INDIRIZZO DI
SALUTO PRESENTATO
A NOME DELL’UNIONE INTERNAZIONALE DEI
MAGISTRATI
AL CONGRESSO NAZIONALE
DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE MAGISTRATI
SUL TEMA: «I MAGISTRATI E LA FORZA DEL
RINNOVAMENTO»
ROMA, 26 NOVEMBRE 2010
Caro Presidente,
Cari Colleghi,
Il mio compito è quello di portarVi i saluti
dell’Unione Internazionale dei Magistrati, anche a nome del Segretario
Generale, Antonio Mura, fuori sede per impegni istituzionali.
E’ dunque un onore per me porgere in questa sede il
saluto e gli auguri dell’Unione
Internazionale dei Magistrati e dell’Associazione
Europea dei Magistrati, Gruppo Regionale Europeo dell’U.I.M. per cui
lavoro, su mandato dell’A.N.M., da oltre vent’anni e di cui dal 1994 mi onoro
di essere Segretario Generale Aggiunto.
L’U.I.M., fondata nel 1953 da un gruppo ristrettissimo
di Associazioni Nazionali di Magistrati (6), tra cui l’A.N.M., è arrivata in questi
ultimi anni ad abbracciare 74 Associazioni di Magistrati di 74 Paesi di tutti i
5 continenti.
L’U.I.M. è un’organizzazione non governativa, la cui
appartenenza è aperta non già a singoli Magistrati, ma ad Associazioni
Nazionali rappresentative dei poteri giudiziari dei rispettivi Paesi. Proprio
la rappresentatività è una delle caratteristiche prese in considerazione per
l’ammissione a tale Unione. Altro requisito è che nei rispettivi Paesi sia
garantita l’effettiva presenza di una situazione di indipendenza della
Magistratura, o che, quanto meno (e ciò per ottenere lo statuto di membro
straordinario) l’Associazione che intende aderire dimostri di lottare per
l’effettivo conseguimento di una situazione di indipendenza del potere
giudiziario.
E la salvaguardia dell’indipendenza della Magistratura
nei vari ordinamenti del mondo costituisce proprio lo scopo più rilevante
dell’U.I.M., che la nostra organizzazione persegue mercé lo svolgimento di un’intensa
attività a vari livelli.
L’U.I.M. è governata da un Consiglio Centrale,
composto dei delegati di tutte le Associazioni appartenenti all’Unione, nonché
dal Comitato di Presidenza, composto da un Presidente e da sei Vice Presidenti,
eletti ogni due anni dal Consiglio Centrale.
L’attività culturale
dell’U.I.M. si svolge attraverso quattro Commissioni
di Studio, che ogni anno approfondiscono un particolare problema scelto
all’interno dei seguenti settori:
- Ordinamento giudiziario (Prima
Commissione);
- Diritto civile e procedura
civile (Seconda
Commissione);
- Diritto penale e procedura
penale (Terza
Commissione);
- Diritto pubblico, diritto
del lavoro e della previdenza sociale (Quarta
Commissione).
All’interno dell’U.I.M.
esistono poi quattro Gruppi
Regionali, la cui funzione è quella di approfondire l’esame delle
specifiche questioni attinenti all’indipendenza del Potere Giudiziario nei vari
continenti.
I Gruppi Regionali sono i
seguenti:
a) G.R. Europeo
(o Associazione Europea dei Magistrati);
b) G.R. Ibero
Americano;
c) G.R. Africano;
d) G.R. dell’Asia,
Nord America e Oceania (A.NA.O.).
L’Unione Internazionale
possiede lo statuto consultivo presso le Nazioni Unite, nonché presso il
Consiglio d’Europa, dove ha ottenuto lo stato di osservatore ai lavori del
Consiglio Consultivo dei Giudici (CCJE) e
della Commissione Europea per l’efficacia della giustizia (CEPEJ),
fornendo a più riprese pareri ed esperti per l’attività del Consiglio d’Europa
e dell’Unione Europea nel campo della giustizia in tutto il nostro continente.
I legami tra A.N.M. e
U.I.M. sono antichi, solidi e proficui.
Antichi, perché, come già
detto, l’Italia è uno dei sei originari fondatori dell’U.I.M. ed ha ottenuto
che statutariamente la sede dell’U.I.M. fosse situata perennemente proprio in
Italia, a Roma.
Solidi, perché per oltre
mezzo secolo l’A.N.M. ha fornito all’U.I.M. tutti i Segretari Generali ed i
loro aggiunti: e sul punto occorre dire che la Magistratura Associata italiana
ha sempre saputo assicurare un impegno, al di là delle sue componenti, corale,
costante, qualificato ed altamente apprezzato da tutti i colleghi stranieri.
Voglio ancora aggiungere che l’U.I.M. esprime qui per mia bocca la sua
incondizionata gratitudine verso l’A.N.M. per il sostegno fornito in termini
non solo di personale e di strutture, ma anche di contributo economico per le
spese del Segretariato Generale che, come detto, ha statutariamente la sua sede
in Italia.
