APPUNTI PER UN CORSO
DI INFORMATICA
GIURIDICA
CAPITOLO II
IL C.E.D. DELLA CORTE SUPREMA DI
CASSAZIONE
Sommario:
· 1.
Il C.E.D. della Corte di cassazione. Generalità.
· 2.
Il C.E.D. della Corte di cassazione. Il sistema ItalgiureWeb.
· 3.
Il C.E.D. della Corte di cassazione. Modalità di accesso e costi.
· 4.
Il C.E.D. della Corte di cassazione. Manuali e informazioni sul sistema
ItalgiureWeb.
· 5. Gli archivi del
C.E.D. (in generale).
· 6.
I canali di ricerca negli archivi del C.E.D.
· 7.
I possibili sistemi di ricerca negli archivi del C.E.D.
· 8.
Vantaggi e limiti della ricerca con l’ausilio di strumenti informatici (in
particolare nelle banche dati giuridiche del C.E.D.). I vantaggi.
o
8.1.
Segue. La memoria del computer in aiuto alla memoria umana.
o
8.2.
Segue. La memoria del computer contro errori di stampa e citazioni sbagliate.
o
8.3.
Segue. La memoria del computer contro certi luoghi comuni.
· 9.
I limiti della ricerca informatizzata.
· 10.
Il servizio «Recentissime dalla Corte».
· 11. Ricerca
di una sentenza civile in ItalgiureWeb conoscendone gli estremi.
· 12.
Ricerca per anno.
· 13.
Ricerca del luogo di edizione o annotazione di una sentenza.
· 14.
Il sistema degli allarmi (cenni): i precedenti e successivi; gli allarmi
costituzionali.
· 15.
La ricerca per dati lessicali. Premessa. Il canale «Parole», il thesaurus e
i lemmi.
o
15.1.
Segue. La ricerca pluridato e uso degli operatori logici con i dati lessicali.
o
15.2. Segue.
Troncamento, mascheramento e rosa dei lemmi.
o
15.3.
Segue. La ricerca a livello di sintagmi.
o
15.4.
Segue. Il controllo di sequenza e di prossimità: gli operatori logici ADJ e
NEAR.
o
15.5.
Segue. La ricerca mediante le parole concettuali.
o
15.6.
Segue. La ricerca mediante «catene analogiche» e «catene sintagmatiche»: i
comandi di relazione «test» e «link».
· 16. La
ricerca per dati normativi.
· 17. La
ricerca per dati classificatori.
· 18.
Le analisi spettrali.
· 19.
L’archivio Merito e l’archivio Dottrina.
· 20. L’archivio Lexs.
· 21. La giurisprudenza
costituzionale.
1. Il C.E.D. della Corte di cassazione. Generalità.
Il
Centro Elettronico di Documentazione (C.E.D.) della Corte Suprema di Cassazione
è un vero e proprio ufficio
della Cassazione medesima, costituito tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni
Settanta del secolo scorso, dapprima come un’emanazione dell’Ufficio Massimario e
quindi come struttura
autonoma; ospitato originariamente nel «Palazzaccio» di P.zza Cavour, è
stato successivamente trasferito in un quartiere periferico di Roma. Esso
contiene numerosi archivi, mediante i quali è possibile effettuare un’ampia ed
esaustiva ricerca, oltre che giurisprudenziale, anche legislativa e dottrinale
senza contare la normativa regolamentare, le circolari ministeriali, i
contratti collettivi, le ordinanze e i regolamenti comunali e di altri enti.
Fortemente
voluto da un gruppo di intraprendenti magistrati (tra cui Renato Borruso,
Alessandro Falcone, Vittorio Novelli e Ugo Berni Canani) tra gli anni Sessanta
e Settanta, il Centro prese ad organizzare, in modo automatizzato (con il
sistema dell’information retrieval), le massime della Corte Suprema di
Cassazione in particolare e i documenti giuridici in generale dando vita al
sistema ITALGIURE FIND. La prima dimostrazione pubblica delle potenzialità del
computer del Centro fu data il 21 marzo 1969 quando l’UNIVAC (la società
fornitrice dell’elaboratore centrale) diede un saggio di ricerca e di
riproduzione automatica delle massime giurisprudenziali della Suprema Corte. Il
primo ottobre entrò quindi in funzione il nuovo calcolatore che venne immediatamente
impiegato per la memorizzazione e il controllo delle firme raccolte per il
referendum abrogativo della legge istitutiva del divorzio. I primi collegamenti
di alcuni uffici giudiziari con le banche dati centrali vennero effettuati nel
1973.
Nel
1985 venne istituita la nuova sede del C.E.D. (in via D. Chiesa 24, Roma). In
quell’occasione fu presentata anche la nuova versione potenziata e migliorata
del sistema operativo dell’elaboratore centrale (Italgiure Find 2) che
permetteva, fra le altre funzioni, quella dell’autoapprendimento del sistema
sulla base delle ricerche effettuate dalla massa delle utenze.
Il
Centro Elettronico di Documentazione contiene attualmente una raccolta di oltre
35 milioni di documenti
costantemente aggiornati (testi legislativi, sentenze e Gazzette Ufficiali
reperibili dal
2. Il C.E.D. della Corte di cassazione. Il sistema
ItalgiureWeb.
Con
l’avvento di Internet
le banche dati del C.E.D. si è reso disponibile, al sito www.italgiure.giustizia.it, il nuovo
sistema di ricerca documentale nella Banca dati della Corte di Cassazione,
denominato ItalgiureWeb.
Lo
sviluppo del nuovo sistema è stato realizzato dalla società SchlumbergerSema
con la tecnologia XML (eXtensible Markup Language) del motore Extraway® della
3D Informatica e con la rete semantica della Expert Systems. L’utilizzo della
tecnologia XML permette di memorizzare le informazioni dati in file di testo,
racchiudendoli entro marcatori personalizzati allo scopo di rendere le
applicazioni web di grande comprensione e longevità.
Il
progetto è stato realizzato nell’ambito del piano di e-government del 2001,
tenendo conto delle direttive CNIPA (ex AIPA) in tema di interoperabilità e
cooperazione applicativa tra sistemi della pubblica amministrazione.
L’interoperabilità è stata realizzata attraverso l’interazione con la rete
unitaria (RUPA/RUG), mentre la cooperazione applicativa è stata realizzata
attraverso l’adozione dello standard XML per la marcatura dei testi, con
particolare riferimento alla definizione della DTD per i documenti legislativi
(progetto NIR), e dello standard URN per l’accesso unificato ai documenti. Il
sistema ha tenuto conto delle specifiche in tema di sicurezza dei sistemi della
Pubblica Amministrazione esposti su Web. Inoltre il team di progetto ha
collaborato alla ricerca, denominata PRUE, curata dalla Comunità Europea, cui
ha aderito il Ministero della Giustizia DGSIA, finalizzata a migliorare lo
scambio comunicativo tra clienti e fornitori.
Il Centro elettronico di documentazione della Corte suprema di
cassazione svolge un servizio
pubblico di informatica giuridica, per diffondere la conoscenza della
normativa, della giurisprudenza e della dottrina giuridica. I dati inseriti nel
C.E.D. costituiscono una banca di dati e sono soggetti alla disciplina dettata
dalla normativa vigente (vedi art. 1 del DPR 195 del 2004).
La consultazione delle banche dati del C.E.D. avviene tramite il
sistema di ricerca ItalgiureWeb
che si basa su tecnologie web oriented. L’accesso per le categorie a
pagamento è regolamentato dal DPR 322 del 1981, modificato dal DPR 759 del
1985, dal DPR 195 del 2004, e dal recente DM 7 febbraio 2006.
Un servizio di helpdesk è disponibile chiamando:
· dal lunedì al venerdì, dalle ore 8:30 alle
ore 14:30 (+39 06 6883 3943)
· per info tecniche: lun-ven 8:30/18:00;
sabato 09:00/12:00 (+39 06 6818 8433)
Gli operatori assistono l’utente nella risoluzione di
problematiche generali inerenti l’accesso e l’utilizzo del sistema.
3.
Il C.E.D. della Corte di cassazione. Modalità di accesso e costi.
Problematiche di carattere generale hanno impedito che si potesse
affrontare in modo organico la revisione della normativa che riguarda l’accesso
al servizio di informatica giuridica fornito dal CED della Corte di cassazione.
Il Decreto del Ministero della Giustizia 7 febbraio 2006 si limita ad
introdurre alcune modifiche indispensabili per rendere compatibili le modalità
di calcolo dei consumi, pensate per il «vecchio» EasyFind negli anni 1980, con
il nuovo sistema ItalgiureWeb basato, invece, su tecnologie web oriented. Il Decreto sopra citato
prevede nuove modalità di tariffazione del servizio di informatica giuridica
del CED. Le principali novità riguardano l’eliminazione del parametro dei
caratteri in output, la diversa
modalità di calcolo del tempo di collegamento, i costi unitari e le fasce
orarie. Sono introdotte inoltre modifiche alla disciplina delle ricerche a
pagamento presso gli uffici giudiziari e alle tariffe dei corsi di formazione
organizzati dal CED.
Sulla base della normativa in vigore, alcune categorie di utenti hanno diritto ad accedere gratuitamente
ad ItalgiureWeb. Le pubbliche amministrazioni ed i privati che non rientrano
fra gli utenti ad accesso gratuito, sono suddivisi per categorie di appartenenza come indicato
indicato in tabella. Nell’eventualità che l’interessato non individui con esattezza
la propria categoria di appartenenza, e non rientri tra gli utenti ad accesso
gratuito, può inviare una richiesta al CED nella quale dovrà specificare oltre
alle proprie generalità ed un recapito, anche la professione svolta o l’ente di
appartenenza.
Di seguito i passi da seguire per abbonarsi ad ItalgiureWeb (per
qualunque chiarimento contattare i numeri 06 3508317/384/477):
· 1 Stampare la domanda di ammissione al servizio con il promemoria
dei documenti richiesti.
· 2 Individuare la categoria di appartenenza e scegliere il tipo di
concessione (in abbonamento,
nel caso in cui si voglia disporre di 1000 minuti di collegamento l’anno e
pagare solo le eccedenze a tale limite, oppure con fatturazione, nel
caso in cui si voglia pagare per ogni minuto di collegamento effettuato).
