Giacomo OBERTO
APPUNTI PER UN CORSO DI
INFORMATICA GIURIDICA
CAPITOLO III
IL C.E.D.
DELLA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SOMMARIO:
1. Il C.E.D. della Corte di cassazione. Generalità.
Il Centro
Elettronico di Documentazione (C.E.D.) della
Corte Suprema di Cassazione è un vero e proprio ufficio della Cassazione
medesima, costituito tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli
anni Settanta, dapprima come un’emanazione dell’Ufficio Massimario e quindi come struttura autonoma; ospitato
originariamente nel «Palazzaccio» di P.zza Cavour, è stato successivamente
trasferito in un quartiere periferico di Roma.
Esso contiene numerosi archivi (una quarantina
circa), mediante i quali è possibile effettuare un’ampia ed esaustiva
ricerca, oltre che giurisprudenziale, anche legislativa e dottrinale senza
contare la normativa regolamentare, le circolari ministeriali, i contratti
collettivi, le ordinanze e i regolamenti comunali e di altri enti.
Fortemente voluto da un gruppo di intraprendenti
magistrati (tra cui Renato Borruso, Alessandro Falcone, Vittorio Novelli e Ugo
Berni Canani) tra gli anni
Sessanta e Settanta, il Centro prese ad
organizzare, in modo automatizzato (con il sistema dell’information retrieval),
le massime della Corte Suprema di Cassazione in particolare e i documenti
giuridici in generale dando vita al sistema ITALGIURE FIND.
La prima dimostrazione pubblica
delle potenzialità del computer del Centro fu data il 21 marzo 1969 quando l’UNIVAC (la società fornitrice dell’elaboratore
centrale) diede un saggio di ricerca e di riproduzione automatica delle massime
giurisprudenziali della Suprema Corte. Il primo ottobre entrò quindi in
funzione il nuovo calcolatore che venne immediatamente impiegato per la
memorizzazione e il controllo delle firme raccolte per il referendum abrogativo
della legge istitutiva del divorzio. I primi collegamenti di
alcuni uffici giudiziari con le banche dati centrali vennero effettuati nel 1973.
Nel 1985 venne istituita la
nuova sede del CED (in via D. Chiesa 24, Roma). In quell’occasione fu
presentata anche la nuova versione potenziata e migliorata del sistema
operativo dell’elaboratore centrale (ITALGIURE FIND 2) che
permetteva, fra le altre funzioni, quella dell’autoapprendimento del
sistema sulla base delle ricerche effettuate dalla massa delle utenze. Ancora
più di recente si
Il Centro Elettronico di Documentazione contiene
attualmente una raccolta di oltre 35 milioni di documenti costantemente
aggiornati (testi legislativi, sentenze e Gazzette Ufficiali reperibili dal
1860 in poi).Tutta questa massa di dati è gestita, come si diceva,
da un sistema unitario, chiamato Italgiure-Find, che però
presenta notevoli particolarità a livello di ciascun archivio. Di tale programma
è disponibile da diversi anni una versione semplificata, realizzata dal C.E.D.:
si tratta, più esattamente, di un’interfaccia tra il sistema Italgiure e
Windows, denominata Easy
Find, in grado di rendere il primo
perfettamente integrato nell’ambiente Windows e di autmatizzare una serie
di manovre (per esempio: aperture incidentali di più archivi) che nel sistema
Italgiure risulterebbero assai più complesse. Su tali programmi esiste una
ricca letteratura.
Informazioni più dettagliate relative al
downloading del software Easy Find, così come alle modalità d’accesso
alle banche dati del C.E.D., si fa rinvio alla relativa pagina web del
Ministero della giustizia.
La connessione avviene attraverso Internet, o
attraverso la rete denominata «Arcipelago».
Ai sensi dell’art. 1 del D.P.R. 21 maggio 1981 n. 322 e D.P.R. 28
novembre 1985 n. 759, il collegamento è concesso gratuitamente a:
·
organi costituzionali,
giurisdizionali e delle amministrazioni dello Stato;
·
Magistrati;
·
Procuratori e
Avvocati dello Stato.
CATEGORIE DI APPARTENENZA (per concessioni a
pagamento)
·
aziende di Stato
aventi autonomia di bilancio e di gestione; amministrazioni regionali,
provinciali, comunali ed enti parastatali, università ed istituti pubblici di
istruzione e cultura;
·
soggetti
esercenti le professioni legali e rispettivi consigli dell’ordine e
collegi; enti pubblici non compresi in quelli della categoria A e non
economici, associazioni sindacali, associazioni politiche;
·
altri ordini
professionali, agenzie di notizie e società editrici di pubblicazioni
giuridiche, enti pubblici economici, altre persone fisiche e giuridiche
private.
Per quanto riguarda la concessione di collegamento all’utenza
privata, il C.E.D. avverte che, in attesa della emanazione del nuovo
regolamento ministeriale che dovrà ridefinire le modalità delle convenzioni, le
concessioni del servizio sono temporaneamente sospese.
Una volta che siffatto servizio sarà ripristinato, gli
interessati dovranno inoltrare domanda al Direttore del Centro Elettronico di
Documentazione, Corte Suprema di Cassazione,
Via Damiano Chiesa, 24, 00136 ROMA o inviata via Fax al numero 0635057005. Informazioni presso : Segreteria Affari Generali - tel. 063508254. Sono previsti corsi
periodici presso la sede del CED con
costi che vanno da € 50,00 circa a € 150,00 circa. articolati su
diversi livelli. I corsi sono gratuiti per le categorie già citate. Le
pubblicazioni possono essere acquistate presso il CED. Informazioni presso:
Segreteria Affari Generali - Servizio Corsi - tel. 063508271.
Una volta concluso il contratto il C.E.D. attribuisce
una «password», cioè un codice d’utenza (sequenza alfanumerica che
identifica l’utente e che va composta all’inizio di ogni «sessione
di ricerca», cioè quando si vuole installare il collegamento); il codice d’utenza
serve anche per l’addebito del conto.
Si noti che, da un po’ di tempo a questa parte,
si è andato organizzando sul web un movimento d’opinione,
tendente ad ottenere che l’accesso
alle banche dati del C.E.D. sia aperto gratuitamente a tutti.
Si consultino al riguardo i seguenti siti:
<http://www.giuristi.thebrain.net/circolo/>;
<http://www.diritto.it/>;
nonchè il sito del Senato, per il disegno di
legge n. 3068/XIII (per arrivare direttamente al documento: <http://www.senato.it/leg/13/BGT/Testi/Ddlpres/00003281.htm>).
La proposta di legge è stata ripresentata durante la XIV legislatura, ed è
quindi confluita nella proposta che ha dato luogo alla Legge 29 luglio 2003, n.
229, «Interventi in materia di
qualità della regolazione, riassetto normativo e codificazione - Legge di
semplificazione 2001», pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 196
del 25 agosto 2003. La comparazione tra tale normativa ed il progetto sopra
citato permette tuttavia di scoprire che il contenuto e ratio della legge sono assai diversi (e, per certi aspetti,
notevolmente più ambiziosi), anche se la soluzione concretamente adottata, dal
punto di vista operativo, si è risolta in una delega al governo della soluzione
delle questioni tecniche (quelle più rilevanti, ai fini che qui interessano).
La soluzione appare quindi del tutto insoddisfacente e il problema della
consultazione gratuita delle banche dati giuridiche resta aperto. E, se è vero
che il d.p.r.
17 giugno 2004, n. 195 ha stabilito, inter
alia, che (cfr. art. 2) «L’accesso agli archivi del CED, della
legislazione e dei provvedimenti della Corte costituzionale, è gratuito,
conformemente al disposto di cui all’articolo 64-sexies della legge 22 aprile 1941, n. 633», esso si è affrettato ad
aggiungere che «L’accesso e la consultazione avviene secondo modalità
operative stabilite dalla direzione generale dei sistemi informativi
automatizzati del Ministero della giustizia, che può limitare l’utilizzazione
del servizio, in funzione di particolari esigenze tecniche o organizzative,
sentito il primo presidente della Corte suprema di cassazione». Ad oggi non
risulta che tali modalità operative siano ancora state determinate. Da qualche
anno è anche online il sito ItalgiureWeb, disponibile peraltro solo per le
categorie di utenti ammesse al servizio gratuito (cfr. infra,
§ 18).
