Giacomo
Oberto
STRUMENTI INFORMATICI PER LA CREAZIONE DI
UN PROPRIO ARCHIVIO DI DOCUMENTI DI INTERESSE GIURIDICO
(BREVI
NOTE) ***NOVEMBRE 2016*** |
1. Generalità. Come utilizzare
le cartelle, «battezzare» e collocare i documenti. 2. Come reperire
i documenti nel proprio computer. 3. Una semplice
avvertenza. 4. Gli ipertesti
nel campo giuridico. 5. Come creare un ipertesto. |
1. Generalità. Come utilizzare le cartelle,
«battezzare» e collocare i documenti.
Si può definire come «informatica giuridica personale»
quel settore dell’informatica che
studia l’impiego
degli strumenti dell’informatica (hardware,
relative periferiche e relativi softwares)
per la formazione, tanto iniziale che continua, del
giurista.
L’impiego dell’informatica nell’apprendimento
del diritto è tanto più importante quanto più dequalificata diviene la preparazione fornita dai
nostri dipartimenti (ex facoltà) di giurisprudenza, che, come ognuno avrà potuto constatare, si trovano
oggi in una situazione di gravissima crisi, incapaci come sono di garantire una
preparazione in grado di consentire ai neolaureati di affrontare decorosamente
(non già il mondo delle professioni legali, ma neppure) gli esami di
stato o i concorsi postuniversitari (o, addirittura, le prove di ammissione
agli istituti di formazione diretti alla preparazione di tali momenti di
selezione dei candidati). Ogni aspirante giurista sa ormai fin troppo
bene che avrà solo successo solo chi sarà in grado di divenire un
buon autodidatta. E
il discorso non sembra poi essere molto diverso ove riferito agli esercenti le
professioni giuridiche, per l’assoluta necessità di usufruire di
un sistema di autoformazione e di aggiornamento costante, alla luce delle
sempre più affannose, frettolose e malriuscite riforme che ammorbano il
nostro panorama normativo, della cui (approfondita) conoscenza non possiamo
certo, purtroppo, fare a meno.
Ora,
va detto innanzi tutto che il computer è particolarmente indicato
nell’apprendimento del diritto, a cominciare, per così dire, dalla
sua (se mi si passa l’espressione) «struttura primigenia». Intendo qui riferirmi
alla possibilità di organizzare e raccogliere materiale suddividendolo per
argomenti all’interno della memoria di massa sul disco rigido. Quest’ultimo
infatti si presta ad una suddivisione tendenzialmente infinita in argomenti, sotto-argomenti, sotto-sotto-argomenti e
così via, mediante una struttura «a ramo d’albero» che risponde assai
bene alla struttura che può imprimersi allo scibile giuridico (e che
deve imprimersi – per quanto possibile – nel nostro cervello, se
vogliamo organizzare le nostre conoscenze in modo tale da non dimenticarle e da
poterle sfruttare al momento opportuno, con il risultato, peraltro, a tutti ben
noto, di cagionare talora singolari forme di deformazione mentale e
professionale…).
Così, se sto studiando il diritto di famiglia e voglio
organizzare le mie conoscenze e i dati di cui dispongo al riguardo,
potrò creare una directory (o
cartella) chiamata «famiglia»,
suddivisa a sua volta in due directories
chiamate «matrimonio»
e «filiazione»;
la prima delle due potrà a sua volta dividersi in «promessa di
matrimonio», «celebrazione», «problemi di
validità», «effetti personali», «effetti
patrimoniali», «crisi coniugale»; quest’ultima sub-sub
directory potrà a sua volta dividersi in «separazione» e
«divorzio» e così via.
Una
volta creata una struttura di questo genere sarà agevole inserire per ordine il materiale normativo, dottrinario e giurisprudenziale, oggi
sempre più spesso acquisito mediante i mezzi dell’informatica
giuridica documentale le mie osservazioni, riflessioni, critiche, etc. Il vero
problema, specie a distanza di anni, è quello di reperire il materiale di volta in volta
inserito. E’ chiaro infatti che possedere un vastissimo e ricchissimo
archivio di materiale inserito alla rinfusa e di difficile reperimento equivale
esattamente… a non possedere alcun tipo di archivio.