· 3 Stampare e compilare il contratto per la concessione corrispondente alla propria
categoria (in abbonamento o con fatturazione, vedi sopra), avendo
cura di apporre una firma in fondo ad ogni pagina del contratto stesso.
· 4 Versare l’importo relativo al canone annuo in base alla categoria
di appartenenza ed alla concessione prescelta sul c/c postale intestato alla
competente sezione della Tesoreria Provinciale dello Stato, indicando la causale: «canone per utenza di informatica giuridica
imputabili al capo XI, cap, 2408».
· 5 Effettuare il deposito cauzionale d’importo pari a quello del
canone seguendo le indicazioni fornite dalla Tesoreria Provinciale dello Stato per l’apertura di un
deposito in numerario.
· 6 versare l’importo di € 168,00 sul c/c postale n. 871012 intestato
alla Tesoreria Provinciale dello Stato di Roma, indicando come causale: «spese di registrazione della convenzione e
diritti di copia con imputazione al capo XI, cap. 3526».
· 7 Inviare con raccomandata A/R la domanda di ammissione e tutta la
documentazione richiesta al CED della Corte Suprema di Cassazione - via Damiano
Chiesa, 24 - 00136 ROMA
Per quanto attiene ai costi del servizio, come risulta evidente dalla tabella richiamata riportata e dalle indicazioni desumibili dal D.M. 7 febbraio 2006:
1. Il pagamento del canone di abbonamento al
servizio di informatica giuridica del Centro elettronico di documentazione
della Corte di cassazione (C.E.D.) consente il collegamento per 1000 minuti
l’anno. Per le ricerche compiute in eccedenza a tale limite, l’utente è tenuto
al pagamento: per la categoria A, di Euro 0,50 per ogni minuto di collegamento;
per la categoria B, di Euro 1,00 al minuto e, per la categoria C, di Euro 1,25
al minuto.
2. Per le concessioni a fatturazione il costo
di collegamento è di Euro 1,25 al minuto.
3. I parametri di cui ai punti 1 e 2 sono
moltiplicati per 1,5 per le ricerche effettuate tra le ore 10 e le ore 14 e per
0,50 per le ricerche effettuate dalle ore 20 fino alle ore 10.
Il D.M. 7 febbraio
Per agevolare l’utente che intende comprendere come evolve il
calcolo dei propri consumi, è stato predisposto un pulsante, nella schermata di
ricerca, che consente di conoscere il tempo di collegamento nella
giornata. Per l’utente che fa un uso costante del sistema, appare
consigliabile la soluzione concessione in abbonamento, che assicura
collegamenti per 1000 minuti l’anno.
Per ulteriori informazioni cliccare qui.
4. Il
C.E.D. della Corte di cassazione. Manuali e informazioni sul sistema ItalgiureWeb.
Il sistema ItalgiureWeb è quanto mai complesso. Fortunatamente sono disponibili online diversi strumenti che possono
agevolare la comprensione di tutte le funzioni e le utilità di siffatto nuovo
strumento.
In primo luogo un manuale diviso in due parti è disponibile in formato (zippato)
.pdf nella homepage www.italgiure.giustizia.it,
cliccando sul tasto «manuale utente». I relativi indirizzi web sono i seguenti:
· http://www.italgiure.giustizia.it/nifuser/download.asp?file=Manuale_Utente_v15.0.zip
· http://www.italgiure.giustizia.it/nifuser/download.asp?file=Esempi_di_ricerca_15.0.zip
In secondo luogo un manuale utente è attivabile cliccando sul punto interrogativo che
compare in alto a destra sulla barra dei comandi (o barra dei pulsanti),
visibile in ogni archivio:
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
In terzo luogo, ogni
archivio consente l’accesso ad una serie di informazioni e spiegazioni
pratiche, cliccando sul punto
interrogativo rosso che compare, in basso a sinistra, su ciascuna delle
«linguette» delle varie cartelle dei canali, che consentono di attivare i
diversi canali:
|
Infine, un dettagliato corso, di notevole utilità, è
disponibile tramite il sistema di e-learning
chiamato «Sinfodia», accessibile cliccando sull’apposita icona, nella parte in
basso a destra della home page: http://www.italgiure.giustizia.it.
5. Gli archivi
del C.E.D. (in generale).
Gli archivi del C.E.D. non sono altro che vere e proprie banche dati elettroniche,
cioè (v. il Capitolo I di questi appunti) «collezioni di dati organizzati e
omogenei concernenti uno o più argomenti affini, gestite da un calcolatore e
messe a disposizione degli utenti non informatici mediante un linguaggio di
interrogazione appropriato».
Possiamo quindi dire che gli archivi sono ripartizioni della memoria centrale e, se vogliamo
usare una similitudine tratta dal «mondo reale», possiamo immaginarli come
altrettante stanze
di un’enorme biblioteca,
delle stanze nelle quali il materiale è inserito seguendo un criterio tematico:
ognuna di esse sarà quindi dedicata ad un determinato argomento. Tornando alla
distinzione tra banche dati giuridiche documentali e fattuali possiamo dire che
si tratta (per lo meno nella maggior parte dei casi) di banche dati giuridiche
documentali.
L’elenco completo degli archivi online è disponibile
semplicemente posizionandosi sulla homepage del servizio ItalgiureWeb: http://www.italgiure.giustizia.it:
ItalGiureWeb -
Corte Suprema di Cassazione
Archivi normativi |
|
CODICI - Dispositivi Corte Costituzionale |
|
ECO - Normativa in materia ambientale |
|
Archivi giurisprudenziali |
|
ACQUE - Tribunale Superiore delle Acque |
|
Archivi dottrinali |
|
SCHEMA - Schemi Classif. Corte Cassaz. |
SCHEMB - Schemi Classif. Corte Cassaz. |
|
Cercando di riassumere, va detto che gli archivi più importanti e
consultati sono fondalmente riconducibili a tre tipi:
6.
I canali di ricerca negli archivi del C.E.D.
Iniziamo subito con il dire che per il concetto di «canale di ricerca» non
esiste una (come si è visto invece per gli archivi) una similitudine nel «mondo reale»: i canali
NON sono, tanto per dire, gli «scaffali» in cui si suddividono le stanze (cioè
gli archivi) della biblioteca virtuale; essi NON sono dunque sottoripartizioni
di archivi. Il canale è invece una modalità di ricerca applicata alla consultazione dell’archivio:
un metodo di ricerca, dunque, un sistema, una via, per ritrovare nell’archivio
tutti i documenti che ci interessano e solo quelli, scongiurando in tal modo
sia l’effetto «silenzio» che l’effetto «rumore».
I canali di ricerca sono moltissimi e variano da archivio a archivio; essi sono peraltro
evidenziati nella maschera
di ricerca di ogni archivio e suddivisi per categoria. Essi sono, cioè,
ordinati per argomenti, cui corrispondono altrettante «cartelle» o «linguette»
che, sporgendo, evidenziano il contenuto di ognuna di esse in relazione ai
canali disponibili. Cliccando su ognuna di esse sarà possibile attivare una
serie di canali di ricerca.
Così, ad esempio, nell’archivio civile, i gruppi di canali sono i seguenti:
· ricerca sintetica,
· parole e classificazione,
· riferimenti normativi,
· riferimenti giurisprudenziali,
· estremi e parti.
Cliccando su ognuna delle «linguette» (ed eventualmente sul punto
interrogativo rosso, per ricevere informazioni), si accede ai vari canali. Cliccando sui nomi dei canali
sarà possibile compiere delle «analisi spettrali» (su cui v. infra, § 18), cioè delle esplorazioni
dell’archivio (o del pacchetto di documenti selezionati) in relazione al parametro
fornito dal canale.
E’ possibile tentare, anche per i canali (come si è fatto per gli
archivi) una sorta di catalogazione,
o comunque di ripartizione in grandi categorie? A mio avviso sì, nel modo
seguente (e, ovviamente, senza la pretesa di inquadrare in queste categorie
tutti i canali online di tutti gli archivi, ma solo i più usati).
·
Per
esempio, il canale «Parole»
(che caratterizza la ricerca per parole testuali), esiste e funziona in quasi tutti gli archivi; lo
stesso è a dirsi per il canale dell’anno («Anno»).
·
Canali,
invece, quali «Presidente»
o «Estensore»,
invece, esistono ed hanno un senso solo negli archivi giurisprudenziali. Il
canale «Autore»
esiste ed ha un senso solo nell’archivio Dottrina.
Una
possibile classificazione dei canali è legata ai diversi sistemi di ricerca
immaginabili nel sistema ItalgiureWeb (su cui v. il § seguente).
7. I
possibili sistemi di ricerca negli archivi del C.E.D.
I sistemi di
ricerca astrattamente immaginabili all’interno di una banca dati
giuridica (ed effettivamente applicabili nelle banche dati del C.E.D.) sono tre, a seconda del tipo
di dati di ricerca impiegati. Dato di ricerca è proprio quell’elemento che viene inserito
nella stringa di ricerca
(cioè nella sequenza alfanumerica di dati che presentiamo al sistema per
formulare la nostra interrogazione) all’interno della casella relativa ad un
certo canale; è l’informazione che noi inseriamo nel canale per ottenere dal
sistema i documenti che stiamo ricercando.
Dato di ricerca = |
quell’elemento che viene inserito nella stringa di ricerca dopo
la specificazione del canale; è l’informazione che noi inseriamo nel canale
per ottenere dal sistema i documenti che stiamo ricercando. |
Stringa di ricerca = |
sequenza alfanumerica di dati che presentiamo al sistema
per formulare la nostra interrogazione. |
I
dati di ricerca sono classificabili all’interno di queste tre grandi categorie:
Conseguentemente,
anche i canali di ricerca
saranno riconducibili a questa stessa tripartizione:
Esemplificando
(e riportando qui solo alcuni degli innumerevoli canali online):
N.B.:
i dati e i canali classificatori corrispondono alla seguente «filosofia»: tutto
lo scibile giuridico è stato ripartito in vari gruppi di materie, a loro volta
sottoripartiti in sottogruppi e sotto-sottogruppi; a ciascuno di essi viene
attribuito un numero, digitando il quale vengono presentati i documenti che
risultano contraddistinti da tale numero (sul tema v. in dettaglio infra, § 17).
Passiamo
ora ad un esempio concreto,
qui riportato al solo fine di ricapitolare la distinzione tra i concetti di
apertura di sessione di ricerca, archivio, canale, dato.