2. Gli archivi del C.E.D. (in generale).
3. I canali di ricerca negli archivi del C.E.D. I macrocanali.
Iniziamo subito con il dire che per il concetto di «canale di ricerca» non esiste una (come si è visto invece per gli archivi) una similitudine nel «mondo reale»: i canali NON sono, tanto per dire, gli «scaffali» in cui si suddividono le stanze (cioè gli archivi) della biblioteca virtuale; essi NON sono dunque sottoripartizioni di archivi. Il canale è invece una modalità di ricerca applicata alla consultazione dell’archivio: un metodo di ricerca, dunque, un sistema, una via, per ritrovare nell’archivio tutti i documenti che ci interessano e solo quelli, scongiurando in tal modo sia l’effetto «silenzio» che l’effetto «rumore».
I canali di ricerca sono moltissimi e variano da archivio a archivio; è sufficiente al riguardo la consultazione del vademecum (gratuitamente fornito a tutti gli utenti del servizio C.E.D.) per rendersene conto. In alternativa è possibile consultare lo stesso sistema Italgiure-Find.
Così, digitando per es.:
E’ possibile tentare, anche per i canali (come si è fatto per gli archivi) una sorta di catalogazione, o comunque di ripartizione in grandi categorie? A mio avviso sì, nel modo seguente (e, ovviamente, senza la pretesa di inquadrare in queste categorie tutti i canali online di tutti gli archivi, ma solo i più usati).
Una possibile classificazione dei canali è legata ai diversi sistemi di ricerca immaginabili nel sistema Italgiure-Find (su cui v. il § seguente).
Il macrocanale è invece un canale che possiede queste caratteristiche fondamentali e peculiari:
Esempi di macrocanale:
4. I possibili sistemi di ricerca negli archivi del C.E.D.
I sistemi di ricerca astrattamente immaginabili all’interno di una
banca dati giuridica (ed effettivamente applicabili nelle banche dati del
C.E.D.) sono tre, a seconda del tipo di dati di ricerca impiegati. Dato di ricerca è proprio quell’elemento che viene inserito nella
stringa di ricerca (cioè nella sequenza alfanumerica di dati che
presentiamo al sistema per formulare la nostra interrogazione) dopo la
specificazione del canale; è l’informazione che noi inseriamo nel canale
per ottenere dal sistema i documenti che stiamo ricercando.
Dato di ricerca = |
quell’elemento che viene inserito nella stringa di ricerca dopo la specificazione del canale; è l’informazione che noi inseriamo nel canale per ottenere dal sistema i documenti che stiamo ricercando. |
Stringa di ricerca = |
sequenza alfanumerica di dati che presentiamo al sistema per formulare la nostra interrogazione. |
I dati di ricerca sono classificabili all’interno di queste tre grandi categorie:
Conseguentemente, anche i canali di ricerca saranno riconducibili a questa stessa tripartizione:
Esemplificando (e riportando qui solo alcuni degli innumerevoli canali online):
(N.B.: i dati e i canali classificatori corrispondono alla seguente «filosofia»: tutto lo scibile giuridico è stato ripartito in vari gruppi di materie, a loro volta sottoripartiti in sottogruppi e sotto-sottogruppi; a ciascuno di essi viene attribuito un numero, digitando il quale vengono presentati i documenti che risultano contraddistinti da tale numero).
Passiamo ora ad un
esempio concreto, qui riportato al solo fine di ricapitolare la distinzione tra i concetti di apertura di
sessione di ricerca, archivio, canale, dato.
Se ricerco la giurisprudenza della Cassazione in
materia di atti compiuti da un coniuge in comunione legale senza il necessario
consenso dell’altro (art. 184 c.c.) dovrò operare come segue.
*
* *
1) Innanzi tutto debbo effettuare l’
APERTURA DELLA SESSIONE DI RICERCA |
$find:a123; |
*
* *
2) Quindi devo procedere all’
APERTURA DELL’ARCHIVIO |
$civile; |
analizziamo
la stringa:
$ |
civile |
; |
sigla di apertura della stringa di ricerca |
nome dell’archivio che si intende aprire |
sigla di chiusura della stringa di ricerca |
* *
*
3) A questo punto devo procedere all’
IMPOSTAZIONE DEL CANALE E DEL DATO (O DEI DATI) DI RICERCA |
$rn:pc 0184; |
analizziamo
la stringa:
$ |
rn |
pc 0184 |
; |
sigla di apertura della stringa di ricerca |
sigla del canale che si intende utilizzare |
dato che si intende inserire per la ricerca |
sigla di chiusura della stringa di ricerca |
Si noti che il canale e il dato sono separati dai due punti. Una regola fondamentale del sistema Italgiure Find è che nella medesima stringa di ricerca il segno dei due punti non può comparire mai più di una volta. Nel caso si renda necessario impiegare il medesimo segno più volte (ciò si verifica nella ricerca «pluricanale») i due punti sono sostituiti dal segno = (cioè dal segno «uguale»).
Quale delle tre vie (ricerca per dati normativi, lessiclali e classificatori) è la migliore?Non ne esiste a priori una più corretta delle altre; anzi,
teoricamente, dovrei percorrerle tutte e tre, posto che nessuna di esse va
esente da possibili errori.
Immaginiamo, per esempio, che io stia
effettuando una ricerca sulla responsabilità
aquiliana in generale.
Ma
il tempo a disposizione è sempre poco: e l’esperienza dimostra che solo la conoscenza della materia e l’esperienza
maturata nelle precedenti ricerche ci indicheranno quale sia la via da seguire
caso per caso. Il più delle volte la
soluzione risiede in un accorto
uso combinato dei tre tipi di ricerca
(soprattutto di quella per dati lessicali e di quella per dati normativi),
tenuto conto, nella formulazione delle stringhe di ricerca, dell’importanza
degli operatori logici dell’algebra booleana.
In linea generale può dirsi ancora che la
ricerca per dati lessicali (e soprattutto quella per parole testuali) si
consiglia nel caso di ricerche su temi del genere di quelli che definirei «di costruzione giuridica», quei temi, cioè su cui (in genere) non esiste una
normativa ad hoc, ovvero esistono disposizioni troppo sparse ed
eterogenee per poter essere ricondotte ad unità, e dunque ad un’univoca e
precisa stringa di ricerca di tipo normativo.
Tipici esempi al riguardo potrebbero essere
rappresentati dalla convivenza
more uxorio, dalla vendita «aliud pro alio», dalla clausola testamentaria «si sine liberis decesserit», dagli istituti della presupposizione,
del negozio giuridico, ecc., e in generale per ciò che riguarda argomenti
riconducibili ad espressioni caratteristiche e dotate di estrema selettività,
preferibilmente in lingua latina o straniera.
5. Vantaggi e limiti della ricerca con l’ausilio di strumenti informatici (in particolare nelle banche dati giuridiche del C.E.D.). I vantaggi.
Prima di procedere all’illustrazione più dettagliata della ricerca negli archivi del C.E.D. sarà opportuno presentare una schematica illustrazione dell’utilità, ma anche dei limiti, della ricerca nelle banche dati elettroniche in generale ed in quelle del C.E.D. in particolare.
Vantaggi rispetto alla ricerca «tradizionale»:
5.1. Segue. La memoria del computer in aiuto alla memoria umana.
Oltre a quelli che ho appena menzionato vi sono ancora altri vantaggi, che si prestano assai poco alla riduzione a semplici voci di uno schema, ma che ben possono essere illustrati a mezzo di semplici esempi.
Il primo tipo di tali vantaggi consiste in quello che definisco come la possibilità di instaurare un vero e proprio «dialogo» tra il sistema e la memoria dell’utente, al fine di aiutare quest’ultima nel ragionamento che porterà a reperire i documenti ricercati. Accade assai sovente, infatti, che l’utente sia in possesso di alcuni dati che, se presi singolarmente, o comunque utilizzati in una ricerca di tipo tradizionale, possono risultare assai poco selettivi, se non addirittura totalmente inutilizzabili. Opportunamente presentati ad un computer, quegli stessi dati possono portare al risultato sperato.
