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Regolamento (CE) n. 1347/2000 del Consiglio
del 29 maggio 2000
relativo alla competenza, al riconoscimento e all'esecuzione delle
decisioni in materia matrimoniale e in materia di potestà dei genitori
sui figli di entrambi i coniugi
IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,
visto il trattato che istituisce la Comunità europea, in particolare
l'articolo 61, lettera c), e l'articolo 67, paragrafo 1,
vista la proposta della Commissione(1),
visto il parere del Parlamento europeo(2),
visto il parere del Comitato economico e sociale(3),
considerando quanto segue:
(1) Gli Stati membri si prefiggono l'obiettivo di conservare e sviluppare
l'Unione quale spazio di libertà, di sicurezza e di giustizia nel quale
sia garantita la libera circolazione delle persone. Al fine di realizzare
tale spazio la Comunità deve adottare, tra l'altro, nel settore della
cooperazione giudiziaria in materia civile, i provvedimenti necessari per
il buon funzionamento del mercato interno.
(2) Il buon funzionamento del mercato interno presuppone che sia
migliorata ed accelerata la libera circolazione delle decisioni
giudiziarie in materia civile.
(3) Tale materia rientra ora nell'ambito dell'articolo 65 del trattato.
(4) Le differenze tra alcune norme nazionali sulla competenza
giurisdizionale e il riconoscimento ostacolano la libera circolazione
delle persone nonché il buon funzionamento del mercato interno. È
pertanto opportuno adottare disposizioni che consentano di unificare le
norme sui conflitti di competenza in materia matrimoniale e in materia di
postestà dei genitori, semplificando le formalità per un rapido ed
automatico riconoscimento delle decisioni e per la loro esecuzione.
(5) In base ai principi di sussidiarietà e proporzionalità di cui
all'articolo 5 del trattato, gli obiettivi del presente regolamento non
possono essere sufficientemente realizzati dagli Stati membri e possono
dunque essere realizzati meglio a livello comunitario. Il presente
regolamento non va al di là di quanto necessario per il conseguimento di
tali obiettivi.
(6) Il Consiglio, con atto del 28 maggio 1998(4), ha stabilito la
convenzione concernente la competenza, il riconoscimento e l'esecuzione
delle decisioni nelle cause matrimoniali, raccomandandone agli Stati
membri l'adozione secondo le rispettive norme costituzionali. È opportuno
salvaguardare la continuità dei risultati conseguiti nell'ambito dei
negoziati per la conclusione della convenzione. Il presente regolamento
recepisce sostanzialmente il contenuto della convenzione, ma contiene
anche una serie di disposizioni nuove rispetto alla convenzione, idonee
ad assicurare la coerenza con alcune disposizioni del regolamento
proposto concernente la competenza giurisdizionale nonché il
riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni in materia civile e
commerciale.
(7) Per la realizzazione dell'obiettivo della libera circolazione delle
decisioni pronunciate in materia matrimoniale e in materia di potestà dei
genitori, è necessario ed opportuno che il riconoscimento all'estero
della competenza e delle decisioni relative allo scioglimento del vincolo
matrimoniale ed alla potestà dei genitori sui figli di entrambi i coniugi
sia attuato mediante un atto giuridico comunitario cogente e direttamente
applicabile.
(8) Occorre che il presente regolamento preveda misure coerenti e
uniformi, che consentano una circolazione delle persone quanto più ampia
possibile. È pertanto necessario che esso venga applicato anche ai
cittadini di Stati terzi che hanno vincoli sufficientemente forti con il
territorio di uno degli Stati membri, conformemente ai criteri di
competenza previsti dal regolamento.
(9) Il campo d'applicazione del presente regolamento è limitato ai
procedimenti civili e ai procedimenti non giudiziari previsti in materia
matrimoniale in determinati Stati membri, ad esclusione dei procedimenti
di natura meramente religiosa. Di conseguenza è opportuno precisare che
il termine "giudice" ricomprende le autorità giudiziarie e non
giudiziarie competenti in materia matrimoniale.
(10) Il presente regolamento è limitato ai
procedimenti relativi al divorzio, alla separazione personale o
all'annullamento del matrimonio. Il riconoscimento delle decisioni di
divorzio e annullamento riguarda soltanto le questioni relative allo
scioglimento del vincolo matrimoniale. Il presente regolamento non
pregiudica questioni quali la colpa dei coniugi, gli effetti del
matrimonio sui rapporti patrimoniali, l'obbligo alimentare o altri
provvedimenti accessori ed eventuali, pur se connessi a tali procedimenti.
(11) Il presente regolamento riguarda la potestà dei genitori sui figli
di entrambi i coniugi per le questioni strettamente connesse con i
procedimenti di divorzio, separazione personale o annullamento del
matrimonio.
(12) I criteri di competenza accolti nel presente regolamento si fondano
sul principio secondo cui tra l'interessato e lo Stato membro che
esercita la competenza giurisdizionale deve sussistere un reale
collegamento. La scelta di taluni criteri è dovuta al fatto che essi
esistono in vari ordinamenti giuridici nazionali e sono accettati dagli
altri Stati membri.
(13) Uno dei rischi da prendere in considerazione nell'ambito della
tutela dei figli di entrambi i coniugi nelle situazioni di crisi
coniugale riguarda il trasferimento all'estero del figlio ad opera di uno
dei genitori. Vanno quindi tutelati gli interessi fondamentali dei figli,
in particolare a norma della convenzione dell'Aia, del 25 ottobre 1980,
sugli aspetti civili della sottrazione internazionale di minori. Il
criterio della residenza abituale in base alla legge è pertanto
conservato nei casi in cui, a causa del trasferimento del figlio o del
mancato ritorno senza giustificati motivi, si verifichi un cambiamento di
fatto della residenza abituale.