Se
ricerco la giurisprudenza della Cassazione in materia di atti compiuti da un
coniuge in comunione legale senza il necessario consenso dell’altro (art. 184
c.c.) dovrò operare come segue.
* * *
1) Innanzi tutto debbo effettuare l’
APERTURA DELLA SESSIONE DI RICERCA |
* * *
2) Quindi devo procedere all’
APERTURA DELL’ARCHIVIO |
Cliccare su «Civile» |
* * *
3) A questo punto devo procedere all’
IMPOSTAZIONE DEL CANALE E DEL DATO (O DEI DATI) DI RICERCA |
Clicco su «Riferimenti normativi» |
A fianco del canale: «Estremi» compongo la stringa seguente: |
La ricerca di cui sopra è avvenuta con c.d. «linguaggio naturale». In alternativa posso
scegliere il riferimento al codice civile nella casella «Tipo» e quindi digitare
184 nella casella «Articolo».
Quale delle tre vie (ricerca per dati normativi, lessiclali e
classificatori) è la migliore?
Non ne esiste a priori
una più corretta delle altre; anzi, teoricamente, dovrei percorrerle
tutte e tre, posto che nessuna di esse va esente da possibili errori.
Immaginiamo,
per esempio, che io stia effettuando una ricerca sulla responsabilità aquiliana in generale.
Ma
il tempo a disposizione è
sempre poco: e l’esperienza dimostra che solo la conoscenza della materia e l’esperienza maturata
nelle precedenti ricerche ci indicheranno quale sia la via da seguire caso per
caso. Il più delle volte la soluzione risiede in un accorto uso combinato dei
tre tipi di ricerca (soprattutto di quella per dati lessicali e di quella per
dati normativi), tenuto conto, nella formulazione delle stringhe di ricerca,
dell’importanza degli operatori
logici dell’algebra booleana (su cui v. infra, §§ 15.1, 15.4).
In
linea generale può dirsi ancora che la ricerca per dati lessicali (e soprattutto quella per
parole testuali) si consiglia nel caso di ricerche su temi del genere di quelli
che definirei «di
costruzione giuridica», quei temi, cioè su cui (in genere) non esiste
una normativa ad hoc, ovvero esistono disposizioni troppo sparse ed
eterogenee per poter essere ricondotte ad unità, e dunque ad un’univoca e
precisa stringa di ricerca di tipo normativo, e, nello stesso tempo, laddove
sono individuabili termini lessicali sufficientemente selettivi.
Tipici
esempi al riguardo potrebbero essere rappresentati dalla convivenza more uxorio, dalla vendita «aliud pro alio», dalla clausola testamentaria «si sine
liberis decesserit», dagli istituti della presupposizione, del negozio giuridico, ecc., e in generale per ciò che
riguarda argomenti riconducibili ad espressioni caratteristiche e dotate di
estrema selettività, preferibilmente in lingua latina o straniera.
8. Vantaggi
e limiti della ricerca con l’ausilio di strumenti informatici (in particolare
nelle banche dati giuridiche del C.E.D.). I vantaggi.
Prima di procedere all’illustrazione più dettagliata della ricerca
negli archivi del C.E.D. sarà opportuno presentare una schematica illustrazione
dell’utilità, ma anche dei limiti, della ricerca nelle banche dati elettroniche
in generale ed in quelle del C.E.D. in particolare.
Vantaggi
rispetto alla ricerca «tradizionale»:
8.1. Segue.
La memoria del computer in aiuto alla memoria umana.
Oltre
a quelli che ho appena menzionato vi sono ancora altri vantaggi, che si
prestano assai poco alla riduzione a semplici voci di uno schema, ma che ben
possono essere illustrati a mezzo di semplici esempi. Il primo tipo di tali
vantaggi consiste in quello che definisco come la possibilità di instaurare un vero e proprio
«dialogo» tra il sistema e la memoria dell’utente, al fine di aiutare
quest’ultima nel ragionamento che porterà a reperire i documenti ricercati.
Accade assai sovente, infatti, che l’utente sia in possesso di alcuni dati che, se presi singolarmente, o
comunque utilizzati in una ricerca di tipo tradizionale, possono risultare
assai poco selettivi, se non addirittura totalmente inutilizzabili. Opportunamente presentati
ad un servizio di interrogazione di una banca dati elettronica, quegli stessi
dati possono portare al risultato sperato.
Immaginiamo,
per esempio, che voglia reperire il leading case in materia di diritto all’immagine dei personaggi famosi.
Di questo ricordo solo che si tratta di una sentenza di svariati anni or sono,
di cui era estensore il
Pres. (allora Cons.) Borruso, in relazione ad una causa in cui era parte
un famoso calciatore, che si era opposto alla produzione e commercializzazione
di un bambolotto
recante la sua effigie.
Ora, combinando questi due dati, posso pervenire nel giro di pochi
secondi al risultato desiderato, operando come segue:
Immaginiamo ora di cercare il leading case in materia di diritto all’identità personale
(antecedente, ovviamente, al riconoscimento legislativo ad opera della l. 31
dicembre 1996, n. 675 (art. 1),
ora confluita nel t.u. denominato «Codice
in materia di protezione dei dati personali» (d.lgs. 30 giugno 2003, n.
196). Di questo precedente ricordo solo che si trattava di un caso di
travisamento del pensiero di un noto studioso, per ottenere una surrettizia
forma di pubblicità di una nota marca di sigarette. Ora, combinando questo dato con quello
del diritto all’identità personale, potrò pervenire nel giro di pochi secondi
al risultato desiderato, operando come segue:
oppure:
8.2. Segue.
La memoria del computer contro errori di stampa e citazioni sbagliate.
Quante
volte ci è capitato di imbatterci in refusi o in citazioni
errate, che non ci permettono di reperire uno o più documenti, magari
per noi essenziali. Orbene, proprio la ricerca informatizzata può aiutarci
molto spesso a risolvere il problema.
L’esempio è tratto da una nota opera in materia di separazione
personale dei coniugi e divorzio (M. Dogliotti,
Separazione e divorzio, Utet, Torino, 1995, § 2, nota 45). Qui l’Autore cita, sul tema della possibilità per i coniugi di escludere
concordemente l’adeguamento automatico dell’assegno di divorzio, la
seguente sentenza:
Cass., 2 dicembre 1985, n. 6087.
Per
reperire la pronunzia opero come segue:
Ora, la massima della pronunzia predetta tratta di tutt’altra
questione, che nulla ha a che vedere con la crisi coniugale. A questo punto,
tenuto conto del fatto che l’errore si annida più sovente nel numero, che non
nella data, procedo nel modo seguente, selezionando in base al canale della
data:
Così operando ottengo 36 documenti.
A questo punto chiedo un’analisi spettrale per numero, semplicemente cliccando sul link relativo alla parola «Numero», ciò che dà luogo al seguente risultato:
Sulla base di tali risultati appare evidente che il numero 6087
non può corrispondere ad una delle sentenze recanti tale data.
Imposto allora la seguente ricerca:
· Parole e classificazione – Intero testo: assegno adegua* automatic*
ed ecco il risultato ottenuto:
Sez. 1, Sentenza n. 6017
del 02/12/1985 (Rv. 443159) Presidente: LA TORRE A.
Estensore: TILOCCA E. P.M. DI RENZO M. (CONF)
LUCCO contro VIRANO 082 FAMIGLIA - 209 COMUNIONE LEGALE - IN
GENERE 443159 FAMIGLIA - MATRIMONIO - SCIOGLIMENTO - DIVORZIO -
OBBLIGHI - VERSO L’ALTRO CONIUGE - ASSEGNO - ADEGUAMENTO AUTOMATICO AL
DEPREZZAMENTO DELLA MONETA - LIMITI - ADESIONE DEL DEBITORE - IRRILEVANZA.* IL PRINCIPIO, SECONDO IL QUALE L’ASSEGNO
DI DIVORZIO NON PUÒ ESSERE ANCORATO A MECCANISMI DI ADEGUAMENTO AUTOMATICO
CORRELATI AL FUTURO DEPREZZAMENTO DELLA MONETA, SALVO CHE SIA POSSIBILE
FISSARE CON CERTEZZA, A FRONTE DEL DETERIORAMENTO DELLA POSIZIONE DEL CONIUGE
BENEFICIARIO PER EFFETTO DEL FENOMENO INFLATTIVO, UN AUMENTO DEI REDDITI DEL
CONIUGE OBBLIGATO IN CONSEGUENZA DEL FENOMENO MEDESIMO, NON È SUSCETTIBILE DI
DEROGA, SOTTO IL PROFILO DI UN’ADESIONE DEL DEBITORE A DETTI MECCANISMI, IN
RELAZIONE A PREGRESSI PATTI DI INDICIZZAZIONE DELL’ASSEGNO DI MANTENIMENTO IN
REGIME DI SEPARAZIONE, STANTE L’AUTONOMIA E DIVERSA FUNZIONE DI TALE ULTIMO
ASSEGNO. ( V 549/84, MASS N 432782; ( V 6094/82, MASS N 423783).*
Massime precedenti Vedi: Rv. 432782, N. 549 del 1984 Rv. 423783, N. 6094
del 1982 |
Se l’operazione sopra illustrata avesse portato ad un risultato
negativo avrei potuto, immaginando la presenza di un errore nella data della pronunzia, anzichè
nel numero, operare come segue.
Supponiamo che la citazione sbagliata sia la seguente:
Cass., 2 dicembre 1965, n. 6017
8.3. Segue.
La memoria del computer contro certi luoghi comuni.
Anche lo scibile giuridico pullula di luoghi comuni. Uno dei più
diffusi è quello secondo cui il nostro legislatore non avrebbe mai menzionato
l’istituto del negozio
giuridico. Non ci si intende qui riferire, ovviamente, al richiamo di
cui all’art. 1324 c.c., richiamo implicito, e per questo contestato, sebbene
inequivocabile (cfr. per esempio la Relazione ministeriale sul testo definitivo
del codice, n. 602): nel codice
civile non vi è dubbio che il concetto in esame non sia menzionato expressis
verbis. Peraltro ciò accade in altre disposizioni di legge.
Invero, una semplice indagine per parole testuali nell’archivio
legislativo del C.E.D. («lexs»)
ci permette di scoprire che in più disposizioni compare ormai un preciso
richiamo alla figura del negozio giuridico, espressamente evocata.