Il
primo suggerimento in proposito è quello di «battezzare» il
nuovo file in modo sufficientemente evocativo. Immaginiamo di avere reperito la seguente massima:
Sez. 2, Sentenza
n. 6120 del 06/03/2008 (Rv. 602410) Presidente:
Spadone
M. Estensore: Mazzacane V. Relatore: Mazzacane V. P.M. Fedeli M. (Conf.) Miraglia
(Mezzetti Mauro) contro Simeone ed altri (Furitano) (Rigetta,
App. Roma, 18 Novembre 2004) 082 FAMIGLIA
- 216 ACQUISTI FAMIGLIA
- MATRIMONIO - RAPPORTI PATRIMONIALI TRA CONIUGI - COMUNIONE LEGALE - OGGETTO
- ACQUISTI - Da parte di un coniuge di beni personali dell'altro coniuge
(quote sociali) - Applicabilità dell'art. 177 lettera a) cod. civ. -
Esclusione - Ragioni - Acquisto non proveniente da terzo - Fattispecie. In
tema di comunione legale tra coniugi, la previsione normativa contenuta
nell'art. 177 lettera a)
cod. civ., secondo la quale entrano a far parte della comunione gli acquisti compiuti dai
coniugi anche separatamente durante il matrimonio, ai sensi dell'art. 177
cod. civ., riguarda esclusivamente gli acquisti provenienti da terzi e non gli atti di
disposizione intercorsi tra i coniugi stessi. (Nel caso di specie, in
costanza di matrimonio, erano stati alienati da un coniuge, all'altro propri
beni personali, consistenti in quote sociali, cui era seguito, all'atto dello
scioglimento della società, l'attribuzione di un cespite immobiliare
al coniuge acquirente, escluso dalla comunione per espressa indicazione
contenuta nel rogito, seguita dalla dichiarazione adesiva dell'altro coniuge.
La Corte, confermando la sentenza di secondo grado, ne ha escluso al
riconduzione alla comunione legale, richiesta dal cedente). |
Essa
potrà essere salvata (ad esempio) come segue:
cass6120_08.doc
oppure,
se si vuole essere più espliciti:
cass6120_08quotesocialicomlegale.doc
Il
file potrà poi essere collocato nella cartella dedicata all’oggetto della
comunione legale. Poiché il vantaggio dell’uso degli
strumenti informatici è anche quello della possibilità di
disporre di grande spazio, sarà opportuno collocare la sentenza in
oggetto sia nella
cartella in tema di oggetto della comunione legale (art. 177 c.c.), sia in quella dedicata ai
beni personali (art. 179 c.c.). In altre parole, uno dei possibili
«trucchi» è quello di collocare il documento in tutte le
cartelle rispetto alle quali il documento stesso mostra di avere una qualche
attinenza.
2.
Come reperire i
documenti nel proprio computer.
Il
materiale collocato nelle varie cartelle e sotto-cartelle può essere
reperito mediante gli strumenti dell’information retrieval: dalla funzione «trova file» di
Windows e/o di Word, a programmi assai più raffinati. Il limite, infatti, di
funzioni quali quella «trova
file» di Windows o di Word è quello di non consentire una
ricerca per operatori
logici sul contenuto dei documenti, oltre ad una notevole lentezza nelle risposte.
Ma oggi in Internet esistono (disponibili vuoi gratuitamente, vuoi a pagamento)
sistemi di ricerca documenti all’interno della memoria del proprio disco
rigido, che consentono di utilizzare operatori logici e, in particolare, oltre
alla “frase fatta”
(cioè all’espressione «fissa», racchiusa solitamente
tra virgolette inglesi, dette anche apici: si pensi a “interessi
legali”, “fideiussione
omnibus”, “vacanza rovinata”, “comunione legale”, ecc.), l’operatore
«and»,
quando sono certo che determinati dati di ricerca sono presenti nel documento
ricercato, ma non ricordo esattamente la sequenza con la quale si presentano
(ad esempio, non essendo sicuro che il documento contenga l’espressione
“spese condominiali”, ovvero “spese del condominio”,
ovvero “spese di condominio”, ecc., posso utilizzare la stringa: spese and condominio).
Uno di questi programmi di information
retrieval era costituito (ormai diversi anni or sono!) da Altavista discovery, rimasto
disponibile presso il sito Altavista gratuitamente sino a tutto il 2000.