Immaginiamo, per
esempio, che voglia reperire il leading case in materia di diritto all’immagine dei
personaggi famosi.
Di questo ricordo solo che si tratta di una
sentenza di cui è estensore il Pres. (allora Cons.) Borruso, in relazione ad
una causa in cui era parte il calciatore Mazzola.
Ora, combinando questi due dati, posso pervenire
nel giro di pochi secondi al risultato desiderato, operando come segue:
Immaginiamo ora di cercare il leading case in materia di diritto all’identità personale (antecedente, ovviamente, al riconoscimento legislativo ad opera della l. 31 dicembre 1996, n. 675 (art. 1). Di questo precedente ricordo solo che si trattava di un caso di pubblicità di una nota marca di sigarette. Ora, combinando questo dato con quello del diritto all’identità personale, potrò pervenire nel giro di pochi secondi al risultato desiderato, operando come segue:
5.2. Segue. La memoria del computer contro errori di stampa e citazioni sbagliate.
Quante volte ci è
capitato di imbatterci in refusi
o in citazioni errate, che non
ci permettono di reperire uno o più documenti, magari per noi essenziali.
Orbene, proprio la ricerca informatizzata può aiutarci molto spesso a risolvere
il problema.
L’esempio è tratto da una nota opera in
materia di separazione personale dei coniugi e divorzio (M.
DOGLIOTTI, Separazione e divorzio, Utet, Torino, 1995, § 2, nota 45).
Qui l’Autore cita, sul tema della possibilità per i coniugi di escludere
concordemente l’adeguamento automatico dell’assegno di divorzio, la
seguente sentenza:
Cass., 2 dicembre 1985, n. 6087.
Ora, la massima
della pronunzia predetta tratta di tutt’altra questione, che nulla ha a
che vedere con la crisi coniugale.
A questo punto, tenuto conto del fatto che
l’errore si annida più sovente nel numero, che non nella data,
procedo nel modo seguente, selezionando in base al canale della data:
Così
operando ottengo 36 documenti.
A questo punto chiedo un’analisi
spettrale per numero:
che
dà luogo al seguente risultato:
0001)
1 8500654 FINE DELL’ANALISI SPETTRALE |
Sulla base di tali risultati appare evidente che il numero 6087 non può corrispondere ad una delle sentenze recanti tale data.
Imposto allora il seguente comando:
ed
ecco il risultato ottenuto:
VEDI:RIFMC |
Se l’operazione
sopra illustrata avesse portato ad un risultato negativo avrei potuto,
immaginando la presenza di un errore nella data della pronunzia, anzichè nel
numero, operare come segue.
Supponiamo che la citazione sbagliata sia la
seguente:
Cass., 2 dicembre 1965,
n. 6017.
In
questo caso, quindi si dovrebbe utilizzare il sistema del mascheramento,
sostituendo con una x le due cifre relative all’anno, oppure procedendo
per gradi, sostituendo prima quella relativa alla decade e quindi, eventualmente,
la seconda.
Es.:
5.3. Segue.
La memoria del computer contro certi luoghi comuni.
Anche lo scibile
giuridico pullula di luoghi comuni. Uno dei più diffusi è quello secondo cui il nostro legislatore non avrebbe mai menzionato
l’istituto del negozio giuridico.
Non ci si intende qui riferire, ovviamente, al richiamo (già ricordato) di cui
all’art. 1324 c.c., richiamo implicito, e per questo contestato, sebbene
inequivocabile (cfr. per esempio la Relazione ministeriale sul testo definitivo
del codice, n. 602): nel codice civile non vi è dubbio che il concetto in esame
non sia menzionato expressis verbis. Peraltro ciò accade in altre
disposizioni di legge.
Invero, una semplice indagine per parole
testuali nell’archivio legislativo del C.E.D. («lexs») ci permette di
scoprire che in più disposizioni compare ormai un preciso richiamo alla figura
del negozio giuridico, espressamente evocata.
[Operativamente:
$lexs;
$lg:ls;
$adj,s:negozio*giuridico;]
Certo, nulla di paragonabile a quel Dritter Abschnitt che il primo libro del BGB consacra integralmente ai Rechtsgeschäfte. Ma allorquando il legislatore cita per nome e cognome una figura su cui tanto inchiostro s’è versato, attribuendovi, per giunta, determinati effetti, sembra a chi scrive che di riconoscimento a livello legislativo dell’istituto non possa più farsi a meno di parlare.
Altro luogo
comune, autorevolmente avallato, è per esempio quello secondo cui il concetto
di «convenzione», nel nostro ordinamento, s’attaglierebbe a
quei soli istituti negoziali che, avendo ad oggetto rapporti non patrimoniali, devono espungersi dalla cerchia del contratto, avvertendo peraltro che debbono intendersi come
contratti in senso tecnico quelli che disciplinano il regime patrimoniale della
famiglia, sebbene il codice li chiami, ma in senso non tecnico, convenzioni
(cfr. Messineo, Dottrina generale del contratto, Milano, 1952, p. 30;
Messineo, Convenzione (dir. priv.), in ED, X, Milano, 1962, p.
510 ss.; v. inoltre Carresi, Gli effetti del contratto, in Riv. trim.
dir. proc. civ., 1958, p. 490; Pugliatti, I fatti giuridici,
Revisione e aggiornamento di A. Falzea, Milano, 1996, p. 138 s.).
Ecco, in particolare, cosa affermano,
rispettivamente, Messineo e Pugliatti:
In
quest’ultimo ordine di idee, la categoria «convenzione» si presta a
puntino come casella, nella quale inquadrare quelle figure, indubbiamente
negoziali e volontarie, le quali, però, avendo ad oggetto rapporti
non-patrimoniali, devono espungersi dalla cerchia del contratto. Si profila,
così, il secondo significato – quello che, stando al diritto italiano,
può considerarsi, il significato proprio, o tecnico di «convenzione» |
I
contratti non esauriscono la categoria dei negozi bilaterali, per quanto la
occupino in massima parte. Hanno infatti la medesima struttura di negozi
bilaterali quei negozi che si designano come convenzioni in senso tecnico e
ristretto (in senso lato il termine «convenzione», è comprensivo anche dei
negozi contrattuali). Data l’identità di struttura, la distinzione tra
queste due categorie di negozi bilaterali va fatta in rapporto ai contenuto:
i contratti hanno un contenuto patrimoniale e appartengono in prevalenza al
campo obbligatorio; le convenzioni in senso tecnico, sono piuttosto dirette a
creare uno status, una situazione giuridica stabile: esempi sono il
matrimonio (l’atto civile regolato dagli artt. 79 e ss. del Cod. Civ.
non il negozio contrattuale, che regola il regime patrimoniale tra coniugi
– artt. 159 ss. C. C. – e presuppone proprio l’atto
civile); l’adozione, per la quale si richiede il consenso dell’adottato
(art. 296 C. C.). |
In realtà, è sufficiente
una semplice analisi compiuta a mezzo di strumenti informatici (analisi per
parole testuali sul corpo del c.c. in CD-ROM) il testo del codice contiene il
termine «convenzione» in ben trentasette distinti articoli, sparsi un po’
in tutti i sei libri, ma sempre nell’accezione di «accordo su questioni
di carattere patrimoniale»: cfr. artt. 159, 166-bis, 210, 211, 388, 458, 886,
1049, 1123, 1182, 1273, 1283, 1522, 1658 1740, 1774, 1826, 1838, 1865, 2102,
2143, 2146, 2147, 2151, 2152, 2153, 2163, 2164, 2172, 2178, 2184, 2187, 2240,
2352, 2655, 2745, 2873.
5.4. Segue. La memoria del computer: possibili
integrazioni, interscambi e interazioni nell’ambito di ricerche più
complesse sul web.
6. I limiti della
ricerca informatizzata.