Si pensi, in particolare, all’esplicita menzione del negozio giuridico contenuta nell’art.
A ciò s’aggiungano, come pure rilevato in dottrina (v. Donisi
1997, 24, nota 88), gli artt. 1, 5° co. e 12, 1° co., d.l. 15.1.1991, n. 8
(convertito con modifiche nella legge 15.3.1991, n. 82, Nuove misure in materia
di sequestri di persona a scopo di estorsione) e l’art. 7, 1° co., l.
12.8.1993, n. 310 (Norme per la trasparenza nella cessione di partecipazioni e
nella composizione della base sociale delle società di capi-tali), ove si
discorre, rispettivamente, di «negozi giuridici» e di «atto negoziale».
Certo, nulla di paragonabile a quel Dritter Abschnitt che
il primo libro del BGB consacra integralmente ai Rechtsgeschäfte.
Ma allorquando il legislatore cita per nome e cognome una figura su cui tanto
inchiostro s’è versato, attribuendovi, per giunta, determinati effetti, sembra
a chi scrive che di riconoscimento a livello legislativo dell’istituto non
possa più farsi a meno di parlare.
Altro luogo comune, autorevolmente avallato, è per esempio quello
secondo cui il concetto di «convenzione»,
nel nostro ordinamento, s’attaglierebbe
a quei soli istituti negoziali che, avendo ad oggetto rapporti non patrimoniali,
devono espungersi dalla cerchia del contratto, avvertendo peraltro che debbono
intendersi come contratti in senso tecnico quelli che disciplinano il regime
patrimoniale della famiglia, sebbene il codice li chiami, ma in senso non
tecnico, convenzioni (cfr. Messineo,
Dottrina generale del contratto, Milano, 1952, p. 30; Messineo, Convenzione (dir. priv.),
in ED, X, Milano, 1962, p. 510 ss.; v. inoltre Carresi, Gli effetti del contratto, in Riv. trim.
dir. proc. civ., 1958, p. 490; Pugliatti,
I fatti giuridici, Revisione e aggiornamento di A. Falzea, Milano, 1996,
p. 138 s.).
Ecco, in particolare, cosa affermano, rispettivamente, Messineo e
Pugliatti:
In quest’ultimo ordine di idee, la categoria «convenzione» si
presta a puntino come casella, nella quale inquadrare quelle figure,
indubbiamente negoziali e volontarie, le quali, però, avendo ad oggetto
rapporti non-patrimoniali, devono espungersi dalla cerchia del contratto. Si
profila, così, il secondo significato – quello che, stando al diritto
italiano, può considerarsi, il significato proprio, o tecnico di
«convenzione» (...) Il matrimonio (quale negozio, che dà origine a rapporti
personali), la separazione personale consensuale fra coniugi, il
riconoscimento bilaterale del figlio, l’adozione e l’affiliazione – insomma
tutti i negozi giuridici familiari a due parti – si collocano spontaneamente,
sotto il concetto di «convenzione». Spicca in essi, il sopra notato carattere
(«consensuale», come si desume dagli art. 107 comma I, 158, 250, 296 c.c.):
nel che, appunto si manifesta il comune carattere negoziale. Invece, sono contratti in senso tecnico, quelli che disciplinano
il regime patrimoniale della famiglia (art. 159 ss. c.c.), sebbene il codice
li chiami – ma in senso non-tecnico – «convenzioni». |
I contratti non esauriscono la categoria dei negozi bilaterali,
per quanto la occupino in massima parte. Hanno infatti la medesima struttura di
negozi bilaterali quei negozi che si designano come convenzioni in senso
tecnico e ristretto (in senso lato il termine «convenzione», è comprensivo
anche dei negozi contrattuali). Data l’identità di struttura, la distinzione
tra queste due categorie di negozi bilaterali va fatta in rapporto ai
contenuto: i contratti hanno un contenuto patrimoniale e appartengono in
prevalenza al campo obbligatorio; le convenzioni in senso tecnico, sono
piuttosto dirette a creare uno status, una situazione giuridica stabile:
esempi sono il matrimonio (l’atto civile regolato dagli artt. 79 e ss. del
Cod. Civ. non il negozio contrattuale, che regola il regime patrimoniale tra
coniugi – artt. 159 ss. C. C. – e presuppone proprio l’atto civile);
l’adozione, per la quale si richiede il consenso dell’adottato (art. |
In realtà, è sufficiente una semplice analisi compiuta a mezzo di
strumenti informatici (analisi per parole testuali sul corpo del c.c. in
CD-ROM, oppure online al sito seguente:
http://www.infoleges.it/service1/scheda.aspx?id=32807&service=1&ordinal=&fulltext=&sommario=true)
il testo del codice contiene il termine «convenzione» (o «convenzioni») in alcune decine di distinti
articoli, sparsi un po’ in tutti i sei libri, ma sempre nell’accezione di
«accordo su questioni di carattere patrimoniale»: cfr. artt. 159, 166-bis, 210,
211, 388, 458, 886, 1049, 1123, 1182, 1273, 1283, 1522, 1658 1740, 1774, 1826,
1838, 1865, 2102, 2143, 2146, 2147, 2151, 2152, 2153, 2163, 2164, 2172, 2178,
2184, 2187, 2240, 2352, 2655, 2745, 2873.
9. I
limiti della ricerca informatizzata.
Quali sono, invece, i limiti
della ricerca informatizzata?
Il primo ed essenziale limite è legato al fatto che gli archivi
elettronici giurisprudenziali contengono oggi per lo più massime di sentenze. Non è
questa la sede per ripercorrere la polemica circa la riduzione in massime delle
sentenze, polemica sempre latente nel dibattito dottrinale italiano, quanto
meno sin dall’inizio degli anni Sessanta: cfr. in particolare alcuni scritti di
Gorla sul Foro it; per approfondimenti sui problemi posti a livello
metodologico dalla diffusione, grazie agli strumenti dell’informatica, delle
massime di giurisprudenza e degli abstracts dottrinali cfr. Chiarloni, Giurisprudenza e dottrina
nell’era della rivoluzione informatica (note sui sistemi di documentazione),
in Riv. dir. proc., 1992, p. 590 ss.; Bin,
Il precedente giudiziario, Padova, 1995, passim.
Correnti e movimenti di reazione all’applicazione dell’informatica
alle scienze giuridiche vi sono sempre stati: basti citare Spengler che negli
USA, nel 1963 paventava una machine-made justice che, a suo avviso,
avrebbe aumentato l’irrigidimento
concettuale dei giuristi, minacciando di
ridurne la libertà nel giudizio. Per non dire poi di Antonio Guarino che, nel
1967, così si esprimeva: «ad evitare che la conformità della giurisprudenza si
formi per influsso delle massime mal formulate, non solo bisogna rifuggire dai
cervelli elettronici, ma bisognerebbe addirittura insistere affinchè cessi
l’uso di ridurre le sentenze in massime deformatrici del loro vero
significato».
Certo, vi è
del vero in queste critiche. A mio avviso non occorre però mai
dimenticare che l’informatica è pur sempre uno strumento e, come tale, tutto dipende dall’uso che ne
facciamo. Per quanto attiene, in particolare, alla riduzione in massime dei precedenti
giurisprudenziali dovrà obiettarsi che il sistema della massimazione è indispensabile non solo nell’era informatica: massime,
repertori, abstracts di dottrina sono rinvenibili (e con quale abbondanza!) già
nell’epoca del diritto
intermedio e comune: svariati secoli di storia in questo senso
dovrebbero indurre taluno a maggiore cautela nel suo fervore iconoclasta!
Posso poi aggiungere che le ipotesi di massima mentitoria (cioè di una massima che
pone in luce un mero obiter dictum, anzichè la ratio decidendi, o
che falsa addirittura il contenuto della ratio decidendi stessa),
sebbene vengano sbandierate ad ogni piè sospinto da una parte della dottrina,
mi paiono (almeno per ciò che concerne la Cassazione) piuttosto rare. Semmai più frequenti appaiono i casi di massime «parziali», nel senso che pongono in luce solo
una delle varie rationes decidendi seguite dal giudice.
Certo, non occorre mai dimenticare il fatto che il buon giurista
dovrebbe sempre considerare il
rinvenimento della massima come un punto di partenza e non d’arrivo ed
estendere immediatamente la sua ricerca alla motivazione per esteso del
provvedimento (il cui reperimento è comunque facilitato, ancora una volta,
dall’impiego degli strumenti informatici).
La polemica di cui sopra ha poi perso (o comunque sta perdendo)
gran parte del suo significato, una volta che sono stati (e/o stanno per
essere) posti a disposizione su supporto informatico anche gli archivi delle motivazioni delle sentenze della Corte costituzionale
(tutte già online nell’archivio «costsn» del C.E.D.) e della Corte di cassazione (cfr.
i CD-ROM delle maggiori case editrici giuridiche, oltre al CD-ROM edito dalla
stessa Corte Suprema, nonché l’archivio SNCIV del C.E.D., che contiene ormai le motivazioni delle
sentenze della Cassazione dal
1990 ad oggi).
A proposito dell’archivio SNCV potrà ricordarsi incidentalmente
che dal luglio 2014 la Corte ha attivato il servizio SentenzeWeb - C.E.D. Corte
di Cassazione, all’indirizzo seguente: http://www.italgiure.giustizia.it/sncass/ Si tratta dell’archivio SNCIV messo a
disposizione (gratuitamente) di tutti i naviganti sul web. Il vantaggio offerto
dal servizio è costituito dalla disponibilità di tutte le motivazioni delle
sentenze e delle ordinanze civili della Corte Suprema dal 2009 ad oggi. Le
controindicazioni sono costituite dalla estrema limitazione dei criteri di
ricerca e, soprattutto, dal fatto che la ricerca può essere effettuata solo
sulle motivazioni e non sulle massime, con un pauroso “effetto rumore” nel caso
di ricerche per dati lessicali e/o normativi.
Proprio in considerazione di quanto testé detto va qui espressa
una considerazione
importante. Si è già fatto in questi appunti richiamo all’utilità della ricerca per parole testuali.