(14) Il presente regolamento non osta a che i giudici di uno Stato membro
adottino provvedimenti provvisori o cautelari, in casi di urgenza, per
quanto riguarda persone o beni situati in detto Stato.
(15) Il termine "decisione" si
riferisce unicamente alle decisioni che dispongono il divorzio, la
separazione personale o l'annullamento del matrimonio. Gli atti pubblici
formati ed aventi efficacia esecutiva in uno Stato membro d'origine sono
equiparati a tali "decisioni".
(16) Il riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni rese in uno Stato
membro sono fondati sul principio della fiducia reciproca. I motivi di
diniego sono ridotti al minimo indispensabile. Tali procedimenti devono
prevedere disposizioni per salvaguardare la tutela dell'ordine pubblico
dello Stato richiesto e i diritti della difesa e delle parti, in
particolare i diritti individuali dei figli in causa e ciò al fine di
prevenire il riconoscimento di decisioni tra loro contraddittorie.
(17) Lo Stato richiesto non deve procedere da un riesame né della
competenza giurisdizionale dello Stato d'origine né del merito della
decisione.
(18) Non può essere richiesto alcun procedimento per l'aggiornamento
degli atti di stato civile in un determinato Stato membro, a seguito di
una decisione definitiva emessa in un altro Stato membro.
(19) Le disposizioni della convenzione conclusa nel 1931 dagli Stati
nordici debbono poter essere applicate nei limiti previsti dal presente
regolamento.
(20) La Spagna, l'Italia e il Portogallo hanno concluso concordati prima
che le materie coperte dal presente regolamento fossero comprese
nell'ambito del trattato. È necessario assicurare che questi Stati non
violino i loro impegni internazionali con la Santa Sede.
(21) Gli Stati membri devono conservare la facoltà di convenire tra loro
le modalità pratiche d'applicazione del presente regolamento, finché non
siano adottati provvedimenti comunitari in tal senso.
(22) Occorre che gli allegati I, II e III, relativi ai giudici e ai mezzi
di impugnazione, siano modificati dalla Commissione in base alle modifiche
trasmesse dagli Stati membri interessati. Le modifiche degli allegati IV
e V dovrebbero essere adottate secondo la decisione 1999/468/CE del
Consiglio, del 28 giugno 1999, recante modalità per l'esercizio delle
competenze di esecuzione conferite alle Commissione(5).
(23) La Commissione deve esaminare l'applicazione del presente
regolamento entro cinque anni dalla sua entrata in vigore e proporre le
modificazioni eventualmente necessarie.
(24) Il Regno Unito e l'Irlanda, a norma dell'articolo 3 del protocollo
sulla posizione del Regno Unito e dell'Irlanda allegato al trattato
sull'Unione europea e al trattato che istituisce la Comunità europea,
hanno notificato che intendono partecipare all'adozione e
all'applicazione del presente regolamento.
(25) La Danimarca, a norma degli articoli 1 e 2 del protocollo sulla
posizione della Danimarca allegato al trattato sull'Unione europea e al
trattato che istituisce la Comunità europea, non partecipa all'adozione
del presente regolamento, e di conseguenza non è dallo stesso vincolata
né soggetta alla sua applicazione,
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
CAPO I
CAMPO D'APPLICAZIONE
Articolo 1
1. Il presente regolamento si applica ai seguenti procedimenti:
a) procedimenti civili relativi al divorzio, alla separazione personale
dei coniugi e all'annullamento del matrimonio;
b) procedimenti civili relativi alla potestà dei genitori sui figli di
entrambi i coniugi, instaurati in occasione dei procedimenti in materia
matrimoniale di cui alla lettera a).
2. Sono equiparati ai procedimenti giudiziari gli altri procedimenti
ufficialmente riconosciuti in uno Stato membro. Il termine
"giudice" comprende tutte le autorità degli Stati membri
competenti in materia.
3. Nel presente regolamento per "Stato membro" si intendono
tutti gli Stati membri al quale si applica il presente regolamento, ad
eccezione del regno di Danimarca.
CAPO II
COMPETENZA GIURISDIZIONALE
Sezione 1
Disposizioni generali
Articolo 2
Divorzio, separazione personale e annullamento del matrimonio
1. Sono competenti a decidere sulle questioni inerenti al divorzio, alla
separazione personale dei coniugi e all'annullamento del matrimonio i
giudici dello Stato membro:
a) nel cui territorio si trova
- la residenza abituale dei coniugi, o
- l'ultima residenza abituale dei coniugi se uno di essi vi risiede
ancora, o
- la residenza abituale del convenuto, o
- in caso di domanda congiunta, la residenza abituale di uno dei coniugi,
o
- la residenza abituale dell'attore se questi vi ha risieduto almeno per
un anno immediatamente prima della domanda, o
- la residenza abituale dell'attore se questi vi ha risieduto almeno per
sei mesi immediatamente prima della domanda ed è cittadino dello Stato
membro stesso o, nel caso del Regno Unito e dell'Irlanda, ha ivi il
proprio "domicile";
b) di cui i due coniugi sono cittadini o, nel caso del Regno Unito e
dell'Irlanda, del "domicile" di entrambi i coniugi.
2. Ai fini del presente regolamento la nozione di "domicile"
cui è fatto riferimento è quella utilizzata negli ordinamenti giuridici
del Regno Unito e dell'Irlanda.
Articolo 3
Potestà dei genitori
1. I giudici dello Stato membro in cui viene esercitata, a norma
dell'articolo 2, la competenza a decidere sulle domande di divorzio,
separazione personale dei coniugi o annullamento del matrimonio sono
competenti per le domande relative alla potestà dei genitori sul figlio
di entrambi i coniugi se questi risiede abitualmente in tale Stato
membro.