Successivamente esso è stato, a quanto pare, tolto dal mercato. Un
programma che è invece ancora disponibile on line è quello
denominato File seek, peraltro assai
meno «raffinato» dei prodotti Altavista, disponibile (a pagamento,
con un free trial di 30 giorni) al
seguente sito:
https://www.fileseek.ca/Download/
Il programma che uso, invece, da diversi anni e che trovo del
tutto soddisfacente è InfoRapid
Search & Replace, gratuitamente scaricabile dal sito
seguente:
http://www.inforapid.de/html/searchreplace.htm
Ecco la valutazione e la descrizione del progamma stesso,
rinvenibile nella pagina ora citata:
Short Description of the Program InfoRapid Search
& Replace is one of the most powerful text retrieval programs currently available
for Microsoft Windows. With its built-in converters, it’s excellently
suitable for searching and previewing HTML and RTF documents. In pure text
files, the found text passages can be replaced after the search is over. The
search and replace process can be automated with the help of batch files to
replace several phrases in one step. The found documents can be opened in a
preview window, in which the matches are highlighted. A special feature is
that InfoRapid can use Microsoft Office converters to search WinWord, Excel,
Lotus and other documents and preview them in their original layout. The advantages
of InfoRapid Search & Replace lie in the diverse search options and in
the simple operation and handiness. A click on a hypertext link in the search
result list opens the corresponding file in the text viewer and jumps
directly to the marked passage. Another click, this time with the right mouse
button, brings you back to the search result list. You can browse through the
search result list with the function keys F5 and F6, without shifting between
the file viewer and the search result list every time. If you discover a word
you want to look further on, a double click on it is sufficient to take it as
new search expression and start a new search. Up to 999 search result pages
and search parameters can be stored in a database, from where they can be
recalled via a register. InfoRapid Search
& Replace is freeware and
may be copied, distributed and used for private purposes without any limitations. Installing and using the freeware version
on a commercially used computer is absolutely prohibited. In order to
use the program commercially, you need one license (25 Euro ) for every user. If you
want to license InfoRapid Search & Replace for more than 10 users, then
you can also buy a much cheaper site license. Please ask me for details. And that’s what the press has written about InfoRapid PC WORLD Once I tried
this gem, I never used Windows’ Find feature again. Like Find,
InfoRapid lets me search for text in nearly any file. But InfoRapid’s
search combinations are vast, including Boolean operators (AND, NOT, OR and
NEAR) and phonetic searches. I can actually view the files with built-in
viewers for text, HTML, RTF and common image file formats such as BMP and
JPEG. Search results are highlighted, and a double-click on any other word
starts a new search. (Issue
MAY 2000, Page 43) Copyright 2001 by
Ingo Straub Softwareentwicklung, Wäschenbeuren |
L’unico «limite» è dato dal fatto che il programma è disponibile
solo in inglese o in tedesco. Per il resto, esso coniuga il vantaggio di
fornire un anteprima dei
files reperiti con una velocità sbalorditiva di ricerca. Esso poi offre un
collegamento diretto tra ogni anteprima dei documenti reperiti e il documento
nella sua completezza.
Così, per fare alcuni esempi, se ho una directory che contiene tutte le mie
sentenze, posso «dirigere» verso essa (e solo verso essa) la
ricerca e se, ad esempio, ricordo di avere almeno una decisione in tema di danno
da vacanza rovinata, basterà digitare l’espressione “vacanza
rovinata” scegliendo l’opzione di ricerca “Exact phrase
matching”. Se invece cerco decisioni sulla maggioranza richiesta per
installazione di un ascensore all’interno di un condominio potrò
ricorrere agli operatori logici, utilizzando, ad esempio, l’espressione [installa&ascensore&condominio&maggioranza],
cliccando sull’opzione “pattern matching”. Se cerco sentenze
sul tema della concorrenza sleale del dipendente e sul relativo rito da seguire
potrò digitare: [concorrenza&sleale&rito&lavoro],
ecc.
Un altro programma che svolge le medesime funzioni è Copernic Desktop Search, disponibile in tre versioni (di cui
una gratuita), al seguente sito web:
http://www.copernic.com/en/products/desktop-search/index.html.
Notevoli erano poi anche le funzionalità del programma Google Desktop, che
applicava alla ricerca sul proprio p.c. i criteri di ricerca affinati in anni
di leadership nel settore della
ricerca sul web. Il programma era
gratuitamente scaricabile dal sito:
http://desktop.google.com/it.