Ora, proprio tale tipo di ricerca presuppone, per la sua riuscita, di essere effettuata nell’ambiente
di una banca dati composta di massime, cioè di riassunti dei principi di diritto enunciati dai
giudici elaborati da specialisti della massimazione, che seguano regole ben
determinate nell’espressione letterale dei concetti che si possono ricavare dalle
motivazioni delle sentenze. Una di queste regole, cui si è già fatto cenno,
riguarda il fatto che i termini
giuridici vengano usati sempre e solo con il significato che è loro
proprio.
Così ad esempio l’impiego di un termine quale «prescrizione» all’interno
di una banca dati di massime risulta mille volte più proficuo che all’interno
di una banca dati di motivazioni, nelle quali siffatta espressione compare in
una lunga serie di accezioni ben diverse. Naturalmente, anche a questo
inconveniente si potrà porre rimedio, eseguendo sempre la ricerca per parole
testuali nell’archivio delle massime e quindi predisponendo un sistema che
consenta agevolmente di passare dal testo delle massime alle relative
motivazioni (ciò che almeno in parte già esiste in alcuni CD-ROM in commercio).
Tutto dipende, dunque, ancora una volta, dalla sensibilità e dalla diligenza
dell’interprete, il quale dovrà sempre tenere ben presente che la ricerca per massime non ha
valore esaustivo. Essa costituirà, semmai, un buon (anzi, ottimo) inizio, che solo in parte
potrà sostituire (almeno in buona parte per ciò che attiene il repertorio
cartaceo) la ricerca tradizionale, ma che, per i necessari approfondimenti,
dovrà essere completata. Mi piace ricordare al riguardo ciò che ha affermato
Vittorio Frosini: «il ricorso alla information
retrieval per la ricerca dei precedenti non è affatto sostitutivo del
lavoro di analisi, che il giudice dovrà pur compiere, una volta ritrovata la
massima che a lui interessa; esso è, tutt’al più (...) integrativo della fase
preliminare dell’indagine».
Altri limiti
sono poi legati al fatto che alcuni archivi appaiono caratterizzati da un
contenuto eccessivamente ridotto rispetto alle esigenze dell’utenza: si veda
per es. l’archivio «merito»
del C.E.D. A tale limitazione pongono rimedio ora svariate banche dati su
CD-ROM edite dalle principali case editrici giuridiche o addirittura a livello
di iniziative locali (si pensi alla trasfusione su CD-ROM di annate di
giurisprudenza della Corte d’appello di Torino). Di contro si pensi al fatto
che nel ricordato archivio «merito» del C.E.D. vi sono moltissime pronunzie
(quelle la cui massima è stata redatta dagli uffici U.D.A., oggi non più
esistenti) non presenti sulle riviste giuridiche.
Semmai il vero
limite consiste nella relativa scarsezza dei contributi dottrinali reperibili sotto
forma digitalizzata: non solo, si badi, negli archivi della Cassazione, ma in
generale, anche al di fuori di questi. L’archivio «Dottrina» del C.E.D., infatti, contiene solo una parte (che
personalmente stimerei intorno al 30-40%) degli articoli e delle note a
sentenza pubblicati a partire dai primi anni Settanta ad oggi e, quel che è
peggio, li contiene nella sola forma dell’abstract.
Laddove il sistema risulta poi più carente è proprio nel campo della dottrina
più importante: trattati,
commentari, monografie, opere di
carattere enciclopedico,
ecc. sono ancora troppo assenti dal panorama di ciò che è disponibile su
supporto informatico. Non vi è dubbio che a tale desolante risultato portino
gli interessi convergenti di due importanti «caste»: da un lato, cioè, di
quella dei «signori delle biblioteche» (di quegli accademici, cioè, che
intendono mantenere ristretto ad un limitatissimo numero di fedeli ed accoliti
l’accesso ad alcune importanti fonti del sapere giuridico, magari usandolo come
«moneta di scambio» contro l’omaggio vassallatico dei nuovi fruitori del
servizio) e, dall’altro, delle case editrici, timorose forse – mercè gli
inevitabili rischi connessi alla più facile duplicazione delle opere – i
guadagni loro derivanti dall’attuale situazione di ologopolio del mercato
editoriale giuridico.
Sempre rimanendo in tema di limiti della ricerca giuridica
informatizzata andrà ancora segnalata la critica mossa da Simitis, che lamenta
una certa «rigidità delle
tecniche informatiche in rapporto alla flessibilità del ragionamento umano».
Si tratta di un argomento di estrema ampiezza, che non può essere certo
discusso in questa sede. Apprendendo il (vecchio e ormai accantonato) sistema
Italgiure-Find, per esempio, si è avuto modo di apprezzare sino in fondo i
limiti connessi al c.d. «formalismo del dato», alla regola, cioè, secondo cui
ogni ricerca va impostata seguendo regole formali ben precise, con il
conseguente rischio di compromettere ad ogni istante la ricerca stessa per
effetto di un errore banale o di una dimenticanza assolutamente marginale.
Il sistema è peraltro in evoluzione e d’altro canto già ora
esistono rimedi e correttivi.
Così, la ricerca per
linguaggio naturale del sistema ItalgiureWeb consente risultati sbalorditivi ed
impensabili fino a non molto tempo fa. Si pensi, ad esempio, al fatto che io
posso nell’archivio civile cerare le sentenze sull’art. 9 della legge sul
divorzio scivendo, in alternativa: art.
10. Il
servizio «Recentissime dalla Corte».
Il
servizio «Recentissime
dalla Corte» è l’erede dell’«antico» servizio «Novità dal Centro»: si
trattava un tempo di una sorta di bollettino d’informazione, aggiornato con cadenza quasi
quotidiana, che presentava informazioni sulle sentenze più recenti, sulle
novità in campo normativo, giurisprudenziale e altro. Dopo la modifica del
luglio 2014 esso appare assai meno fornito e aggiornato del precedente, nonostante
la veste grafica più accattivante.
Esso
appare suddiviso in diverse sezioni.
http://www.cortedicassazione.it/corte-di-cassazione/
Si tratta dell’«antico» servizio «Novità dal Centro»,
con la differenza che il sito attuale appare ben meno fornito e aggiornato del
precedente, nonostante la veste grafica più accattivante.
Possibilità di acquisizione della motivazione delle
sentenze del servizio «Recentissime dalla Corte», cliccando sull’icona .pdf:
Trasformazione del testo .pdf in testo doc mediante il
ricorso a document imaging di Microsoft Office (Start – Tutti i programmi –
Microsoft Office – Strumenti di Office – Microsoft Office Document Imaging):
1) Evidenziare il testo rilevante nel documento .pdf,
con il comando “seleziona”:
2) Posizionarsi sull’area blu e cliccare sul tasto
destro del mouse cliccando poi su copia;
3) Posizionarsi quindi in Document Imaging e cliccare
su “incolla pagina”:
4) Ecco il risultato:
5) A questo punto si può
evidenziare l’area interessata col trascinamento del mouse e procedere al
riconoscimento dei caratteri cliccando sul tasto: riconosci testo utilizzando
ocr:
Il testo che si otterrà sarà
esportabile con il procedimento di copia-incolla in qualsiasi altro documento
(Winword, htm, etc.).
11.
Ricerca di una sentenza civile in ItalgiureWeb conoscendone gli estremi.
Iniziando da alcune ricerche semplici negli archivi
giurisprudenziali cominciamo ad illustrare i canali che servono a reperire le sentenze della cassazione e dei
giudici di merito.
Per quanto attiene alla Corte di cassazione, in materia civile
(archivio «Civile») occorre tenere presenti i seguenti canali:
Nel gruppo di canali («cartella» o «linguetta») Estremi e parti (l’ultimo a destra, nella maschera di ricerca dell’archivio Civile):
Esempi (riferiti a Cass., 6 gennaio 1983, n. 67):
Qui di seguito vengono evidenziati gli elementi sopra citati:
VEDI:RIFMC SEZ. 1 SENT. 00067 DEL 06/01/1983 RV. 424860 PRES. MAZZACANE F REL.
BOLOGNA I COD.PAR.115 PM. PAOLUCCI P (CONF) RIC. SCELFO RES. BERTARA 082209 424860 FAMIGLIA - MATRIMONIO - SCIOGLIMENTO -
DIVORZIO - OBBLIGHI - VERSO L’ALTRO CONIUGE -
ASSEGNO DI DIVORZIO - OMESSA SPECIFICAZIONE DELLA DATA DI DECORRENZA
- IRRILEVANZA.* COD.PROC.CIV. ART. 360 L. DEL 1/12/1970 NUM. 898 ART.
4 L. DEL 1/12/1970 NUM. 898 ART.
5 L. DEL 1/12/1970 NUM. 898 ART.
9 *COST. L. DEL 1/12/1970 NUM. 898 ART.
10 L’OMESSA SPECIFICAZIONE, CON LA SENTENZA DI SCIOGLIMENTO O DI
CESSAZIONE DEGLI EFFETTI CIVILI DEL MATRIMONIO, DELLA DATA DI DECORRENZA
DELL’ASSEGNO DI DIVORZIO RESTA IRRILEVANTE, E NON E’ CONSEGUENTEMENTE
DEDUCIBILE IN SEDE DI RICORSO PER CASSAZIONE, ATTESO CHE TALE DATA COINCIDE
CON QUELLA DEL PAS- SAGGIO IN GIUDICATO DELLA SENTENZA MEDESIMA, CHE SEGNA
L’INSORGERE DEL DI- RITTO A DETTO ASSEGNO. ( V 5507/81, MASS N 416212).* VEDI
416212 8105507 |
Per capire la differenza tra il
occorre pensare al fatto che da una sentenza possono essere
estratte più massime:
occorre dunque individuare un numero che sia la «targa» della massima, che
costituisce l’unità documentale negli archivi di giurisprudenza.
A volte i dati in mio possesso sono assai meno selettivi: per
esempio, dispongo della
sola data. In tal caso utilizzerò il canale Data, ben sapendo che otterrò svariati documenti. A
questo punto opererò con altri canali (per esempio, utilizzando le parole
testuali che caratterizzano l’argomento in relazione al quale la sentenza
ricercata è stata pronunziata).