2. Se il figlio non risiede abitualmente nello Stato membro di cui al
paragrafo 1, i giudici di detto Stato membro hanno competenza se il
figlio risiede abitualmente in uno degli Stati membri e
a) almeno uno dei coniugi esercita la potestà sul figlio,
b) la competenza giurisdizionale di tali giudici è stata accettata dai
coniugi e corrisponde all'interesse superiore del figlio.
3. La competenza di cui ai paragrafi 1 e 2 cessa:
a) non appena la decisione che accoglie o respinge la domanda di
divorzio, separazione personale o annullamento del matrimonio sia passata
in giudicato, o
b) nei casi in cui il procedimento relativo alla potestà dei genitori è
ancora pendente alla data di cui alla lettera a), non appena la decisione
relativa a questo procedimento sia passata in giudicato, o
c) non appena il procedimento di cui alle lettere a) e b) sia terminato per
un'altra ragione.
Articolo 4
Sottrazione di minori
I giudici competenti a norma dell'articolo 3 esercitano la competenza
secondo le disposizioni della convenzione dell'Aia, del 25 ottobre 1980,
sugli aspetti civili della sottrazione internazionale di minori, in
particolare secondo quelle degli articoli 3 e 16.
Articolo 5
Domanda riconvenzionale
Il giudice davanti al quale pende un procedimento in base agli articoli
2, 3 e 4 è competente anche per esaminare la domanda riconvenzionale in
quanto essa rientri nel campo d'applicazione del presente regolamento.
Articolo 6
Conversione della separazione personale in divorzio
Fatto salvo l'articolo 2, il giudice dello Stato membro che ha reso la
decisione sulla separazione personale è altresì competente per convertirla
in una decisione di divorzio, qualora ciò sia previsto dalla legislazione
di detto Stato.
Articolo 7
Carattere esclusivo della competenza giurisdizionale di cui agli
articoli da 2 e 6
Il coniuge che:
a) risiede abitualmente nel territorio di uno Stato membro o
b) ha la cittadinanza di uno Stato membro o, nel caso del Regno Unito e
dell'Irlanda, ha il proprio "domicile" nel territorio di uno di
questi Stati membri
può essere convenuto in giudizio davanti ai giudici di un altro Stato
membro soltanto in forza degli articoli da 2 a 6.
Articolo 8
Competenza giurisdizionale residua
1. Se nessun giudice di uno Stato membro è competente a norma degli
articoli da 2 a 6, la competenza è determinata in ciascuno Stato membro
dalla legge interna.
2. Il cittadino di uno Stato membro che ha la residenza abituale nel
territorio di un altro Stato membro può, al pari dei cittadini di
quest'ultimo, invocare le norme sulla competenza qui in vigore contro un
convenuto che non ha la residenza abituale nel territorio di uno Stato
membro né ha la cittadinanza di uno Stato membro o che, nel caso del
Regno Unito e dell'Irlanda, non ha il proprio "domicile" nel
territorio di uno di questi Stati membri.
Sezione 2
Esame della competenza giurisdizionale e della procedibilità
Articolo 9
Verifica della competenza giurisdizionale
Il giudice di uno Stato membro, investito di una controversia per la
quale non ha competenza in base al presente regolamento e per la quale,
sempre in base al presente regolamento, è invece competente un giudice di
un altro Stato membro, dichiara d'ufficio la propria incompetenza.
Articolo 10
Esame della procedibilità
1. Se la persona che ha la residenza abituale in uno Stato diverso da uno
Stato membro in cui l'azione è stata proposta non compare, il giudice
competente è tenuto a sospendere il procedimento fin quando non si sarà
accertato che al convenuto è stata data la possibilità di ricevere la
domanda giudiziale o un atto equivalente in tempo utile perché questi
possa presentare le proprie difese, ovvero che è stato fatto tutto il
possibile a tal fine.
2. In luogo delle disposizioni del paragrafo 1, si applica l'articolo 19
del regolamento (CE) n. 1348 sulla notificazione negli Stati membri di
atti giudiziari ed extragiudiziali in materia civile e commerciale(6),
qualora sia stato necessario trasmettere la domanda giudiziale o un atto
equivalente da uno Stato membro a un altro a norma di tale regolamento.
3. Ove non si applichino le disposizioni del regolamento (CE) n. 1348, si
applica l'articolo 15 della convenzione dell'Aia del 15 novembre 1965
relativa alla notificazione e alla comunicazione all'estero di atti
giudiziari ed extragiudiziari in materia civile o commerciale, qualora
sia stato necessario trasmettere la domanda giudiziale o un atto equivalente
all'estero a norma di tale convenzione.
Sezione 3
Litispendenza e connessione
Articolo 11
1. Qualora dinanzi a giudici di Stati membri diversi e tra le stesse
parti siano state proposte domande aventi il medesimo oggetto ed il
medesimo titolo, il giudice successivamente adito sospende d'ufficio il
procedimento finché non sia stata accertata la competenza del giudice
preventivamente adito.
2. Qualora dinanzi a giudici di Stati membri diversi e tra le stesse
parti siano state proposte domande relative al divorzio, alla separazione
personale o all'annullamento del matrimonio, non aventi il medesimo
oggetto e il medesimo titolo, il giudice successivamente adito sospende
d'ufficio il procedimento finché non sia stata accertata la competenza
del giudice preventivamente adito.
3. Quando la competenza del giudice previamente adito è stata accertata,
il giudice successivamente adito dichiara la propria incompetenza a
favore del giudice preventivamente adito.