7. Il servizio «Novità dal Centro».
Il
servizio «Novità dal Centro» è una sorta
di bollettino d’informazione, aggiornato con cadenza quindicinale, che
presenta informazioni sulle sentenze più recenti, sulle novità in campo
normativo, giurisprudenziale e altro. Esso appare suddiviso in diverse sezioni.
Nella prima pagina sono riportate le istruzioni per accedere a tali
ripartizioni del servizio novità. Ad esso è possibile accedere in ogni momento,
digitando il comando:
$novita;
Il servizio è pure gratuitamente fornito su
Internet dal Ministero di grazia e giustizia.
Ecco come si presenta la prima pagina:
SERVIZIO «NOVITA’ DAL CENTRO» - N. 22 DEL 21.12.1998 1. LEGISLAZIONE STATALE . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . ($NOVITA:LEXS;) |
Il
servizio è ora disponibile in Internet al sito seguente: http://www.giustizia.it/cassazione/novita/ced_serv_novita_indice.htm |
8. Ricerca di una
sentenza civile conoscendone gli estremi.
8-bis Ricerca per anno.
Una delle ricerche
più semplici, ma nel contempo assai utili, è costituita dalla ricerca per anno.
Con essa io posso selezionare (sovente all’interno di un «pacchetto» di
documenti già selezionati sulla base di parametri diversi, come, per es.,
quello delle parole testuali o dei riferimenti normativi) indicando per l’appunto
l’anno o gli anni cui voglio limitare la ricerca.
Così, per esempio, se voglio limitarmi alle
sentenze dell’anno 2001, potrò semplicemente digitare:
$an:2001;
Un’altra possibilità è offerta dalla tecnica
del mascheramento.
Così, digitando:
$an:199x;
selezionerò tutti documenti compresi tra il 1990
ed il 1999.
Assai utile è poi l’analisi
spettrale per anno.
$spectr:an;
mi dà la scomposizione anno per anno dei
documenti all’interno di un certo «pacchetto» previamente ottenuto sulla
base dell’impiego di altri criteri di selezione e ricerca.
9. Ricerca del luogo di edizione o annotazione di una sentenza.
La ricerca del luogo di edizione o di annotazione nell’archivio merito non presenta problemi di sorta, atteso che i documenti in esame sono di due categorie:
Nel primo caso l’indicazione del luogo di edizione compare in calce alla massima. Nel secondo si tratta di una sentenza che, verosimilmente, non è stata pubblicata su alcuna rivista. Talora accade, però, che l’estensore di una decisione la invii, oltre che al C.E.D., anche ad una o più riviste, con il risultato che la pronunzia risulterà «schedata» più volte e comparirà come documento U.D.A., oltre che come «avviso di pubblicazione» in una o più riviste.
Per gli altri
archivi (in particolare l’archivio civile) esiste un apposito archivio (riv),
in cui la ricerca può essere effettuata, essenzialmente, con il canale asn,
già ricordato.
Es.:
Esiste anche la possibilità di effettuare una ricerca incidentale, vale a dire di ottenere la visualizzazione delle schede dell’archivio riv senza abbandonare l’archivio di giurisprudenza che si sta esplorando. Così, se ho scoperto nell’archivio civile che la sentenza n.° 7271 del 1983 della Cassazione è edita, posso digitare:
Si noti che il comando quick consente di fare ricerche incidentali ovunque. Così, se mi trovo nell’archivio merito, e voglio effettuare una ricerca in civile (cerco la sentenza n. 3227 del 1983), senza lasciare l’archivio merito, digiterò:
Peraltro,
se non ho particolari ragioni di urgenza potrò:
terminare ricerca merito e poi passare al civile
oppure:
interrompere la ricerca merito, passare a quella
civile, e riprendere quindi quella di merito digitando:
L’archivio riv, che, come si è già detto, è un archivio di tipo bibliografico, si divide in tre sotto-archivi
che si selezionano, semplicemente, digitando:
ovviamente,
solo dopo che si sia aperto l’archivio riv.
10. Il sistema degli allarmi (cenni): RIFMC e RIFMP; gli allarmi costituzionali.
Come già detto, il sistema Italgiure Find consente di reperire agevolmente, in relazione ad una data sentenza civile o penale della Cassazione, i relativi precedenti conformi, difformi o comunque attinenti a quella data questione. Essi sono infatti annotati in calce alla massima stessa, sia con la sigla dell’anno e del numero, sia con il numero di rv. Sarà quindi sufficiente riaprire l’archivio e digitare i numeri di rv indicati. L’operazione riesce particolarmente agevole nel caso di uso in multitasking
In
tal caso basta copiare nel file di testo la parte della massima contenente i
rinvii; dopo avere organizzato questi ultimi in una stringa di ricerca sotto il
canale rv ed usando l’operatore logico or (+) sarà sufficiente copiare
negli appunti tale stringa e lanciarla quindi nell’archivio riaperto.
Immaginiamo di avere rinvenuto, nell’archivio
civile, la seguente massima:
SEZ. 1
SENT. 02955 DEL 20/03/1998
RV. 513786 |
Per ottenere i precedenti segnalati dovrò:
N.B.: il suggerimento di cui sopra non può essere seguito con il programma Easy Find le cui videate non risultano, per lo meno nella versione attuale, «editabili». D’altro canto, Easy Find consente, mediante un semplice click, di accedere a tutti i «successivi» di una certa sentenza.
Quando sul
documento visualizzato compare in alto (a destra) l’allarme «rifmc»
(per il civile) o «rifmp» (o per il penale) significa che vi sono pronunzie successive che trattano della stessa questione.
Immaginiamo di avere reperito nell’archivio
civile la massima seguente:
* EDITA
*
VEDI:RIFMC |
Ecco come occorre operare per ottenere le sentenze successive:
SENTENZE
CONFORMI : |
A questo punto occorre:
Tutte
le operazioni di cui sopra si presentano assai agevolate nel sistema Easy Find,
risolvendosi con un mero «click» sull’area in rosso in corrispondenza
dell’allarme RIFMC o RIFMP.
Un comando che consente di pervenire
direttamente ai precedenti conformi, massimati e non, è il seguente:
Es.:
L’allarme costituzionale segnala invece, in relazione agli atti aventi forza
di legge, se il medesimo ha formato oggetto di una questione di legittimità
costituzionale. Se la questione è pendente apparirà, accanto all’articolo
in questione, la scritta cost; se la questione è stata già risolta con sentenza
di accoglimento comparirà la scritta *cost (allarme di costituzionalità
«rinforzato»).
cost |
questione di costituzionalità pendente |
*cost |
questione di costituzionalità definita con sentenza di accoglimento |
11. Print (show) e
stampe opzionali. Le parti del documento (massima civile).
12. I comandi di gestione della videata.
Il sistema Italgiure Find trasmette, in risposta al comando $print;, una videata per volta. Per voltare pagina occorre premere o il tasto «invio». Peraltro si è già detto che, nel caso di selezione di più documenti e di stampa con il comando $printc; è possibile visualizzare subito un certo documento digitando:
Se si desidera, invece, «saltare» in avanti o indietro rispetto alla massima che viene mostrata sul monitor, occorre digitare:
per vedere il documento numero 3, oppure:
per
tornare al penultimo documento.
Se invece si vogliono «saltare» le pagine di uno
stesso documento occorre digitare:
oppure:
a
seconda che si voglia scorrere il testo in avanti o all’indietro.
Scrivere, invece:
consente di riposizionarsi al documento visualizzato con la videata n. 2.
Un comando di grande utilità è: $back; qualora si desideri tornare alla risposta immediatamente precedente o ad una risposta precedente (funzione di scalettamento a ritroso), per cui al comando:
il
computer si posizionerà sulla risposta numero 2 già mostrata, annullando le
altre che siano state saltate. Non è possibile indicare un numero maggiore di 2
e non è consentito ricorrere a questo comando più di due volte nell’ambito
della stessa ricerca.
Si ricorda che il numero della risposta del
sistema è quella preceduta dalla lettera R inserita nella prima linea scritta
dal CED come nell’esempio:
5 DOCUMENTI 0,6 SEC. 15*15618
Nell’ipotesi di risposta negativa del computer (0 DOCUMENTI) è la ricerca stessa a posizionarsi sull’ultimo risultato valido (back automatico). Ciò significa, tra l’altro, che, se dopo una prima selezione in un qualsiasi archivio non avrò ottenuto alcun documento, non sarà necessario riaprire l’archivio medesimo.