Proficui, perché, nei
dibattiti in seno alle Commissioni di Studio ed al Gruppo Europeo (il cui
Presidente – il Collega austriaco Gerhard Reissner – sarà qui dopodomani per
partecipare alla tavola rotonda sui profili europei della nostra attività),
l’Italia ha sempre fornito un contributo culturale di rilievo, ampiamente
ricambiato in termini di apprezzamento, scambio di esperienze ed emanazione di
risoluzioni anche in relazione alla peculiare situazione del nostro Paese.
Sì, perché, malgrado le
vicissitudini che da decenni investono i rapporti tra i poteri nel nostro sistema,
l’ordinamento italiano continua ad essere visto e percepito all’estero come un
modello di riferimento: basterà citare in proposito il contributo fornito al
dibattito europeo sulle strutture di autogoverno della Magistratura, culminato
nell’adozione, da parte dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, nel
settembre 2009, di una risoluzione (la 1685: «Allegations
of politically motivated abuses of the criminal justice system in Council of
Europe member states»), che ha espressamente invitato – oltre tutto in
termini assai perentori – la Germania a dotarsi di un C.S.M. «along the lines
of the judicial councils existing in the vast majority of European states, as a
matter of securing the independence of the judiciary in future».
Permettetemi ancora di
citare, in questo quadro, il contributo fornito dall’esperienza italiana e
dalla stessa U.I.M. nella redazione, nel 1998, della Carta Europea sullo
Statuto del Giudice (alla cui redazione diede un fattivo contributo il
compianto collega ed amico Massimo Bonomo, Segretario Generale dell’U.I.M.),
approvata dal Consiglio d’Europa e, tra il 2009 e il 2010, nella
preparazione, da parte di una commissione di esperti, del progetto preliminare
della nuova raccomandazione del Consiglio d’Europa approvata dal Comitato
dei Ministri il 17 novembre u.s.: «Recommendation
CM/Rec(2010)12 of the Committee of Ministers to member states on judges:
independence, efficiency and responsibilities». Raccomandazione
all’elaborazione della quale tre rappresentanti dell’U.I.M. (tra cui chi vi
parla) hanno contribuito in seno alla Commissione
d’Esperti nominata all’uopo dal Consiglio d’Europa.
L’U.I.M. è costantemente al
fianco dell’A.N.M. nelle battaglie che quest’ultima sta conducendo sul versante
della salvaguardia dell’indipendenza della Magistratura nel nostro Paese.
Basterà ricordare la risoluzione adottata dall’A.E.M. a Valle de Bravo il 31
ottobre 2004 («Resolution
Concerning the Judicial Reform Proposed by the Italian Government») e il
successivo messaggio trasmesso dall’allora Presidente dell’A.E.M. ai Presidenti
dei due Rami del Parlamento italiano, con il quale, esprimendo viva
preoccupazione per gli sviluppi del progetto governativo di riforma
dell’ordinamento giudiziario, veniva trasmessa la predetta risoluzione.
Risoluzione in cui, tra
l’altro, si legge che «L’attuale sistema giudiziario italiano è stato preso a
modello in numerosi altri Paesi europei (…) in quanto è sicuramente uno dei più
in linea con gli standard internazionali previsti dai documenti internazionali
come, ad esempio, i Principi
fondamentali sull’indipendenza della magistratura fissati dalle Nazioni
Unite (1985), la Raccomandazione
n. R (94) 12 del Consiglio dei Ministri del Consiglio di Europa agli Stati membri
sull’indipendenza, l’efficienza e il ruolo dei giudici (1994), la Carta
europea sullo statuto dei giudici del Consiglio d’Europa (1998), lo Statuto
del giudice in Europa fissato dall’Associazione Europea dei Magistrati (E.A.J.)
e lo Statuto universale del
giudice elaborato dall’Unione Internazionale dei Magistrati (I.A.J.)».
Permettetemi di citare
ancora la risoluzione approvata
non più di 15 giorni fa a Dakar sia dall’U.I.M. che dall’A.E.M. sul tema degli
interventi in tema di riduzione dei salari, che interessano non solo il nostro
Paese, ma anche svariate altre realtà nazionali del nostro continente.
Gli studi condotti in seno
alla Prima
commissione dell’U.I.M. hanno portato recentemente all’elaborazione di una
dettagliata serie di criteri indicatori della presenza di una situazione di
effettiva indipendenza del potere giudiziario nei vari Paesi.
Cari Colleghi è impossibile
in questa sede riassumere un’attività che abbraccia oltre mezzo secolo: per
questo vi invito a visitare il sito web dell’U.I.M. (www.iaj-uim.org), dove troverete anche le
conclusioni delle quattro Commissioni di studio dal 1980 ad oggi (http://www.iaj-uim.org/site/modules/mastop_publish/?tac=15).
Con queste brevi notazioni
mi è gradito formulare a quest’Assemblea i più sinceri voti di un proficuo
lavoro nell’interesse della comune causa della salvaguardia, ad ogni costo, del
valore fondamentale dell’indipendenza della magistratura, tenendo ben presente
che la «forza del rinnovamento», cui opportunamente il titolo del Vostro (del
nostro!) congresso fa richiamo, passa inevitabilmente per la strada della
cooperazione Europea e di quei veri e propri «stati generali» della
Magistratura Europea e Mondiale, che l’Unione Internazionale dei Magistrati e
l’Associazione Europea dei Magistrati da tanto tempo incarnano.
Grazie