In tal caso la parte che ha proposto la domanda davanti al giudice
successivamente adito può promuovere l'azione dinanzi al giudice
preventivamente adito.
4. Ai fini del presente articolo il giudice si considera adito:
a) alla data in cui la domanda giudiziale o un atto equivalente è
depositato presso il giudice, purché successivamente l'attore non abbia
omesso di prendere tutte le misure cui era tenuto affinché fosse
effettuata la notificazione al convenuto, o
b) se l'atto deve essere notificato prima di essere depositato presso il
giudice, alla data in cui l'autorità competente ai fini della
notificazione lo riceve, purché successivamente l'attore non abbia omesso
di prendere tutte le misure cui era tenuto affinché l'atto fosse
depositato presso il giudice.
Sezione 4
Provvedimenti provvisori e cautelari
Articolo 12
In caso di urgenza, le disposizioni del presente regolamento non ostano a
che i giudici di uno Stato membro adottino i provvedimenti provvisori o
cautelari previsti dalla legge interna relativamente alle persone
presenti nello Stato stesso o ai beni in questo situati, anche se, a
norma del presente regolamento, la competenza a conoscere nel merito
spetta al giudice di un altro Stato membro.
CAPO III
RICONOSCIMENTO ED ESECUZIONE
Articolo 13
Definizione del termine "decisione"
1. Ai fini del presente regolamento si intende per "decisione"
qualsiasi decisione di divorzio, separazione personale dei coniugi o
annullamento del matrimonio emessa da un giudice di uno Stato membro,
nonché qualsiasi decisione relativa alla potestà dei genitori emessa in
occasione di tali procedimenti matrimoniali, a prescindere dal termine,
ad esempio decreto, sentenza od ordinanza, con cui essa sia denominata.
2. Le disposizioni del presente capo si applicano altresì alla
determinazione dell'importo delle spese per i procedimenti instaurati in
base al presente regolamento nonché all'esecuzione di qualsiasi decisione
relativa a tali spese.
3. Ai fini dell'applicazione del presente regolamento, gli atti pubblici
formati ed aventi efficacia esecutiva in uno degli Stati membri nonché
gli accordi conclusi dinanzi ad un giudice in corso di giudizio ed
esecutivi nello Stato membro d'origine sono riconosciuti ed eseguiti
secondo le modalità stabilite per le decisioni di cui al paragrafo 1.
Sezione 1
Riconoscimento
Articolo 14
Riconoscimento delle decisioni
1. Le decisioni pronunciate in uno Stato membro sono riconosciute negli
altri Stati membri senza che sia necessario il ricorso ad alcun
procedimento.
2. In particolare, fatto salvo il paragrafo 3, non è necessario alcun
procedimento per l'aggiornamento delle iscrizioni nello stato civile di
uno Stato membro a seguito di una decisione di divorzio, separazione
personale dei coniugi o annullamento del matrimonio pronunciata in un
altro Stato membro, contro la quale non sia più possibile proporre
impugnazione secondo la legge di questo Stato.
3. Ogni parte interessata può far dichiarare, secondo il procedimento di
cui alle sezioni 2 e 3 del presente capo, che la decisione deve essere o
non può essere riconosciuta.
4. Se il riconoscimento di una decisione è richiesto in via incidentale
dinanzi ad un giudice di uno Stato membro, questi può decidere al
riguardo.
Articolo 15
Motivi di diniego del riconoscimento
1. La decisione di divorzio, separazione personale o annullamento del
matrimonio non è riconosciuta nei casi seguenti:
a) se il riconoscimento è manifestamente contrario all'ordine pubblico
dello Stato membro richiesto;
b) quando è stata resa in contumacia se la domanda giudiziale o un atto
equivalente non è stato notificato o comunicato al convenuto contumace in
tempo utile e in modo tale che questi possa presentare le proprie difese,
salvo che sia stato accertato che il convenuto ha accettato
inequivocabilmente la decisione;
c) se la decisione è in contrasto con una decisione resa in un
procedimento tra le medesime parti nello Stato membro richiesto;
d) se la decisione è in contrasto con una decisione riguardante le
medesime parti, resa precedentemente in un altro Stato membro o in un
paese terzo, la quale soddisfi le condizioni prescritte per il
riconoscimento nello Stato membro richiesto.
2. La decisione relativa alla potestà dei genitori resa in occasione di
un procedimento in materia matrimoniale di cui all'articolo 13 non è
riconosciuta nei casi seguenti:
a) se, tenuto conto dell'interesse superiore del figlio, il
riconoscimento è manifestamente contrario all'ordine pubblico dello Stato
membro richiesto;
b) se, salvo in caso d'urgenza, la decisione è stata resa senza che il
figlio abbia avuto la possibilità di essere ascoltato, in violazione dei
principi fondamentali di procedura dello Stato membro richiesto;
c) quando è stata resa in contumacia se la domanda giudiziale e un atto
equivalente non è stato notificato o comunicato al contumace in tempo
utile e in modo tale che questi possa presentare le proprie difese, salvo
che sia stato accertato che egli ha accettato inequivocabilmente la
decisione;
d) su richiesta di colui che ritiene che la decisione sia lesiva della
propria potestà di genitore, se è stata emessa senza dargli la possibilità
di essere ascoltato;
e) se la decisione è in contrasto con una decisione successiva sulla
potestà dei genitori emessa nello Stato membro richiesto;
f) se la decisione è in contrasto con una decisione successiva sulla
potestà dei genitori emessa in un altro Stato membro o nel paese terzo in
cui il figlio risieda, la quale soddisfi le condizioni prescritte per il
riconoscimento nello Stato membro richiesto.