Utile è anche il comando back riferito ad un determinato archivio. Così, se sto effettuando una ricerca nell’archivio «civile» e passo quindi all’archivio «merito», con il comando
mi
riposiziono sull’ultima risposta datami dal sistema nell’archivio
civile e recupero, quindi, l’ultimo «pacchetto» di documenti selezionati.
13. La ricerca per dati lessicali. Premessa. Il canale «pt», il thesaurus e i lemmi.
Si è già accennato
al fatto che i dati lessicali (detti anche dati alfabetici) sono nient’altro
che espressioni
linguistiche: nomi (propri o comuni),
verbi, aggettivi, avverbi, ecc.
Il canale più importante al riguardo è PT (parole testuali), un canale che consente di effettuare una ricerca
tramite, praticamente, ogni tipo di parola. Il canale si basa su di un thesaurus, cioè su di un dizionario «intelligente» (in quanto in grado di
consentire il riconoscimento anche delle forme declinate e coniugate),
contenente circa 50.000 parole, rectius: lemmi.
Nella redazione del thesaurus si sono eliminate
le c.d. «parole vuote», cioè poco significative per una ricerca in campo
giuridico, vale a dire:
Tutta questa massa di parole costituisce comunque il 47% circa del linguaggio impiegato nei documenti inseriti. Le rimanenti sono state inserite, come si diceva, seguendo il sistema della lemmizzazione. I lemmi altro non sono che le voci che compaiono in un vocabolario della lingua italiana, più esattamente:
Il
sistema è stato quindi istruito a riconoscere le forme declinate e coniugate di
questi lemmi, ciò che determina il fenomeno che va sotto il nome di
«esplosione» del thesaurus il quale, sulla base dei 50.000 lemmi, è in grado di
riconoscere (e quindi di «passare a») 1.200.000 voci coniugate o declinate. Ciò
significa dunque che, nella ricerca per parole testuali negli archivi di
legislazione, giurisprudenza e dottrina (sigla del canale «pt») è necessario indicare i sostantivi
al singolare, gli aggettivi al singolare maschile, i verbi all’infinito. L’elaboratore selezionerà i documenti che
contengono la parola indicata qualunque sia la variazione morfologica dovuta ad
un diverso genere o numero, tempo o modo. La ricerca a livello di lemma
resa possibile grazie al fatto che il thesaurus, già in fase d’indicizzazione
dei documenti, permette la lemmatizzazione automatica delle forme lessicali
presenti nei documenti stessi.
Qualche esempio di stringa di
ricerca rispettosa della regola testè enunciata:
N.B.:
termini stranieri e latini vanno però inseriti nella stringa di ricerca così
come essi si presentano nel documento che si ricerca;
es.:
[Si noti che dopo l’introduzione dei comandi di controllo di sequenza (adj e near) sarà opportuno ora formulare ora la richiesta nei modi seguenti:
N.B.: Per ottenere una selezione di documenti quanto più possibile completa e pertinente, occorre, tuttavia, indicare non una qualsiasi parola che potrebbe essere contenuta nel documento, ma soltanto le parole
|
La ricerca delle parole non lemmatizzate. Quando una parola, ricercata sul canale PT, non sia
stata «trovata» dall’elaboratore, l’utente può ricercarla su un
altro canale, creato appositamente per il reperimento delle forme lessicali che
non possono essere ricondotte automaticamente al lemma corrispondente dal thesaurus.
La sigla di questo canale PNT (Parole Non Trovate).
Si raccomanda, inoltre, l’uso del canale
PNT nell’analisi spettrale, al fine di verificare
se, per caso, la parola ricercata nonsia stata trovata a causa di errori
ortografici nella fase di input.
Es.:
Il
comando si rivela anche assai utile per scoprire gli strafalcioni. Così, per
esempio, posso constatare, digitando il comando di cui sopra nell’archivio
civile, che i contratti «per adesione» sono diventati in una pronunzia della
Cassazione i contratti «per adesionem» (qui forse il massimatore - o l’estensore?
- aveva in mente l’espressione «per relationem»!), laddove il termine
latino corretto è «adhaesio» (dunque: «per adhaesionem») e comunque esso
significa «adesione» in senso fisico, non già «espressione di consenso».
13.1. Segue. La ricerca pluridato e uso degli operatori logici con i dati lessicali.
Di fondamentale
importanza ai fini della ricerca nella banche dati giuridiche (non solo del
C.E.D., ma di ogni tipo di banca dati giuridica: si pensi per esempio a quelle
disponibili in vari siti web) è l’impiego degli operatori logici dell’algebra
booleana. L’algebra booleana prende
il suo nome da George Boole, matematico inglese del XIX
secolo (1815-1864), che ideò gli operatori logici in suo libro del 1854.
Gli operatori logici fondamentali sono tre:
Es.:
N.B.:
l’uso dell’operatore logico not è in genere
sconsigliato, in quanto può rivelarsi pericoloso per la ricerca. Accade assai
sovente, infatti, che l’esclusione dei documenti concernenti un certo
termine possa determinare la perdita di documenti che, per altri versi,
potrebbero interessare all’utente.
Può forse talora raccomandarsene l’uso (ma
sempre... cum grano salis) al fine di escludere questioni di tipo
assolutamente specialistico.
Es.:
$pt:compravendita+vendita;
$pt:(-imposta)*(-tributo)*(-tributario)*(-fiscale)*(-fisco);
Quest’operazione, compiuta nell’archivio civile, esclude dalle massime della Cassazione in tema di vendita tutte quelle che contengono riferimenti agli aspetti tributari. Vi è però il rischio che in alcune delle decisioni eliminate fossero trattati anche altri aspetti o risvolti, di tipo non prettamente fiscale. Tali documenti vengono però selezionati, operando con l’operatore logico not.
Non vi è dubbio che il segreto di una buona ricerca consista sovente in un’accorta combinazione degli operatori AND e OR. Qualche esempio al riguardo potrà risultare illuminante.
Immaginiamo di effettuare una ricerca in tema di onere della prova. Qui devo innanzi tutto tenere presente che questo medesimo concetto si può esprimere anche con i termini «onere probatorio». Le associazioni in AND da effettuare sarebbero quindi due:
onere*prova
onere*probatorio
Peraltro non posso
far seguire queste due ricerche l’una all’altra, poichè il sistema
opera sempre automaticamente in AND. La seconda stringa opererebbe quindi già
su di un pacchetto di documenti selezionato in base alla prima: nulla di nuovo,
dunque, essa potrebbe apportare.
Occorre allora porre tutti i dati di ricerca su
di una stessa stringa. Considerando con attenzione il problema, scopro che vi è
una parola che comunque mi interessa, ed è la parola «onere». Questo dato andrà
inserito in necessaria compresenza con, alternativamente, le parole prova o
probatorio.
Ecco dunque come andrà formulata la stringa di
ricerca:
In questo modo il sistema opererà l’associazione in AND tra la parola onere (che dovrà sempre essere presente in tutti i documenti da selezionare) e, alternativa, le parole «prova» e «probatorio», di cui almeno una dovrà essere presente in tutti i documenti da selezionare.
Si propone qui di seguito una serie di esempi di altre stringhe di ricerca per dati lessicali risultanti dalla combinazione di operatori logici diversi.
13.2.Segue. Troncamento, mascheramento e rosa dei lemmi.
Due accorgimenti
assai utili ai fini della ricerca sono dati dal troncamento e dal
mascheramento.
Il troncamento si ottiene ponendo il segno $
alla fine della radice di una qualiasi parola
Es.:
in questo modo otterrò tutti i documenti contenenti la parola usucapione (ev.te anche al plurale), nonchè tutti i documenti contenenti una qualche voce del verbo usucapire, e, in generale tutti i termini che abbiano inizio con la radice indicata (per es. anche l’aggettivo usucapibile).