Per ragioni ignote (forse perché funzionava troppo bene ed era
gratuito?) l’applicazione non è però più
disponibile.
Di una certa utilità può anche essere la visita
della pagina che Wikipedia
dedica alla Desktop
Search; il sito contiene anche una lista di motori di ricerca sul desktop,
all’indirizzo seguente:
http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_search_engines#Desktop_search_engines.
3.
Una semplice avvertenza.
Naturalmente, questo modo di procedere nella preparazione
personale, come tutti i comportamenti umani, può presentare dei rischi e dei risvolti negativi. Il principale è
dato da quel falso
«senso di sicurezza» che si prova una volta inserito del materiale nel proprio
archivio elettronico: mi riferisco, cioè, all’illusione di
«possedere l’argomento», solo perchè ho travasato
nella memoria del mio computer un articolo o una sentenza su di una certa
questione.
Il rimedio può essere trovato seguendo gli accorgimenti
seguenti:
In definitiva, il punto cui occorre arrivare è costituito
da una vera e propria «interazione»
tra intelligenza umana ed intelligenza artificiale, mediante utilizzo del
cervello – se mi si passa l’espressione – non più solo
come un contenitore di ricordi ed informazioni, ma come un meccanismo in grado
di evocare e reperire, con l’aiuto di strumenti informatici, conoscenze
immagazzinate in banche dati residenti presso uno o più elaboratori o,
perchè no, nella rete mondiale. Come esattamente osservato da alcuni
esperti informatici «Non si tratta (...) di considerare la memoria come
un semplice elaboratore di carico/scarico dell’informazione, ma come un
dispositivo in grado di costituire una rete autonoma interpretativa in grado di
confrontarsi e connettersi al «generale»» (cfr. Parrini e Bite, I motori di ricerca nel caos della rete. Kit di
sopravvivenza , Milano, Shake Edizioni Underground,
2001, p. 17).
4. Gli ipertesti nel campo giuridico.
Proprio prendendo lo spunto dall’ultimo dei suggerimenti
testè menzionati occorre ora soffermarsi sull’utilizzo degli
ipertesti nel campo giuridico, con speciale riguardo al momento della
formazione del giurista.
Il modo di trasmissione delle idee, delle conoscenze e delle
esperienze, in generale così come nel settore giuridico è
tradizionalmente di tipo lineare. Non appena venne inventata la scrittura, infatti,
l’uomo si rese conto che per comunicare con i suoi simili aveva bisogno
di «dare ordine» alle proprie idee ed allineare, l’uno dopo
l’altro, una serie di segni in grado di riprodurre in maniera più
o meno fedele tali idee.
Ora, non sempre questa maniera di esposizione lineare, mediante una sequenza
ordinata di parole e di frasi, consente di esprimere la ricchezza dei concetti e delle relazioni tra di essi e
con altri concetti che «stanno dietro»
quel particolare discorso. Ciò è tanto più vero per quanto
attiene al linguaggio giuridico, dove, come ben sappiamo, dietro ogni parola si
celano biblioteche intere di dottrina e giurisprudenza, oltre che una fitta trama
di relazioni ed interconnessioni. Per questo ben presto sono nate forme di
esposizione del sapere giuridico in grado di presentare tangibilmente i diversi
piani su cui il discorso corre. Significativo è l’esempio delle glosse e dei commenti ai passi del
digesto e delle altre fonti romane: inventati nel medioevo dalle scuole dei
glossatori, prima, e dei commentatori, dopo, questi particolari testi, dapprima
copiati dagli amanuensi, vennero trasfusi in edizioni stampate, una volta che
l’invenzione di Gutenberg si diffuse in Europa. Tutti conosciamo poi
l’utilizzo delle note a piè di pagina, che rappresenta una vera e
propria forma rudimentale di ipertesto.
Si definisce ipertesto un testo composto
da più testi, a loro volta organizzati in forma (non sequenziale o
lineare, ma) reticolare,
mediante una serie di legami (links) tra di essi e tra ciascuno di essi
e il testo-base. Per istruttivi rilievi al riguardo,
in materia di ipertesti nel campo letterario, cliccare qui (a proposito
lo sapevate che anche il Talmud era un ipertesto ? Provate a leggere questo interessante articolo
tratto dal quotidiano «Repubblica»).