Es.: so che una sentenza datata 6 gennaio 1983 concerne
l’art. 1228 c.c.; ecco come dovrò operare:
Per l’archivio merito
occorre tenere presente che qui determinanti sono la data ed il luogo in cui si trova l’ufficio giudiziario che
ha emesso la decisione. Così, se cerco la sentenza 18 aprile 1997
del Tribunale di Torino dovrò operare nel modo
seguente:
· Apertura archivio, che si effettua
cliccando sull’icona della ricerca multiarchivio e successivamente collocando
la spunta nella casella dell’archivio MERITO;
· Estremi e parti – Località: torino
Nel caso dovessero risultare più pronunce, posso inserire altri elementi
differenziatori, quali, ad esempio:
oppure:
oppure:
** AVVISO DI PUBBLICAZIONE ** TRIBUNALE
TORINO PD.171498 SEZ. 00 SENT. 00000 DEL 18/04/97 PRES. Barbuto REL. Oberto COD.PAR.145 ATT. Soc. CO.GE.PI. CONV. Min. delle Finanze 174007 171498 TRASPORTI - CONTRATTO DI TRASPORTO (DIRITTO
CIVILE) - DI COSE - IN GENERE - Appalto di
servizi di trasporto - Clausola di assunzione totale di responsabilita’ da parte del
vettore - Validita’. E’ valida ed efficace la
clausola contenuta nelle condizioni di un capito- lato speciale di appalto di servizi di trasporto in virtu’
della quale il vettore assume la responsabilita’ per le mancanze ed
avarie delle cose trasportate, a qualsiasi causa esse siano dovute, compresa
la rapina. (Con nota di Gastone Cottino). (Massima a cura della rivista
sottoindicata. Con- sultare la rivista stessa per l’eventuale motivazione e
annotazione) GIURISPRUDENZA ITALIANA ANNO 1998 PAG. 294 FINE DELLA STAMPA DEI DOCUMENTI |
Si noti che qui il canale N°Massima è sostituito dal canale pd (cioè posizione documento), ma,
anche in questo archivio, esso sta ad indicare la «targa» del documento in esame.
Per questo, esso rappresenta un elemento indifettibile per la corretta citazione della
massima (allorquando, per esempio, la decisione non risulta altrimenti edita).
Es.: Trib. Genova, 19 settembre
12.
Ricerca per anno.
Una delle ricerche più semplici, ma nel contempo assai utili, è
costituita dalla ricerca
per anno. Con essa io posso selezionare (sovente all’interno di un «pacchetto»
di documenti già selezionati sulla base di parametri diversi, come, per es.,
quello delle parole testuali o dei riferimenti normativi) indicando per
l’appunto l’anno o gli anni cui voglio limitare la ricerca.
Così, per esempio, se voglio limitarmi alle sentenze dell’anno
2001, potrò semplicemente digitare:
· Estremi e parti – Anno: 2001
Un’altra possibilità è offerta dalla tecnica del mascheramento o del troncamento.
Così, digitando:
· Estremi e parti – Anno: 199?
selezionerò tutti documenti compresi tra il 1990 ed il 1999. Il
segno ? maschera, per l’appunto tutte le possibili cifre e le possibili
lettere.
Digitando:
· Estremi e parti – Anno: 2*
selezionerò tutti i documenti a partire dall’anno 2000. Il segno *
tronca, per l’appunto, ogni spezzone di dato che lo precede.
Assai utile è poi l’analisi spettrale per anno, che si ottiene
cliccando sul link della parola Anno. Siffatta analisi mi dà la scomposizione anno per
anno dei documenti all’interno di un certo «pacchetto» previamente ottenuto
sulla base dell’impiego di altri criteri di selezione e ricerca («analisi
spettrale», su cui v. infra, § 18).
13.
Ricerca del luogo di edizione o annotazione di una sentenza.
La ricerca del luogo
di edizione o di annotazione nell’archivio merito non presenta problemi di sorta, atteso che
i documenti in esame sono di due categorie:
Nel primo caso l’indicazione del luogo di edizione compare in calce
alla massima. Nel secondo si tratta di una sentenza che, verosimilmente, non è
stata pubblicata su alcuna rivista. Talora accade, però, che l’estensore di una
decisione la invii, oltre che al C.E.D., anche ad una o più riviste, con il
risultato che la pronunzia risulterà «schedata» più volte e comparirà come
documento U.D.A., oltre che come «avviso di pubblicazione» in una o più
riviste.
Per gli altri
archivi (in particolare l’archivio Civile) il luogo di edizione e/o di
annotamento della motivazione della sentenza si ottiene semplicemente cliccando
sull’allarme «edita» o «annotata», che compare in alto a sinistra. Ad es:
|
Esiste poi un apposito archivio Dottrina (su cui v. infra, § 19), in cui la ricerca del luogo di
edizione e di eventuale annotazione di una sentenza può essere effettuata,
essenzialmente, con i canali, già ricordati, dell’anno, del numero della
sentenza e del numero della massima. E’ peraltro consigliabile pervenire a tale risultato operando sull’archivio Civile (o
Penale), in modo tale da poter controllare l’esattezza del riferimento, grazie
alla lettura della massima.
All’interno di qualsiasi
archivio giurisprudenziale posso anche limitare la mia ricerca alle sole pronunzie edite e/o annotate,
apponendo una spunta alle caselle «Edite» e/o «Annotate», sotto il titolo «Sentenze pubblicate»
della maschera di ricerca.
|
14. Il
sistema degli allarmi (cenni): i precedenti e successivi; gli allarmi
costituzionali.
Come già detto, il sistema ItalgiureWeb consente di reperire
agevolmente, in relazione ad una data sentenza civile o penale della
Cassazione, i relativi precedenti
conformi, difformi o comunque attinenti a
quella data questione. Essi sono infatti annotati in calce alla massima stessa, sia con la sigla
dell’anno e del numero, sia con il numero di massima. Sarà quindi sufficiente
riaprire l’archivio e digitare i numeri di massima indicati, oppure, ancora più
semplicemente, cliccare
sui relativi links.
L’operazione risulta oggi agevolata proprio dal fatto che siffatti rinvii sono
stati resi in forma ipertestuale, per cui è sufficiente cliccare sul link
relativo.
Per quanto attiene alle massime successive conformi, difformi o che abbiano comunque
attinenza alla materia trattata dalla massima di riferimento, sarà sufficiente cliccare sugli appositi links posti nella massima reperita, in
alto a destra, dopo la dizione: «Massime successive:…».
|
L’allarme
costituzionale
segnala invece, in relazione agli atti aventi forza di legge, se il medesimo ha
formato oggetto di una questione di legittimità costituzionale. Se la questione
è pendente apparirà, accanto all’articolo in questione, la scritta COST PENDENTE; se la
questione è stata già risolta con sentenza di accoglimento comparirà la scritta
COST ILLEGITTIMITÀ
(allarme di costituzionalità «rinforzato»).
COST PENDENTE |
questione di costituzionalità pendente |
COST ILLEGITTIMITÀ |
questione di costituzionalità definita con sentenza di
accoglimento |
Ancora una volta sarà sufficiente cliccare sul link per ottenere
l’ordinanza/le ordinanze di rimessione, o la pronunzia della Consulta in
merito. Es.:
|
15.
La ricerca per dati lessicali. Premessa. Il canale «Parole», il thesaurus e
i lemmi.
Si è già accennato al fatto che i dati lessicali (detti anche dati alfabetici) sono
nient’altro che espressioni linguistiche: nomi (propri o comuni), verbi, aggettivi, avverbi, ecc.
Il canale più importante al riguardo è «Parole», un canale che consente di effettuare una
ricerca tramite, praticamente, ogni tipo di parola. Il canale si basa su di un thesaurus, cioè su di un dizionario «intelligente» (in quanto in grado di
consentire il riconoscimento anche delle forme declinate e coniugate),
contenente circa 50.000 parole, rectius: lemmi.
Nella redazione del thesaurus
si sono eliminate le c.d. «parole
vuote», cioè poco significative per una ricerca in campo giuridico, vale
a dire:
Tutta questa massa di parole costituisce comunque il 47% circa del
linguaggio impiegato nei documenti inseriti. Le rimanenti sono state inserite,
come si diceva, seguendo il sistema della lemmizzazione. I lemmi altro non sono che
le voci che compaiono in un vocabolario della lingua italiana, più esattamente:
Il sistema è stato quindi istruito a riconoscere le forme declinate e coniugate di
questi lemmi, ciò che determina il fenomeno che va sotto il nome di
«esplosione» del thesaurus il quale, sulla base dei 50.000 lemmi, è in grado di
riconoscere (e quindi di «passare a») 1.200.000 voci coniugate o declinate. Ciò
significa dunque che, nella ricerca per parole testuali negli archivi di
legislazione, giurisprudenza e dottrina è necessario indicare i sostantivi al
singolare, gli aggettivi al singolare maschile, i verbi all’infinito.
L’elaboratore selezionerà
i documenti che contengono la parola indicata qualunque sia la variazione
morfologica dovuta ad un diverso genere o numero, tempo o modo. La ricerca
a livello di lemma resa possibile grazie al fatto che il thesaurus, già in fase d’indicizzazione dei documenti, permette la
lemmatizzazione automatica delle forme lessicali presenti nei documenti stessi.
N.B.: termini stranieri e latini vanno però inseriti nella stringa
di ricerca così come essi si presentano nel documento che si ricerca;
N.B.: Per ottenere una selezione di documenti quanto più
possibile completa e pertinente, occorre, tuttavia, indicare non una
qualsiasi parola che potrebbe essere contenuta nel documento, ma soltanto le
parole
|
Si noti infine che una parola può essere ricercata (o più parole
possono essere cercate) nella
sua identità. Sarà sufficiente all’uopo cliccare sulla apposita casella
nella cartella della ricerca «Parole e classificazione». In questo modo la
parola sarà ricercata solo così come scritta dall’utente.
Es.
Ponendo
la spunta sulla casella corrispondente al link «identità» si otterranno solo quei documenti che
contengono la parola «alberghi», quale plurale del sostantivo «albergo», così
come prima, seconda o terza persona singolare del congiuntivo presente del verbo
«albergare».
15.1. Segue.
La ricerca pluridato e uso degli operatori logici con i dati lessicali.
Di fondamentale importanza ai fini della ricerca nella banche dati
giuridiche (non solo del C.E.D., ma di ogni tipo di banca dati giuridica: si pensi
per esempio a quelle disponibili in vari siti web) è l’impiego degli operatori logici dell’algebra
booleana. L’algebra booleana prende il suo nome da George Boole, matematico inglese del XIX secolo (1815-1864), che ideò
gli operatori logici in suo libro del 1854.