Il mascheramento consiste nella sostituzione di uno o più caratteri
(lettere, numeri, segni) con la lettera x.
Se, per esempio, non ricordo esattamente il nome
del rel. Borruso e ritengo che possa, invece, chiamarsi Burruso, potrò
scrivere:
Lo stesso vale, poi, in relazione a determinati verbi o sostantivi della lingua italiana che possono presentarsi sotto forma leggermente diversa: classico esempio è dato dal verbo denunziare (denunciare) e dal sostantivo denunzia (denuncia): in questo caso sarà sufficiente digitare denunxiare o denunxia.
La tecnica si rivela di una certa utilità per la ricerca per dati normativi: così, se per esempio, sto cercando documenti sugli artt. 870 - 879 c.c. potrò digitare:
Si noti che la stringa di cui sopra equivale alla seguente:
o, ancora, alla seguente:
La rosa dei lemmi. Per eseguire una ricerca completa di tutti i documenti che si riferiscono ad una determinata parola, qualunque sia la variazione morfologica, è necessario indicare tutti i sei lemmi che nella lingua italiana possono derivare da una stessa radice e cioè:
I dati corrispondenti alla rosa dei lemmi vanno posti in OR tra loro, ossia devono essere collegati con il segno +.
$pt:liberta+libero+liberale+liberare+liberamente+liberalita;
Si tenga però
presente che l’impiego del sistema del troncamento
consente di ridurre di molto la lunghezza della stringa, una volta identificata
una radice sufficientemente selettiva.
Se, per esempio effettuo una ricerca sul tema
della competenza per
territorio, dovrò ricordare che le
massime sull’argomento possono esprimere il medesimo concetto in più
modi, quali:
Ecco dunque come potrò formulare la stringa di ricerca:
13.3. Segue.
La ricerca a livello di sintagmi.
Per circa trent’anni il sistema Italgiure Find non ha consentito il controllo di sequenza (corrispondente all’operatore logico ADJ, cioè «adiacente»), nè quello di prossimité (NEAR); in altre parole non permetteva di ricercare i documenti indicando che i termini posti in AND devono essere presenti in una ben precisa successione. Così, per esempio, se digito
ottengo
non solo i documenti in cui queste due parole compaiono l’una dopo l’altra
(e dunque, verosimilmente, quelli in cui si tratta dell’ «interesse
legittimo»), ma anche quelli che contengono le due parole, per così dire,
«sparse» nel testo. In quest’ultimo caso, quindi, non si tratterà di
documenti che concernono l’istituto giuridico menzionato.
Per ovviare a tale incoveniente venne creata una
ricchissima tabella dei sintagmi. Per sintagma s’intende
un’espressione costituita da due parole
immediatamente susseguenti - senza contare le preposizioni e gli articoli
interposti - avente un significato autonomo diverso dal significato delle due parole
individualmente prese.
Per ricercare i
documenti in base ai sintagmi occorre digitare $stg: seguito dalle
due parole che costituiscono il sintagma, separate tra loro da uno spazio
bianco:
Es.:
L’elaboratore
selezionerà tutti i documenti che contengono le parole indicate in sequenza e
le altre espressioni sinonime.
I sintagmi riconosciuti dall’elaboratore
sono alcune migliaia; se il sintagma ricercato non tra quelli
riconosciuti, l’elaboratore risponderà «NON TROVATO» ed occorrerà
ricercare attraverso i comandi
TSINT o CSINT se i termini collegati
costituiscono un sintagma. In caso negativo occorrerà cercare i termini col
canale PT, collegandoli con l’operatore logico AND.
Digitando, per esempio, il seguente comando
(laddove
la lettera «t» indica la «testa» del sintagma) nell’archivio «civile»,
ottengo il seguente risultato:
0001)
134 12353 STATO ABBANDONO |
Il
numero che compare nella seconda colonna di questa analisi spettrale indica la
consistenza del «pacchetto» di documenti selezionabili in relazione a ciascun
sintagma.
Analogamente, può operarsi indicando la «coda» del
sintagma, cioè il secondo termine, utilizzando il comando $csint:...;
13.3-bis. Segue. Il controllo di sequenza e di
prossimità: gli operatori logici ADJ e NEAR.
Nel corso dell’anno 2000 il CED ha introdotto nel sistema di ricerca due nuovi operatori logici, operativi con i soli dati lessicali. Ci si intende qui riferire agli operatori:
Questi due operatori reperiscono i documenti nei quali i termini inseriti quali dati di ricerca risultano compresenti ed adiacenti, o a distanza di tre parole (ADJ), ovvero alla distanza massima di quindici parole (NEAR). E’ altresì possibile specificare se si intende ottenere solo i documenti nei quali la sequenza è rispettata nell’ordine espresso dall’utente.
Es.:
$adj,s:abbandono*minore; |
ricerca tutti i documenti in cui i termini dati compaiono alla distanza massima di 3 e nell’ordine indicato |
$adj:abbandono*minore; |
ricerca tutti i documenti in cui i termini dati compaiono alla distanza massima di 3, anche non nell’ordine indicato |
$near,s:abbandono*minore; |
ricerca tutti i documenti in cui i termini dati compaiono alla distanza massima di 15 e nell’ordine indicato |
$near:abbandono*minore; |
ricerca tutti i documenti in cui i termini dati compaiono alla distanza massima di 15, anche non nell’ordine indicato |
13.4. Segue. La ricerca mediante le parole concettuali.
Per selezionare i documenti che esprimono lo stesso concetto della parola indicata - o concetti simili o correlati - con parolediverse o con perifrasi, occorre usare il canale PK (ricerca della parola in tutta l’area della sua affinità concettuale). L’elaboratore selezionerà
Nel Sistema Italgiure-Find la ricerca «concettuale» è possibile grazie al thesaurus, che procede a stabilire delle connessioni tra tutti i vocaboli della lingua italiana concettualmente affini, in modo da consentire (quanto meno entro una certa misura) al ricercatore il loro reperimento automatico. Tali connessioni non vengono stabilite a caso, ma secondo un principio costante detto della scomposizione delle parole in fattori primi semantici o semi del linguaggio.
Per effettuare la ricerca delle parole nella loro estensione «concettuale», l’elaboratore utilizza il thesaurus, che, come si è già detto, è uno speciale dizionario che contiene le parole concettuali operative (semi del linguaggio), ossia le parole direttamente ricercabili con il canale PK, e tutte le altre parole contenute nei documenti e tradotte, in fase d’indicizzazione, in semi o combinazioni di semi fondamentali del linguaggio.
Attraverso il macrocanale THM è possibile
Ad
esempio, la parola terremoto non costituisce una parola concettuale operativa;
essa potrà quindi essere ricercata attraverso il canale delle PT (parole testuali), ma non attraverso il canale delle
PK (parole concettuali). Per effettuare una ricerca concettuale in tema di
terremoti occorre accertare quale sia il trattamento della parola terremoto nel
thesaurus attraverso il canale THM:
Es.:
il sistema risponderà:
DISASTRO MOVIMENTO NATURA SISMA TERRENO
il ricercatore potrà quindi scegliere tra le varie parole operative associate alla parola terremoto quella più corrispondentealle esigenze della propria ricerca; ad esempio, la parola «sisma».
Digiterà quindi:
Verranno in tal modo selezionati sia i documenti che contengono la parola «sisma», sia i documenti che contengono espressioni equivalenti come terremoto, bradisismo o movimento tellurico.
La ricerca dei documenti contenenti nomi storici o geografici può essere effettuata sia mediante i canali di ricerca delle parole nella loro identità testuale, sia mediante i canali di ricerca delle parole nella loro estensione concettuale. Nel primo caso l’elaboratore selezionerà soltanto i documenti contenenti esattamente la parola indicata; nel secondo selezionerà anche i documenti contenenti avvenimenti storici correlati ovvero sinonimi o perifrasi della stessa entità geografica ovvero entità geografiche comprese nella parola indicata.
Ad esempio, per ottenere i documenti contenenti la parola «sicilia» in tutta la sua estensione concettuale occorre digitare:
L’elaboratore
selezionerà sia i documenti contenenti la parola Sicilia, sia quelli contenenti
l’espressione «Regione Siciliana», o Palermo,
Catania, ecc., e perfino i documenti relativi a personaggi storici o leggendari
correlati con la Sicilia.