Proprio questo testo di informatica giuridica, per esempio,
è organizzato in forma ipertestuale: in esso, infatti, come in qualsiasi
altro ipertesto, i links sono evidenziati da un particolare tipo di
grafia (di solito sottolineatura e impiego del colore azzurro); mediante un
semplice click del mouse sul link si accede alla pagina collegata, che contiene
una spiegazione, un approfondimento, un commento, ecc.
Il World Wide Web (WWW) altro non è che un’enorme
rete organizzata in forma ipertestuale, caratterizzata dalla presenza di
milioni di pagine collegate a loro volta da miliardi di links. Si diceva in precedenza che l’organizzazione e
l’esposizione in forma reticolare ben s’addice alla trattazione dei
temi giuridici. A ben vedere, infatti, proprio lo stesso testo normativo presenta caratteristiche tali da renderlo
idoneo alla presentazione sotto forma ipertestuale.
A ben vedere, il campo normativo – ancora a prescindere dai richiami alla
dottrina ed alla giurisprudenza – è caratterizzato da tre possibili
livelli di collegamento ipertestuale :
· il primo è dato dal richiamo
esplicito di un articolo da
parte di un altro: cfr. per es. art. 1483 c.c. (che richiama
espressamente l’art. 1479
c.c.). In questo contesto possono essere citate le versioni ipertestuali del
codice civile disponibili online. Diversi sono ormai i siti nei quali il codice
civile viene pubblicato, sovente corredato di note esplicative, brevi commenti,
richiami «interni» (cioè tra i vari articoli dello stesso
codice) o «esterni» (cioè ad articoli di leggi speciali).
Tutto ciò è agevolato dalla forma «ipertestuale» dei
documenti informatici, con cui i richiami da un testo all’altro sono
evidenziati da un link che si può attivare mediante un semplice click
del mouse. Sovente poi tali siti sono dotati di motori di ricerca
interni, che consentono una ricerca degli articoli digitandone il numero,
oppure semplicemente inserendo le parole del testo. A titolo d’esempio
possiamo segnalare i siti seguenti:
· http://www.altalex.com/index.php?idnot=34120
.
· http://www.infoleges.it/service1/scheda.aspx?id=32807&service=1&ordinal=&fulltext=&sommario=true
(accesso a pagamento)
· http://www.codicisimone.it/codici/index0.htm
· http://www.jus.unitn.it/cardozo/Obiter_Dictum/codciv/Codciv.htm
· http://www.leggeonline.info/codicecivile/
· http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:codice.civile:1942-03-16;262
· http://www.ilcodicecivile.it/
· il secondo è dato dal richiamo
implicito di un articolo da
parte di un altro (es.: art. 1471
c.c.);
· il terzo è dato dai richiami
impliciti o espliciti ai concetti giuridici
sottesi alle norme: così, per esempio,
l’art. 1324 c.c.
richiama implicitamente la figura del negozio giuridico .
Prendendo lo spunto da questo ultimo caso si può
naturalmente andare ancora più avanti: si possono così scoprire
collegamenti idonei ad essere evidenziati tramite links ipertestuali ad
ogni piè sospinto.
Si ponga mente, per esempio, alla riflessione scaturente dai
seguenti passaggi logici:
LIBRO PRIMO DEL CODICE
CIVILE |
Art. 177, lett. a) c.c.
===> acquisti ===> diritti acquistati |
LIBRO TERZO DEL C.C. |
LIBRO QUARTO DEL C.C. |
Art. 922 c.c.: i diritti possono essere acquistati: |
Art. 1470 c.c. ===> o di un altro diritto: |
|
diritti da acquistarsi:
|
L’elemento che collega quindi questi tre quadri è
dato dalla presenza di un diritto come
oggetto di una vicenda acquisitiva. Questo è dunque il nodo (uno dei tanti possibili, naturalmente) che viene a
stabilire un rapporto tra tre libri del c.c. apparentemente così
«distanti» l’uno dall’altro.
5.
Come creare un ipertesto.
La creazione d’un ipertesto (se
non si hanno pretese di arricchimento dello stesso con particolari fronzoli, gadgets, etc.) non richiede più,
oggi, la conoscenza del linguaggio htm. E’ sufficiente creare con Winword un testo «normale» in formato .doc e
quindi salvarlo, utilizzando l’opzione «salva con nome», come
«pagina web».