Articolo 16
Accordo con Stati terzi
Un tribunale di uno Stato membro può, in base ad un accordo sul
riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni, non riconoscere una
decisione adottata in un altro Stato membro quando, nel caso di cui
all'articolo 8, la decisione ha potuto essere basata solo su criteri di
competenza diversi da quelli di cui gli articoli da 2 a 7.
Articolo 17
Divieto di riesame della competenza giurisdizionale del giudice d'origine
Non si può procedere al riesame della competenza giurisdizionale del
giudice dello Stato membro d'origine. Il criterio dell'ordine pubblico di
cui all'articolo 15, paragrafo 1, lettera a), e paragrafo 2, lettera a),
non può essere applicato alle norme sulla competenza di cui agli articoli
da 2 a 8.
Articolo 18
Divergenze fra le leggi
Il riconoscimento di una decisione di divorzio, separazione personale o
annullamento del matrimonio non può essere negato perché la legge dello
Stato membro richiesto non prevede per i medesimi fatti il divorzio, la
separazione personale o l'annullamento del matrimonio.
Articolo 19
Divieto di riesame del merito
In nessun caso la decisione può formare oggetto di un riesame del merito.
Articolo 20
Sospensione del procedimento
1. Il giudice di uno Stato membro dinanzi al quale è richiesto il
riconoscimento di una decisione pronunciata in un altro Stato membro può
sospendere il procedimento se la decisione è stata impugnata con un mezzo
ordinario.
2. Il giudice di uno Stato membro dinanzi al quale è richiesto il
riconoscimento di una decisione emessa in Irlanda o nel Regno Unito e la
cui esecuzione è sospesa nello Stato membro d'origine per la
presentazione di un ricorso può sospendere il procedimento.
Sezione 2
Esecuzione
Articolo 21
Decisioni esecutive
1. Le decisioni relative all'esercizio della potestà dei genitori su un
figlio di entrambi i coniugi, emesse ed esecutive in un determinato Stato
membro, sono eseguite in un altro Stato membro dopo esservi state
dichiarate esecutive su istanza della parte interessata, purché siano
state notificate.
2. Tuttavia nel Regno Unito la decisione è eseguita in Inghilterra e
Galles, Scozia e Irlanda del Nord soltanto dopo esservi stata registrata
per esecuzione, su istanza della parte interessata.
Articolo 22
Giudici territorialmente competenti
1. L'istanza per la dichiarazione di esecutività è proposta ai giudici
che figurano nell'elenco di cui all'allegato I.
2. La competenza territoriale è determinata dalla residenza abituale
della parte contro cui è chiesta l'esecuzione oppure dalla residenza
abituale del figlio cui l'istanza si riferisce.
Quando nessuno dei luoghi di cui al primo comma si trova nello Stato
membro in cui è chiesta l'esecuzione, la competenza territoriale è
determinata dal luogo dell'esecuzione.
3. In relazione ai procedimenti di cui all'articolo 14, paragrafo 3, la
competenza territoriale è determinata dal diritto interno dello Stato
membro nel quale è proposta l'istanza di riconoscimento o di non
riconoscimento.
Articolo 23
Procedimento di esecuzione
1. Le modalità del deposito dell'istanza sono determinate in base alla
legge dello Stato membro richiesto.
2. L'istante elegge il proprio domicilio nella circoscrizione del giudice
adito. Tuttavia, se la legge dello Stato membro richiesto non prevede
l'elezione del domicilio, l'istante designa un procuratore alle liti.
3. All'istanza vengono allegati i documenti di cui agli articoli 32 e 33.
Articolo 24
Decisione del giudice
1. Il giudice adito decide senza indugio. In questa fase del
procedimento, la parte contro la quale l'esecuzione viene chiesta non può
presentare osservazioni.
2. L'istanza può essere respinta solo per uno dei motivi di cui agli
articoli 15, 16 e 17.
3. In nessun caso la decisione può essere riesaminata nel merito.
Articolo 25
Notificazione della decisione
La decisione resa su istanza di parte è senza indugio portata a
conoscenza del richiedente, a cura del cancelliere, secondo le modalità
previste dalla legge dello Stato membro richiesto.
Articolo 26
Opposizione alla decisione di esecuzione
1. Ciascuna delle parti può proporre opposizione contro la decisione resa
sull'istanza intesa a ottenere una dichiarazione di esecutività.
2. L'opposizione è proposta davanti al giudice di cui all'allegato II.
3. L'opposizione è proposta secondo le norme sul procedimento in
contraddittorio.
4. Se l'opposizione è proposta dalla parte che ha richiesto la
dichiarazione di esecutività, la parte contro cui l'esecuzione viene
fatta valere è chiamata a comparire davanti al giudice dell'opposizione.
In caso di contumacia, si applicano le disposizioni dell'articolo 10.
5. L'opposizione contro una dichiarazione di esecutività deve essere
proposta nel termine di un mese dalla notificazione della stessa. Se la
parte contro la quale è chiesta l'esecuzione ha la residenza abituale in
uno Stato membro diverso da quello in cui è stata rilasciata la
dichiarazione di esecutività, il termine è di due mesi a decorrere dalla
data della notificazione in mani proprie o nella residenza. Detto termine
non è prorogabile per ragioni inerenti alla distanza.
Articolo 27
Giudice dell'opposizione e ulteriori mezzi di impugnazione
La decisione resa sull'opposizione può costituire unicamente oggetto
delle procedure di cui all'allegato III.
Articolo 28
Sospensione del procedimento
1. Il giudice dinanzi al quale è proposta l'opposizione a norma
dell'articolo 26 o dell'articolo 27 può, su istanza della parte contro la
quale è chiesta l'esecuzione, sospendere il procedimento se la decisione
è stata impugnata nello Stato membro d'origine con un mezzo ordinario o
se il termine per proporre l'impugnazione non è ancora scaduto. In
quest'ultimo caso il giudice può fissare un termine per proporre tale
impugnazione.