13.5. Segue. La ricerca mediante «catene analogiche» e «catene sintagmatiche»: i comandi di relazione «test» e «link».
Di notevole
interesse appaiono i comandi «test» e «link» che consentono di consultare una
sorta di repertorio di suggerimenti per la ricerca realizzato automaticamente
sulla base delle più frequenti associazioni in or e in and degli utenti.
In particolare il comando «test»
può essere utilizzato per consultare una sorta di vero e proprio dizionario dei «sinomimi» (e di termini utili per la ricerca giuridica),
ricevendo informazioni sull’esito
delle possibili associazioni in or del termine inserito con quelli suggeriti
dal sistema. La differenza sostanziale
tra l’uno e l’altro canale è il seguente:
Così se digitiamo:
otteniamo il seguente schema:
0001) 127 ALBERO
0002) 43 ARBOREO
0003) 7 ARBUSTO
0004) 417 ASSE
0005) 20 BOSCHIVO
0006) 84 BOSCO
0007) 2 CIPRESSO
0008) 150 CULTURA
0009) 4 CUNETTA
0010) 80 FILARE
0011) 110 FORESTA
0012) 835 FRUTTO
0013) 118 GIARDINO
0014) 3 MACCHIA
0015) 4 MASSO
0016) 1084 MURO
0017) 16 PALO
0018) 165 PIANTA
0019) 90 PIANTAGIONE
0020) 2 QUERCIA
0021) 242 RADICE
0022) 296 RAMO
0023) 15 RIMBOSCHIMENTO
FINE DELL’ANALISI SPETTRALE
il che vuol dire
che nell’archivio $CIVILE; (ma, più convenientemente, questo tipo di
ricerca poteva essere effettuato su di una selezione documentale più ristretta
di un intero archivio) vi sono 127 DOCUMENTI che contengono la parola ALBERO,
43 che contengono la parola ARBOREO... e così via.
Un comando similare a $TEST: è $THOR: che
costruisce, in relazione al termine passato per argomento, una rete di
possibili termini equivalenti per affinità di significato raggruppandoli in
pacchetti diversi che sono richiamabili dall’utente con l’istruzione
(in pseudocodice):
$PT:Y=lemma1;
dove ‘lemma’ è la parola processata
con $THOR: e 1 è il numero del pacchetto scelto dal ricercatore. Così
continuando ad usare il termine ALBERO avremo:
$THOR:ALBERO;
* ALBERO *
e
di conseguenza potremo digitare:
$PT:Y=ALBERO7;
qualora ci interessasse il collegamento di ALBERO
con VIGNETO. Con lo stesso archivio, ma passando la stessa parola al canale
$LINK:, si ottiene, invece:
$LINK:ALBERO;
0001)
103 ARTIFICIALE
0002) 742 CADERE
0003) 164 CADUTA
0004) 345 CLASSIFICAZIONE
0005) 207 COLLISIONE
0006) 865 COLTIVAZIONE
0007) 2803 CONDOMINIO
0008) 2121 CONFINE
0009) 58 CROLLO
0010) 2495 DISTANZA
0011) 167 FURTO
0012) 490 MOTORE
0013) 63 ORNAMENTALE
0014) 76 TAGLIO
che è, peraltro, anche
un modo per conoscere il contenuto sintetico della selezione, sempre dal punto
di vista del dato passato per argomento, filtrando i documenti a disposizione
in chiave sintagmatica. E come se, in altri termini, si chiedesse all’elaboratore:
«tenendo conto di tutte quelle seconde parole che normalmente gli utenti,
quando eseguono una ricerca in canale $PT:ALBERO, mettono in AND con ALBERO,
quali di queste sono presenti nel monte documenti in selezione»?
Al che è come se il computer rispondesse: «tra
le parole messe usualmente in AND dalla maggioranza dei ricercatori (per
esempio $PT:ALBERO*DISTANZA) c’è DISTANZA che è presente in 2495
DOCUMENTI».
Da qui la formazione dell’elenco di cui sopra. Dal raffronto tra i due elenchi si può capire, inoltre, come i termini della prima lista, a seconda che alla parola ALBERO si assegni il significato di pianta o di parte del motore (nel senso di ALBERO MOTORE) o di parametro di confine (quale a volte è l’ALBERO, tra sedimi finitimi), sono alternativi tra loro, mentre quelli della seconda sóno sostitutivi l’uno all’altro. Un canale, quindi, garantisce una maggior precisione ($LINK:), l’altro ($TEST:) una maggiore completezza di indagine.
Va da sé che le due liste sono state poste nel testo una di seguito all’altra, in successione, solo per esemplificazione. Nella pratica sarà più conveniente, infatti, scegliere tra i due canali, in via alternativa.
Una volta che si è ottenuto uno di questi due elenchi, è abbastanza agevole passare all’ulteriore fase della ricerca che prevede la marcatura di quelle voci che ci sembrano aver riferimento con la nostra consultazione. Se, così, ci interessa sapere se incorre nell’obbligo di risarcimento il proprietario di un fondo nell’ipotesi in cui un ramo di un suo albero cadendo crei danni al vicino... potrà digitarsi di seguito all’elenco creato con $LINK: (che sembra, in questo caso, il più adatto):
oppure,
altrettanto efficacemente, poteva utilizzarsi:
$SELECT:2,3,8,9,10,14;
FUNZIONE ESEGUITA
che seleziona i numeri progressivi delle voci
dell’elenco e quindi, di seguito:
$LOOK; per conoscere quanti sono i documenti
raccolti:
R 6 3109
DOCUMENTI 0,2 SEC. 277223*3109
Il comando $select:...; può essere utilizzato non solo con i macrocanali test e link, ma anche con le analisi spettrali, quali
(e $class:...;). Detta istruzione utilissima svolge il compito di selezionare ed accantonare (facendola memorizzare all’elaboratore) una determinata informazione tratta da un elenco come quello prodotto dal comando $LINK: ove le varie voci sono disposte secondo numeri ordinali. Così, per accantonare, nell’esempio di cui sopra, tutti gli 865 documenti che contengono la parola COLTIVAZIONE, va digitato il comando $SELECT: indicando il relativo numero ordinale di riferimento 0006 senza l’indicazione dei numeri zero iniziali e cioè:
A
questo punto il sistema risponderà:
FUNZIONE ESEGUITA
L’utente dovrà allora digitare il comando:
così
operando la vera e propria selezione dei documenti.
Se si fossero scelte più voci e se ne volessero
vedere solo alcune, non resterebbe che operare una ulteriore distinzione
digitando:
specificando i numeri corrispondenti delle voci che non si vogliono scegliere.
Passando ad un’esemplificazione pratica circa l’utilità del comando «test»
basterà citare il caso seguente.
Immaginiamo di dover reperire precedenti su
questo tema:
danni o lesioni cagionati da un animale
nel corso di manovre militari.
Se digito nell’archivio civile il comando:
ottengo 0 documenti.
Impostiamo invece la ricerca come segue:
ed
ecco la visualizzazione che compare:
0001) 25
ESERCITAZIONE |
(cioè esercitazione, manovra, operazione)
ottengo
ca. 3000-4000 documenti.
A questo punto digito:
ottengo
la seguente analisi spettrale:
R
1/1 3942
DOCUMENTI 0,6 SEC.
338339*3942 |
Seleziono
1,2,3,8,15
(cioè: animale, bestia, bestiame, cavallo,
toro).
Ottengo così circa 180 documenti.
A questo punto digito:
ottengo
la seguente analisi spettrale:
R
2/2 179
DOCUMENTI 0,2
SEC. 3942*11780 |
(cioè:
militare)
ottengo 1 documento:
* EDITA
*
VEDI:RIFMC |
14. La ricerca per
dati normativi. Generalità. I canali RN e LG.
14.1. Segue. I riferimenti normativi negli archivi di giurisprudenza. Gli standards normativi per i «codici» e la Costituzione.