Gli operatori logici fondamentali sono tre:
Es.:
esprime l’intenzione dell’operatore di
ottenere tutti i documenti e solo i documenti che contengono sia la parola vendita
che la parola appalto, in necessaria compresenza all’interno di ciascuno di
essi.
esprime l’intenzione dell’operatore di
ricercare documenti che contengano in alternativa, la parola vendita oppure la
parola appalto.
esprime l’intenzione dell’operatore di
ricercare documenti che contengano ogni possibile parola ad eccezione della
parola vendita.
N.B.: l’uso dell’operatore logico not è in genere sconsigliato, in quanto può rivelarsi pericoloso
per la ricerca. Accade assai sovente, infatti, che l’esclusione dei documenti
concernenti un certo termine possa determinare la perdita di documenti che, per
altri versi, potrebbero interessare all’utente.
Può forse talora raccomandarsene l’uso (ma sempre... cum grano
salis) al fine di escludere questioni di tipo assolutamente specialistico.
Quest’operazione, compiuta nell’archivio civile, esclude dalle massime della
Cassazione in tema di vendita tutte quelle che contengono riferimenti agli
aspetti tributari. Vi è però il rischio che in alcune delle decisioni eliminate fossero trattati
anche altri aspetti o risvolti, di tipo non prettamente fiscale. Tali
documenti vengono però selezionati, operando con l’operatore logico not.
Non vi è dubbio che il segreto di una buona ricerca consista sovente in un’accorta combinazione
degli operatori AND
e OR. Qualche
esempio al riguardo potrà risultare illuminante.
Immaginiamo di effettuare una ricerca in tema di onere della prova. Qui
devo innanzi tutto tenere presente che questo medesimo concetto si può
esprimere anche con i termini «onere probatorio».
Le associazioni in and da effettuare sarebbero quindi due:
·
onere prova
·
onere probatorio
Peraltro non posso far seguire queste due ricerche l’una
all’altra, poichè il sistema opera sempre automaticamente in and. La seconda
stringa opererebbe quindi già su di un pacchetto di documenti selezionato in
base alla prima: nulla di nuovo, dunque, essa potrebbe apportare. Per evitare
questo risultato dovrei usare l’accorgimento di cliccare prima di lanciare la
seconda stringa, nuovamente sull’archivio Civile, in modo tale da operare
sull’intero archivio.
In alternativa, per evitare tale complicazione, occorre porre
tutti i dati di ricerca su di una stessa stringa. Considerando con attenzione
il problema, scopro che vi è una parola che comunque mi interessa, ed è la
parola «onere».
Questo dato andrà inserito in necessaria compresenza con, alternativamente, le
parole prova o probatorio.
Ecco dunque come andrà formulata la stringa di ricerca:
In questo modo il sistema opererà l’associazione in and tra la parola onere (che dovrà sempre
essere presente in tutti i documenti da selezionare) e, in alternativa, le parole «prova» e «probatorio»,
di cui almeno una dovrà essere presente in tutti i documenti da selezionare.
Si propone qui di seguito una serie di esempi di altre stringhe di ricerca per
dati lessicali risultanti dalla combinazione di operatori logici diversi.
Per ricercare materiale in materia di rapporti tra vendita e patto
commissorio:
Per ricercare materiale in materia di vendita con riserva della
proprietà:
Per ricercare materiale in materia di prescrizione dell’azione di
arricchimento ingiustificato:
15.2. Segue. Troncamento,
mascheramento e rosa dei lemmi.
Due accorgimenti assai utili ai fini della ricerca sono dati dal troncamento e dal mascheramento.
Il troncamento
si ottiene ponendo il segno
* alla fine della radice
di una qualiasi parola (così come di qualsiasi altro dato, anche solo numerico)
Es.:
in questo modo otterrò tutti i documenti contenenti la parola
usucapione (ev.te anche al plurale), nonchè tutti i documenti contenenti una
qualche voce del verbo usucapire, e, in generale tutti i termini che abbiano
inizio con la radice indicata (per es. anche l’aggettivo usucapibile).
Il mascheramento
consiste nella sostituzione di uno o più caratteri (lettere, numeri, segni) con
la lettera ?.
Se, per esempio, non ricordo esattamente il nome del rel. Borruso e
ritengo che possa, invece, chiamarsi Burruso, potrò scrivere:
Lo stesso vale, poi, in relazione a determinati verbi o sostantivi della lingua
italiana che possono presentarsi sotto forma leggermente diversa: classico
esempio è dato dal verbo denunziare
(denunciare) e dal
sostantivo denunzia
(denuncia): in
questo caso sarà sufficiente digitare denun?iare o denun?ia.
La tecnica si rivela di una certa utilità per la ricerca per dati
normativi: così, se per esempio, sto cercando documenti sugli artt. 870 - 879
c.c. potrò digitare:
Si noti che la stringa di cui sopra equivale alla seguente:
La
rosa dei lemmi. Per
eseguire una ricerca completa di tutti i documenti che si riferiscono ad una
determinata parola, qualunque sia la variazione morfologica, è necessario indicare
tutti i sei lemmi che nella lingua italiana possono derivare da una stessa
radice e cioè:
I dati corrispondenti alla rosa dei lemmi vanno posti in OR tra loro, ossia:
Si tenga però presente che l’impiego del sistema del troncamento
consente di ridurre di
molto la lunghezza della stringa, una volta identificata una radice
sufficientemente selettiva.
Se, per esempio effettuo una ricerca sul tema della competenza per territorio,
dovrò ricordare che le massime sull’argomento possono esprimere il medesimo
concetto in più modi, quali:
Ecco dunque come potrò formulare la stringa di ricerca:
In alternativa, sfruttando il carattere «palindromo» del
troncamento, si può scrivere così:
15.3. Segue.
La ricerca a livello di sintagmi.
Per circa trent’anni il sistema Italgiure Find non ha consentito
il controllo di sequenza
(corrispondente all’operatore logico ADJ, cioè «adiacente»), nè quello di prossimità (NEAR); in altre parole
non permetteva di ricercare i documenti indicando che i termini posti in and
devono essere presenti in una ben precisa successione.
Così, per esempio, se digito
ottengo non
solo i documenti in cui queste due parole compaiono l’una dopo l’altra
(e dunque, verosimilmente, quelli in cui si tratta dell’ «interesse
legittimo»), ma anche
quelli che contengono le due parole, per così dire, «sparse» nel testo. In quest’ultimo
caso, quindi, non si tratterà soltanto di documenti che concernono l’istituto
giuridico menzionato, ma il risultato sarà costituito da un notevole «effetto
rumore».
Per ovviare a tale incoveniente venne creata una ricchissima tabella dei sintagmi. Per
sintagma s’intende un’espressione costituita da due
parole immediatamente susseguenti – senza contare le preposizioni e gli
articoli interposti – avente un significato autonomo diverso dal significato
delle due parole individualmente prese.
Con ItalgiureWeb
si è provveduto a rendere disponibile questa funzione semplicemente digitando l’espressione tra
virgolette, come in qualsiasi motore di ricerca in Internet.
Es.:
Talora l’espressione sintagmatica può essere rilevante sia al singolare che al plurale.
Pensiamo a «interesse legale».
In tal caso occorre digitare entrambe le espressioni:
Se siamo interessati a controllare la tabella dei sintagmi, possiamo invece digitare la
parola parte del sintagma (es.: interesse, diritto, ecc.) e cliccare (a destra, nella
maschera di ricerca, nella cartella «Parole e classificazione») sul link «sin».
Talora il sintagma
può essere più complesso.
Pensiamo all’espressione «stato
d’abbandono», oppure «stato
di abbandono». In questo caso sarebbe sbagliato digitare:
Oppure
Occorrerà invece digitare:
Cliccando quindi a destra nella maschera di ricerca sulla casella «opzioni», selezionando la distanza e l’ordine.
In alternativa,
in questo caso specifico, si potrebbe anche pensare alla stringa seguente:
15.4. Segue.
Il controllo di sequenza e di prossimità: gli operatori logici ADJ e NEAR.
Nel corso dell’anno 2000 il CED ha introdotto nel sistema di ricerca
due nuovi operatori logici, operativi con i soli dati lessicali. Ci si intende
qui riferire agli operatori:
Questi due operatori reperiscono i documenti nei quali i termini
inseriti quali dati di ricerca risultano compresenti ed adiacenti, o a distanza
di tre parole (ADJ), ovvero alla distanza massima di quindici parole (NEAR). E’
altresì possibile specificare se si intende ottenere solo i documenti nei quali
la sequenza è rispettata nell’ordine espresso dall’utente.
Come si è detto, in ItalgiureWeb
Ad esempio, posso accorgermi che digitare “stato d’abbandono” o “stato di abbandono”
può non coprire la gamma delle possibili opzioni, perché la sentenza può
parlare di un minore
o di minori abbandonati o,
semplicemente, di abbandono
di minore. Così, una volta che
ho identificato i termini indefettibili, cioè minore e abbandono, posso operare
come segue:
Cliccando quindi su «opzioni» scelgo non più di tre parole di distanza a prescindere dall’ordine.
La riprova del buon esito dell’operazione risiede nel fatto che, se digito “stato d’abbandono” or
“stato di abbandono” ottengo un numero minore di risultati. Se combino i risultati della
precedente ricerca con quest’ultima scopro che vi sono documenti interessanti
che con quest’ultima ricerca avrei perso.
Es.:
ottengo il seguente risultato:
|
ARCHIVI
ItalgiureWeb |
||||||||
|
Se ora digito, cliccando
su «Civile» (e dunque operando sull’intero archivio):
ottengo il seguente risultato:
|
ARCHIVI
ItalgiureWeb |
||||||||||||||||
|
Ora posso combinare i risultati, utilizzando la barra dei pulsanti
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
E
dunque cliccando sul quinto
pulsante da sinistra combino i risultati B e D tra di loro come segue: B
and not D
|
ARCHIVI
ItalgiureWeb |
|||||||||||||||||||
|
Il
risultato F contiene, per l’appunto, quei documenti che verosimilmente si
occupano del tema dell’abbandono del minore e che avrei perso digitando solo la stringa “stato
d’abbandono” or “stato di abbandono”
15.5. Segue.
La ricerca mediante le parole concettuali.