I links interni si creano utilizzando l’opzione
«segnalibro», ciò che è utile al fine di legare il
sommario ai titoli dei paragrafi. Così, una volta terminato il lavoro,
pongo un segnalibro
per ognuno dei paragrafi che compongono l’ipertesto: ad esempio,
evidenziando con il cursore il titolo del paragrafo 1, e cliccando in
«inserisci segnalibro», chiamerò questo segnalibro
«para1», il secondo «para2» e così via (il
programma non sopporta – chissà perché – che si
assegnino solo numeri, per questo occorre, in un’unica sequenza
alfanumerica, indicare il nome del segnalibro, come «paragrafo1»,
«par1», «para1», ecc.) per tutti gli altri paragrafi.
Confezionato il sommario, che porrò in testa allo scritto, in
coincidenza di ognuno dei titoli porrò in evidenza il titolo, o il
numero che lo caratterizza e cliccando su «inserisci collegamento
ipertestuale» e, successivamente, su «segnalibro»,
creerò un link tra il titolo
del sommario e il segnalibro nel corpo del testo.
Naturalmente, il comando «inserisci collegamento
ipertestuale» è quello che va utilizzato per realizzare
collegamenti «esterni» con altri files e con pagine web.
Basterà al riguardo usare l’accorgimento di collocare gli altri
eventuali files da me creati e
linkati a quello principale nella medesima cartella, utilizzando sempre nomi che non posseggano
segni di punteggiatura o caratteri «strani» (.,;?-!”°#,
ecc.), né interruzioni nella sequenza dei caratteri. Andranno sempre
utilizzati caratteri minuscoli, pena il rischio di non riconscimento, una volta
collocato il file sul web. Un semplice click su «inserisci collegamento
ipertestuale» - «pagine visualizzate» consente di scegliere tra le pagine web visitate più di recente, al
fine di effettuarvi un collegamento. Se voglio linkare una pagina non ancora
visitata e voglio evitarmi la
fatica di digitare l’indirizzo web,
sovente molto lungo, dovrò andare con il browser sulla pagina in oggetto, di modo che l’indirizzo
comparirà in Winword,
cliccando, appunto, su «inserisci collegamento ipertestuale» -
«pagine visualizzate».
Un utile esercizio pratico può essere il seguente.
Una volta che ho sottoscritto un certo numero di abbonamenti a
siti e/o riviste on line, mi può essere di una certa utilità
avere tutto a portata di click. All’uopo posso creare un file in formato .htm o html recante la
lista delle pagine accessibili e i relativi indirizzi web, in modo che io possa limitarmi a cliccare sul relativo
indirizzo per accedervi. Sotto ogni pagina potrò riportare userid e password, così che non sarò costretto, di volta in
volta, a ridigitarli, ma potrò semplicemente utilizzare il comando
«copia e incolla». Procedo quindi nel modo seguente.
Creo un file con Winword, salvandolo, ad esempio, come
«riviste_online.htm» e collocandolo in una cartella del mio p.c. Il
suo aspetto potrebbe essere il seguente:
RIVISTE ON
LINE Diritto e giustizia: http://www.dirittoegiustizia.it/ Username: xxxxxxx
Password: aaaaaa Guida al diritto: http://www.diritto24.ilsole24ore.com/guidaAlDiritto/index.php
USERID yyyyyy PW bbbb Cassazione novità: http://www.cortedicassazione.it/Notizie/GiurisprudenzaCivile/GiurisprudenzaCivile.asp
Edicola Professionale Wolters Kluwer (tutte le
riviste Ipsoa, Cedam, Utet Giuridica; da consultare mensilmente per Corr.
giur., Corr. merito, Contratti, Fam. e diritto, ecc.): http://www.edicolaprofessionale.com/ Username: zzzzzz Pw: ccccccc De Agostini – Le leggi d’Italia http://www.leggiditaliaprofessionale.it
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|
A
questo punto apro il browser (i.e., ad esempio), cliccando poi su
«file – apri – sfoglia», così aprendo la pagina
predetta. Cliccando quindi su «preferiti – aggiungi a
preferiti» posso memorizzare la pagina, che potrò raggiungere con
un semplice click andando, per l’appunto su «preferiti» (o su
«collegamenti»).