14.2. Segue. Gli standards normativi per i testi legislativi diversi dai «codici» e la Costituzione.
14.3. Segue. Puntualizzazioni in tema di ripartizioni delle leggi: gli articoli, gli articoli aggiunti, i commi e le ripartizioni dei commi.
14.4. Segue. Riferimenti normativi, ricerca pluridato e operatori logici.
14.5. Segue. I riferimenti normativi nell’archivio costituzionale.
14.6. Segue. La ricerca per dati normativi negli archivi legislativi. Generalità. Il canale LG.
14.6.1. Segue. I canali RN, RNPV, RNQ.
14.6.2. Segue. Decreti legge, leggi di conversione e testi coordinati.
15. La ricerca per dati classificatori.
16. Ulteriori accorgimenti per la ricerca. La ricerca pluricanale a mezzo degli operatori logici.
Si è già data la
definizione di ricerca pluridato, cioè di quella ricerca che pone nella stessa
stringa più dati, collegati tra di loro attraverso gli operatori logici. La
stessa operazione può essere compiuta, ponendo in un’unica stringa più
canali (c.d. ricerca pluricanale).
Si considerino i seguenti esempi, relativi all’archivio
civile (ma lo stesso varrebbe per altri archivi giurisprudenziali, legislativi
o dottrinarli):
$civile;
16.1. Segue.
Le analisi spettrali.
Le analisi
spettrali servono per «dare
uno sguardo» nel pacchetto di documenti selezionati, senza
però operare selezioni, senza alterare la
consistenza dell’insieme selezionato. Il comando ci aiuta quindi a sapere
se siamo sulla buona strada, e quali successive operazioni dobbiamo compiere
per operare eventuali nuove selezioni. L’analisi spettrale ci presenta
quindi una scomposizione
dell’insieme dei documenti selezionati, sulla base di un parametro,
corrispondente al canale prescelto.
Teoricamente sono possibili tante analisi
spettrali quanti sono i
canali online per ogni archivio. Potremmo
così pensare, per esempio ad un’analisi spettrale per parole ($spectr:pt),
per sapere in quanti e quali documenti ricorrono i vari termini in essi
contenuti.
Un tipo d’analisi spettrale assai in voga
è quella per anno, la quale può anche essere mirata in relazione a determinati
perio di tempo, come segue:
I seguenti esempi costituiscono invece casi di analisi spettrali mirate, in relazione alle sole leggi speciali richiamate nei documenti selezionati, ovvero ai soli articoli del codice civile, ovvero ai soli articoli del c.c. compresi tra l’870 e l’879.
Immaginiamo ora di cercare di sapere se nel 1998 la cassazione ha trattato la materia della garanzia per vizi nella vendita, senza peraltro operare ancora alcuna selezione.
Di grandissima utilità, quando la ricerca dà luogo ad un gran numero di risultati, è poi il comando $spectr:sc3; che determina una analisi spettrale per materia, cioè una scomposizione dei documenti selezionati a seconda dell’argomento trattato.
Una volta ricevuta
la visualizzazione della risposta, l’operatore può procedere ad una o più
selezioni utilizzando il comando $select:...; di cui si è già detto, seguito
quindi dal comando $look;
17. Il sistema Easy Find (cenni).
Qualche brevissimo
cenno merita infine il sistema Easy
Find, che come già ricordato più volte,
non costituisce altro se non un’interfaccia tra Italgiure Find e Windows.
Va detto innanzi tutto che molto corrette mi
paiono al riguardo le osservazioni critiche svolte da Barbarisi (Diritto e
informatica, Napoli, 1997, p. 337), che qui di seguito riporto.
Le ragioni del non pieno favore
accordato a EasyFind sono da ricercarsi nel fatto che esso si rivela uno
strumento, tutto sommato, abbastanza ‘pigro’ o comunque non ‘veloce’
e potente come il sistema a carattere (in un ambiente peraltro, qual è quello
telematico, dove il fattore costo bolletta ha una sua incidenza non
trascurabile soprattutto per chi dalla sua abitazione si connette ad un nodo
concentratore non ubicato nella sua città) (...). |
Ora, dei vantaggi
evidenziati da Barbarisi ve ne è uno solo veramente degno di nota, vale a dire
la navigazione ipertestuale tra i vari archivi del CED.
Per il resto va sottolineato che la rigidità del
linguaggio di interrogazione non è per nulla alleggerita; essa è invece appesantita da una serie di operazioni
di tipo veramente «barocco», che privano le stringhe di ricerca dell’intuitività
e della chiarezza propria dell’algebra booleana. Inoltre l’ «apposito programma di
comunicazione» («telnet») è in realtà fornito oggi all’atto dell’acquisto
di ogni computer. Non poi è affatto vero (e ricordo di averlo già rimarcato)
che le videate di Easy Find siano «editabili». L’utilizzatore è quindi
costretto (inspiegabilmente!) a «scaricare» il contenuto dei documenti
selezionati sul proprio hard disk per poi operare successive operazioni
di editing, con allungamento dei tempi.
Il consiglio che mi sento quindi di dare, per
chi usa Easy Find, è di servirsene
in modalità «emulazione terminale» per impostare le interrogazioni a mezzo
delle stringhe di ricerca con gli operatori logici dell’algebra booleana. Una volta ottenuta la risposta dal sistema, sarà
opportuno passare alla modalità Easy Find, per trarre vantaggio dalla
navigazione ipertestuale tra i vari archivi, evitando le aperture incidentali d’archivio.
Al riguardo sarà
sufficiente, una volta passati alla lettura dei documenti, collocare il cursore sulle aree in rosso. Con un semplice click sarà quindi possibile passare
dall’archivio civile a quello riv per ottenere la visualizzazione delle
«schede» relative al luogo di edizione e di eventuale annotazione della
sentenza reperita, sarà possibile ottenere il testo delle leggi citate nell’area
dei riferimenti normativi; sarà possibile ottenere informazioni sulla
costituzionalità delle leggi medesime, oppure ottenere le massime successive
conformi o difformi rispetto a quella visualizzata.
Per ulteriori informazioni al riguardo e per
ottenere il «demo» di Easy Find cliccare qui.
18. ItalgiureWeb (cenni).
E’
disponibile su internet al sito www.italgiure.giustizia.it
il nuovo sistema di ricerca documentale nella Banca dati della Corte di
Cassazione, denominato ITALGIUREWEB.
Attualmente tale possibilità di consultazione è riservata ai soli utenti che
hanno diritto al collegamento gratuito e verrà realizzata attraverso un
graduale rilascio organizzato per categorie.
Lo sviluppo del
nuovo sistema è stato realizzato dalla società SchlumbergerSema con la
tecnologia XML (eXtensible Markup Language) del motore Extraway® della 3D
Informatica e con la rete semantica della Expert Systems. L’utilizzo
della tecnologia XML permette di memorizzare le informazioni dati in file di
testo, racchiudendoli entro marcatori personalizzati allo scopo di rendere le
applicazioni web di grande comprensione e longevità.
Il progetto è
stato realizzato nell’ambito del piano di e-government del 2001, tenendo
conto delle direttive CNIPA (ex AIPA) in tema di interoperabilità e
cooperazione applicativa tra sistemi della pubblica amministrazione. L’interoperabilità
è stata realizzata attraverso l’interazione con la rete unitaria
(RUPA/RUG), mentre la cooperazione applicativa è stata realizzata attraverso l’adozione
dello standard XML per la marcatura dei testi, con particolare riferimento alla
definizione della DTD per i documenti legislativi (progetto NIR), e dello
standard URN per l’accesso unificato ai documenti. Il sistema ha tenuto
conto delle specifiche in tema di sicurezza dei sistemi della Pubblica
Amministrazione esposti su Web. Inoltre il team di progetto ha collaborato alla
ricerca, denominata PRUE, curata dalla Comunità Europea, cui ha aderito il
Ministero della Giustizia DGSIA, finalizzata a migliorare lo scambio
comunicativo tra clienti e fornitori.
Il sistema è supportato
da un servizio di helpdesk attivo al numero verde 800-905464 che assiste
l’utente dall’attivazione del collegamento alla ricerca in banca
dati.