2. Qualora la decisione sia stata resa in Irlanda o nel Regno Unito,
qualsiasi mezzo di impugnazione esperibile nello Stato membro di origine
è considerato impugnazione ordinaria ai fini del paragrafo 1.
Articolo 29
Esecuzione parziale
1. Se la decisione ha statuito su vari capi della domanda e l'esecuzione
non può essere accordata per tutti i capi, il giudice accorda
l'esecuzione solo per uno o taluni di essi.
2. L'istante può chiedere un'esecuzione parziale.
Articolo 30
Assistenza giudiziaria
L'istante che, nello Stato membro d'origine, ha usufruito in tutto o in
parte dell'assistenza giudiziaria o dell'esenzione dalle spese beneficia,
nel procedimento di cui agli articoli da 22 a 25, dell'assistenza più
favorevole o dell'esenzione più ampia prevista dal diritto dello Stato
membro richiesto.
Articolo 31
Cauzione o deposito
Non può essere imposta la costituzione di cauzioni o depositi, comunque
denominati, alla parte che chiede l'esecuzione in uno Stato membro di una
decisione pronunciata in un altro Stato membro per i seguenti motivi:
a) per il difetto di residenza abituale nello Stato membro richiesto, o
b) per la sua qualità di straniero oppure qualora l'esecuzione sia
richiesta nel Regno Unito o in Irlanda dal difetto di
"domicile" in uno di tali Stati membri.
Sezione 3
Disposizioni comuni
Articolo 32
Documenti
1. La parte che chiede o contesta il riconoscimento o che chiede una
dichiarazione di esecutività deve produrre quanto segue:
a) una copia della decisione che presenti tutte le condizioni di
autenticità;
b) un certificato di cui all'articolo 33.
2. Se si tratta di decisione contumaciale, la parte che ne chiede il
riconoscimento o l'esecuzione deve inoltre produrre:
a) l'originale o una copia autenticata del documento comprovante che la
domanda giudiziale o l'atto equivalente è stato notificato o comunicato
al contumace, e
b) un documento comprovante che il convenuto ha inequivocabilmente
accettato la decisione.
Articolo 33
Altri documenti
L'ufficio giudiziario competente o l'autorità competente dello Stato
membro in cui è stata pronunciata una decisione rilascia, su richiesta di
qualsiasi parte interessata, un certificato utilizzando il modulo
uniforme di cui all'allegato IV (decisioni in materia matrimoniale) o
all'allegato V (decisioni in materia di potestà dei genitori).
Articolo 34
Mancata produzione di documenti
1. Qualora i documenti di cui all'articolo 32, paragrafo 1, lettera b), o
paragrafo 2 non vengano prodotti, il giudice può fissare un temine per la
loro presentazione o accettare documenti equivalenti ovvero, qualora
ritenga di essere informato a sufficienza, disporne la dispensa.
2. Qualora il giudice lo richieda, è necessario produrre una traduzione
dei documenti richiesti. La traduzione è autenticata da una persona a tal
fine abilitata in uno degli Stati membri.
Articolo 35
Legalizzazione o formalità analoga
Non è richiesta alcuna legalizzazione o formalità analoga per i documenti
indicati negli articoli 32, 33 e nell'articolo 34, paragrafo 2, né per
l'eventuale procura alle liti.
CAPO IV
DISPOSIZIONI GENERALI
Articolo 36
Relazione con altri strumenti
1. Fatti salvi gli articoli 38 e 42 nonché il paragrafo 2 del presente
articolo, il presente regolamento sostituisce, nei rapporti tra gli Stati
membri, le convenzioni vigenti alla data della sua entrata in vigore,
concluse tra due o più Stati membri su materie disciplinate dal presente
regolamento.
(2) a) La Finlandia e la Svezia hanno facoltà di dichiarare che nei loro
rapporti reciproci, in luogo delle norme del presente regolamento, si
applica in tutto o in parte la convenzione del 6 febbraio 1931 tra
Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia contenente disposizioni
di diritto internazionale privato in materia di matrimonio, adozione e
tutela, nonché il relativo protocollo finale. Queste dichiarazioni sono
pubblicate nella Gazzetta ufficiale delle Comunità europee in allegato al
presente regolamento. Tali Stati membri possono dichiarare in qualsiasi
momento di rinunciarvi in tutto o in parte(7).
b) Deve essere rispettato il principio della non discriminazione in base
alla cittadinanza tra i cittadini dell'Unione europea.
c) I criteri di competenza giurisdizionale di qualsiasi accordo che sarà
concluso tra gli Stati membri di cui alla lettera a) su materie
disciplinate dal presente regolamento devono corrispondere a quelli
stabiliti dal regolamento stesso.
d) Le decisioni pronunciate in uno degli Stati nordici che abbia reso la
dichiarazione di cui alla lettera a), in base a un criterio di competenza
giurisdizionale corrispondente a quelli previsti nel capo II, sono
riconosciute ed eseguite negli altri Stati membri secondo le disposizioni
del capo III.
3. Gli Stati membri comunicano alla Commissione:
a) copia degli accordi o progetti di accordi di cui alle lettere a) e c)
del paragrafo 2 e delle relative leggi uniformi di applicazione;
b) qualsiasi denuncia o modifica di tali accordi o leggi uniformi.
