francese, denominato Legifrance, nel quale è possibile effettuare una recherche experte giurisprudenziale, alla pagina seguente:

http://www.legifrance.gouv.fr/initRechExpJuriJudi.do.

 

        A questo punto, se si è interessati alla ricerca di precedenti sul regolamento di Bruxelles relativo alla materia delle decisioni in tema di divorzio, si potranno inserire, nella parte concernente la ricerca per parole testuali, le espressioni règlement, bruxelles e divorce, che lo schema predisposto dal sito provvede per default a inserire con l’operatore logico booleano and (et).

 

Texte intégral de la décision, sommaire et titre Texte intégral Sommaire Titre

 

 

 

 

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