Articolo 37
Relazione con talune convenzioni multilaterali
Nei rapporti tra gli Stati che ne sono parti, il presente regolamento
prevale sulle convenzioni seguenti, nella misura in cui queste riguardino
materie da esso disciplinate:
- convenzione dell'Aia, del 5 ottobre 1961, sulla competenza delle
autorità e sulla legge applicabile in materia di protezione dei minori,
- convenzione del Lussemburgo, dell'8 settembre 1967, sul riconoscimento
delle decisioni relative al vincolo matrimoniale,
- convenzione dell'Aia, del 1o de giugno 1970, sul riconoscimento dei
divorzi e delle separazioni personali,
- convenzione europea, del 20 maggio 1980, sul riconoscimento e
l'esecuzione delle decisioni in materia di affidamento dei minori e di
ristabilimento dell'affidamento,
- convenzione dell'Aia, del 19 ottobre 1996, sulla competenza giurisdizionale,
la legge applicabile, il riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni,
nonché la cooperazione, in materia di potestà dei genitori e di misure
per la tutela dei minori, purché il minore abbia la residenza abituale in
uno Stato membro.
Articolo 38
Ambito di efficacia
1. Gli accordi e le convenzioni di cui all'articolo 36, paragrafo 1 e
all'articolo 37 continuano a produrre i loro effetti nelle materie cui
non si applica il presente regolamento.
2. Essi continuano a produrre effetti per quanto attiene alle decisioni
rese e agli atti pubblici formati prima dell'entrata in vigore del
presente regolamento.
Articolo 39
Accordi tra Stati membri
1. Due o più Stati membri possono concludere tra loro accordi o intese
per completare le disposizioni del presente regolamento o agevolarne
l'applicazione.
Gli Stati membri comunicano alla Commissione:
a) una copia dei progetti di tali atti;
b) qualsiasi denuncia o modificazione di tali atti.
2. In nessun caso gli accordi o le intese possono derogare ai capi II e
III.
Articolo 40
Trattati con la Santa Sede
1. Il presente regolamento fa salvo il trattato internazionale
(Concordato) concluso fra la Santa Sede e il Portogallo, firmato nella
Città del Vaticano il 7 maggio 1940.
2. Ogni decisione relativa all'invalidità di un matrimonio disciplinata
dal trattato di cui al paragrafo 1 è riconosciuta negli Stati membri a
norma del capo III del presente regolamento.
3. Le disposizioni di cui ai paragrafi 1 e 2 si applicano altresì ai
seguenti trattati internazionali (Concordati) conclusi con la Santa Sede:
a) Concordato lateranense, dell'11 febbraio 1929, tra l'Italia e la Santa
Sede, modificato dall'accordo, con protocollo aggiuntivo, firmato a Roma
il 18 febbraio 1984;
b) Accordo tra la Santa Sede e la Spagna su questioni giuridiche del 3
gennaio 1979.
4. L'Italia e la Spagna possono sottoporre il riconoscimento delle
decisioni di cui al paragrafo 2 alle procedure e ai controlli applicabili
alle sentenze dei tribunali ecclesiastici pronunciate in base ai trattati
internazionali con la Santa Sede di cui al paragrafo 3.
5. Gli Stati membri trasmettono alla Commissione:
a) una copia dei trattati di cui ai paragrafi 1 e 3;
b) eventuali denunce o modificazioni di tali trattati.
Articolo 41
Stati membri con sistemi normativi plurimi
Qualora in uno Stato membro vigano, in unità territoriali diverse, due o
più sistemi giuridici o complessi di norme per questioni disciplinate dal
presente regolamento:
a) ogni riferimento alla residenza abituale nello Stato membro va inteso
come riferimento alla residenza abituale nell'unità territoriale;
b) ogni riferimento alla cittadinanza, o, nel caso del Regno Unito, al
"domicile" va inteso come riferimento all'appartenenza
all'unità territoriale designata dalla legge di detto Stato;
c) ogni riferimento allo Stato membro in cui è presentata la domanda di
divorzio, di separazione personale o di annullamento del matrimonio va
inteso come riferimento all'unità territoriale in cui la domanda è
presentata;
d) ogni riferimento alle norme dello Stato membro richiesto va inteso
come riferimento alle norme dell'unità territoriale in cui si invocano la
competenza giurisdizionale, il riconoscimento o l'esecuzione.
CAPO V
DISPOSIZIONI TRANSITORIE
Articolo 42
1. Le disposizioni del presente regolamento si applicano solo alle
azioni giudiziarie proposte, agli atti pubblici formati e agli accordi
conclusi davanti ad un giudice nel corso di un giudizio posteriormente
alla sua entrata in vigore.
2. Le decisioni pronunciate dopo l'entrata in vigore del presente
regolamento, a seguito di azioni proposte prima di tale data, sono
riconosciute ed eseguite secondo le disposizioni del capo III se la norma
sulla competenza era basata su regole conformi a quelle del capo II o
alle disposizioni di una convenzione in vigore tra lo Stato membro di
origine e lo Stato membro richiesto al momento della proposizione
dell'azione.
CAPO VI
DISPOSIZIONI FINALI
Articolo 43
Riesame
Entro il 1o marzo 2006, e successivamente ogni cinque anni, la
Commissione presenta al Parlamento europeo, al Consiglio ed al Comitato
economico e sociale una relazione sull'applicazione del presente
regolamento, con particolare riguardo agli articoli 36 e 39, e
dell'articolo 40, paragrafo 2. Tale relazione è corredata, se del caso,
di opportune proposte d'adeguamento.
Articolo 44
Modifica degli elenchi dei giudici e dei mezzi d'impugnazione
1. Gli Stati membri notificano alla Commissione i testi che modificano
gli elenchi dei giudici e dei mezzi d'impugnazione contenuti negli
allegati da I a III. La Commissione adegua di conseguenza gli allegati in
questione.
2. L'aggiornamento o l'inserimento di modifiche tecniche nei modelli
standard riportati negli allegati IV e V sono adottati secondo la
procedura di consultazione di cui all'articolo 45, paragrafo 2.
Articolo 45
1. La Commissione è assistita da un comitato.
2. Quando è fatto riferimento al presente paragrafo, si applicano gli
articolo 3 e 7 della decisione 1999/468/CE.
3. Il comitato adotta il proprio regolamento interno.
Articolo 46
Entrata in vigore
Il presente regolamento entra in vigore il 1o marzo 2001.
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e
direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri in base al
trattato che istituisce la Comunità europea.
Fatto a Bruxelles, addì 29 maggio 2000.
Per il Consiglio
Il Presidente
A. Costa
(1) GU C 247 del 31.8.1999, pag. 1.
(2) Parere espresso il 17 novembre 1999 (non ancora pubblicato nella GU).
(3) GU C 368 del 20.12.1999, pag. 23.
(4) GU C 221 del 16.7.1998, pag. 1. Sempre alla data in cui è stata
stabilita la convenzione, il Consiglio ha preso atto della corrispondente
relazione esplicativa, redatta dal Prof. Alegría Borrás. Essa è riportata
a pagina 27 della medesima Gazzetta ufficiale.
(5) GU L 184 del 17.7.1999, pag. 23.
(6) Vedi pagina 37 della presente Gazzetta ufficiale.
(7) Nessuno di questi Stati membri ha fatto tale dichiarazione all'atto
dell'adozione del regolamento.
ALLEGATO I
L'istanza di cui all'articolo 22 deve essere proposta dinanzi ai seguenti
giudici o autorità competenti:
- in Belgio, al "tribunal de première instance" o
"rechtbank van eerste aanleg" o "erstinstanzlichen
Gericht"
- in Germania:
- nel distretto dello "Kammergerichts" (Berlino) il
"Familiengericht Pankow/Weißensee"
- nei distretti dei rimanenti "Oberlandesgerichte" al
"Familiengericht" situato nella sede del rispettivo
"Oberlandesgericht"
- in Grecia al ">ISO_7>ÌïíïìåëÝò Ðñùôïäéêåßï"
- >ISO_1>in Spagna, al "Juzgado de Primera Instancia"
- in Francia, al presidente del "tribunal de grande instance"
- in Irlanda, alla "High Court"
- in Italia, alla "Corte d'appello"
- nel Luxemburgo, al presidente del "tribunal d'arrondissement"
- nei Paesi Bassi, al presidente
dell'"arrondissementsrechtbank"
- in Austria, al "Bezirksgericht"
- in Portogallo, al "Tribunal de Comarca" o al "Tribunal
de família"
- in Finlandia, al "käräjäoikeus//tingsrätt"
- in Svezia, allo "Svea hovrätt"
- nel Regno Unito:
a) in Inghilterra e Galles, alla "High Court of Justice"
b) in Scozia, alla "Court of Session"
c) in Irlanda del Nord, alla "High Court of Justice"
d) in Gibilterra, alla "Supreme Court"
ALLEGATO II
L'opposizione di cui all'articolo 26 deve essere proposta dinanzi ai
seguenti giudici:
- in Belgio
a) la persona che ha chiesto la dichiarazione di esecutività può proporre
opposizione dinanzi alla "cour d'appel" o "hof van
beroep";
b) la persona contro cui è chiesta l'esecuzione può proporre opposizione
dinanzi al "tribunal de première instance"/"rechtbank van
eerste aanleg"/"erstinstanzliches Gericht".
- nella Repubblica federale di Germania, dinanzi
all'"Oberlandesgericht",
- in Grecia, dinanzi all'">ISO_7>Åöåôåßï",
- >ISO_1>in Spagna, dinanzi all'"Audiencia Provincial",
- in Francia, dinanzi alla "Cour d'appel",
- in Irlanda, dinanzi alla "High Court",
- in Italia, dinanzi alla "Corte d'appello",
- nel Lussemburgo, dinanzi alla "Cour d'appel",
- nei Paesi Bassi:
a) se l'opposizione è proposta dall'attore o dal convenuto comparso
dinanzi al giudice, dinanzi al "gerechtshof".
b) se l'opposizione è proposta dal convenuto contumace, dinanzi
all'"arrondisementsrechtbank".
- in Austria, dinanzi al "Bezirksgericht",
- in Portogallo, dinanzi al "Tribunal de Relação",
- in Finlandia, dinanzi al "hovioikeus//hovrätt",
- in Svezia, dinanzi allo "Svea hovrätt",
- nel Regno Unito:
a) in Inghilterra e Galles, dinanzi alla "High Court of
Justice",
b) in Scozia, dinanzi alla "Court of Session",
c) in Irlanda del Nord, dinanzi alla "High Court of Justice",
d) in Gibilterra la "Court of Appeal".
ALLEGATO III
La decisione resa sull'opposizione di cui all'articolo 27 può costituire
unicamente oggetto di:
- ricorso in cassazione, in Belgio, Grecia, Spagna, Francia, Italia,
Lussemburgo e nei Paesi Bassi,
- "Rechtsbeschwerde", in Germania,
- ricorso alla "Supreme Court" per motivi di diritto in
Irlanda,
- "Revisionsrekurs", in Austria,
- "recurso restrito à matéria de direito" in Portogallo,
- ricorso al "Korkein oikeus//Högsta domstolen", in Finlandia,
- ricorso al "Högsta domstolen", in Svezia,
- ulteriore ricorso unico per motivi di diritto nel Regno Unito.
ALLEGATO IV
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ALLEGATO V
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