Per selezionare i documenti che esprimono lo stesso concetto della
parola indicata – o concetti simili o correlati – con parole diverse o con perifrasi, occorre
usare il canale «Concetti»,
nella scheda relativa alle Parole (ricerca della parola in tutta l’area della
sua affinità concettuale). L’elaboratore selezionerà
Nel Sistema ItalgiureWeb
la ricerca «concettuale»
è possibile grazie al thesaurus,
che procede a stabilire delle connessioni tra tutti i vocaboli della lingua
italiana concettualmente affini, in modo da consentire (quanto meno entro una
certa misura) al ricercatore il loro reperimento automatico. Tali connessioni
non vengono stabilite a caso, ma secondo un principio costante detto della scomposizione delle parole in
fattori primi semantici o semi del linguaggio.
Per effettuare la ricerca delle parole nella loro estensione
«concettuale», l’elaboratore utilizza il thesaurus, che, come si è già
detto, è uno speciale dizionario che contiene le parole concettuali operative
(semi del linguaggio), ossia le parole direttamente ricercabili con il canale
«Concetti», e tutte le altre parole contenute nei documenti e tradotte, in fase
d’indicizzazione, in semi o combinazioni di semi fondamentali del linguaggio.
Es.:
quindi clicco sul link «concetti».
Il sistema risponderà come segue:
|
Il ricercatore potrà quindi scegliere tra le varie parole operative associate alla parola
terremoto quella più corrispondente alle esigenze della propria ricerca; ad
esempio, la parola «sisma».
15.6. Segue.
La ricerca mediante «catene analogiche» e «catene sintagmatiche»: i comandi di
relazione «test» e «link».
Di notevole interesse appaiono i comandi «test» e «link» che consentono di consultare una sorta di repertorio di suggerimenti
per la ricerca, realizzato automaticamente sulla base delle più frequenti associazioni in or
e in and degli utenti.
In particolare il comando «test» può essere utilizzato per consultare una
sorta di vero e proprio dizionario
dei «sinomimi» (e di termini utili per la ricerca giuridica), ricevendo
informazioni sull’esito delle possibili associazioni in or del termine inserito
con quelli suggeriti dal sistema. La differenza sostanziale tra l’uno e l’altro
canale è il seguente:
Così se digitiamo, nell’archivio Civile:
cliccando quindi a destra, sul link «test»
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
il che vuol dire che nell’archivio Civile (ma, più
convenientemente, questo tipo di ricerca poteva essere effettuato su di una
selezione documentale più ristretta di un intero archivio) vi sono 41 documenti
che contengono la parola «albero», 13 che contengono la parola «arboreo», 2
«arbusto»... e così via.
Passando ad un’esemplificazione
pratica circa l’utilità del comando «test» basterà citare il caso seguente.
Voglio sapere se la vendita di un’automobile può effettuarsi validamente verbis.
Dopo aver aperto l’archivio Civile seleziono in base al
riferimento normativo (art. 1350 c.c.):
Digito quindi:
la risposta è 0 documenti
Se digito però «automobile»
e clicco sul link «test»
ottengo le parole più
frequentemente associate in or dagli utenti che mi hanno preceduto in
questa ricerca: tra di esse compare anche quella autoveicolo, così come nave o aeromobile. Sarà interessante notare che, ad
esempio, nave ed aeromobile, anche se (evidentemente!) non sinonimi di
automobile, hanno comunque una valenza giuridica rilevante, atteso che si tratta di beni mobili
registrati. Si può dunque dire che il comando test consente di consultare un «dizionario dei sinonimi»
in senso logico, ma
anche «giuridico».
Passando ad un’ altra
esemplificazione pratica
circa l’utilità del comando «test»
si potrà citare il caso seguente. Immaginiamo di dover reperire precedenti su
questo tema:
danni o lesioni cagionati
da un animale nel corso di manovre militari.
Se digito nell’archivio civile il comando:
ottengo 0 documenti.
Impostiamo invece la ricerca come segue:
cliccando sul tasto «test» seleziono:
A questo punto digito:
cliccando sul tasto test
A questo punto digito:
(come parola
testuale e selezionando in base a tale parola)
Ottengo: Cass., 25 febbraio 1970, n. 447
* EDITA * VEDI:RIFMC SEZ. U SENT. 00447 DEL 25/02/1970 RV. 345438 PRES. FLORE REL. DE SANTIS COD.PAR.149 COD.CIV. ART. 2043
COST. ANCHE NELL’ESERCIZIO DI
UN’ATTIVITA DISCREZIONALE, LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E TENUTA
ALL’OSSERVANZA DEI LIMITI IMPOSTI DA NORME DI LEGGE E DAL PRINCIPIO DEL
NEMINEM LAEDERE. ALLORQUANDO DALLA PREDETTA ATTIVITA SIA DERIVATA LA LESIONE
DI UN DIRITTO SOGGETTIVO DEL PRIVATO SPETTA AL GIUDICE ORDINARIO ACCERTARE SE
TALI LIMITI SIANO STATI RISPETTATI O MENO. ( NELLA SPECIE LO SPARO DI UN
CANNONE MANOVRATO DA MILITARI IN ESERCITAZIONE, A BREVE
DISTANZA DA UNA STRADA ED IN LUOGO NON VISIBILE DA ESSA, AVEVA DETERMINATO
REAZIONI SCOMPOSTE DI UN CAVALLO, CON CONSEGUENTI LESIONI A PERSONE.
LE SEZIONI UNITE DELLA SC HANNO ENUNCIATO IL PRINCIPIO DI CUI SOPRA,
CONFERMANDO LA SENTENZA CHE AVEVA ACCOLTO LA DOMANDA DI RISARCIMENTO PROPOSTA
CONTRO LA PA DAI DANNEGGIATI).* |
Per
quanto attiene invece al comando link si potrà portare l’esempio seguente. Immaginiamo che io
voglia avere una panoramica
delle questioni poste dall’ascensore condominiale. In tal caso posso
procedere così:
e questa volta clicco sul link «link»
Così
operando, ottengo i termini
più frequentemente associati in and dagli utenti con ascensore, ovviamente
nell’ambito condominiale
(vista la selezione già effettuata su condomin*). Non solo: ottengo anche una previa informazione sul
fatto che tali ricerche possano dare (o meno) risultati positivi.
Se
clicco poi su «test»
ho invece un’indicazione utile: montacarichi. Cioè qui ho chiesto alla «memoria collettiva» degli utenti che mi hanno preceduto quali altri termini
potrebbero essere usati come equivalenti ad ascensore, già sapendo fin
dall’inizio se e quanti documenti, così operando, potrò trovare.
16.
La ricerca per dati normativi.
La
ricerca per dati normativi
è quella che utilizza, quali dati per la ricerca, norme giuridiche. Fondamentale al riguardo è la cartella denominata «Riferimenti normativi»,
nella maschera di ricerca dei vari archivi. E’ da tenere presente poi l’utilità
della consultazione delle informazioni di help
disponibili, come sempre, cliccando sul punto interrogativo rosso.
Da
tenere presente che il canale «Estremi» consente di utilizzare in tutta la sua estensione il linguaggio naturale. Sarà
dunque possibile utilizzare le classiche forme di richiamo quali:
oppure
gli estremi standard
di ItalgiureWeb quali:
Così,
se cerco giurisprudenza sull’art.
· Apertura archivio Civile
· Riferimenti normativi – Estremi: art. 9 legge 898 del 1970
Oppure:
scegliere le varie caselle:
· Anno: 1970
· Numero: 898
· Articolo: 9
Se
ricerco giurisprudenza su di un certo articolo del codice civile, potrò operare, ad
esempio, come segue:
· Apertura archivio Civile
· Riferimenti normativi – Estremi: art. 155 c.c.
Oppure:
scegliere le varie caselle:
Tipo:
codice civile
Articolo:
155
Altro
esempio:
· Apertura archivio Civile
· Riferimenti normativi – Estremi: art. 230 bis c.c.
Oppure:
scegliere le varie caselle:
Tipo:
codice civile
Articolo:
230 bis
Ovviamente,
anche con i riferimenti normativi è immaginabile una ricerca pluridato attraverso gli operatori logici.
Così, digitando
· Apertura archivio Civile
· Riferimenti normativi – Estremi: cc 2049 and cc 1228
otterrò
i documenti che si riferiscono ai rapporti tra la responsabilità aquiliana per il fatto dei dipendenti e la
responsabilità contrattuale
per il fatto degli
ausiliari.
Utile
è poi anche il ricorso alla serie
continua di dati, allorquando viene in
considerazione una successione
continua di articoli.
Al riguardo bisogna tenere presente che, per indicare una serie continua di
dati (range)
in ordine alfabetico (se si tratta di dati alfabetici), numerico (se si tratta
di dati numerici) o cronologico (se si tratta di dati temporali), basta
digitare il primo e l’ultimo dato della serie separati tra loro da una sbarra
trasversale (slash). L’elaboratore selezionerà tutti
i documenti che contengono uno qualsiasi dei dati della serie, compresi il dato
iniziale e quello finale.
Es.:
· Apertura archivio Civile
· Riferimenti normativi – Estremi: cc 1117/cc 1139
Oppure:
· Apertura archivio Civile
· Riferimenti normativi – Estremi: cc 1117 - cc 1139
17. La
ricerca per dati classificatori.
La ricerca per schemi di classificazione risponde all’idea
che tutto lo scibile giuridico possa essere suddiviso in grandi aree tematiche, a ciascuna
delle quali viene assegnato un numero. Ogni grande area tematica («grande voce dello schema
di classificazione generale») viene a sua volta suddivisa in aree più
circoscritte, a ciascuna delle quali viene assegnato un numero più complesso,
composto, per la prima parte, del numero della «grande voce», seguito da un
numero specifico.
E’ possibile consultare direttamente
tale suddivisione cliccando sulla linguetta «parole e classificazione» e quindi
su «grande voce» o «piccola voce»:
Ad es.: 082 famiglia
Ad ognuna delle
«grandi voci»
corrisponde un numero a
tre cifre.
Per sapere in quali sottovoci una grande
voce si scompone
basta cliccare sulla
grande voce nell’apposita finestra di dialogo. A fianco di ogni voce
compare anche il numero di documenti che si possono ottenere su quel certo
argomento.
Ecco in breve le funzionalità del canale
«Classificazione»:
Es. Sto facendo una ricerca sul termine per l’azione di disconoscimento della paternità. Posso operare
o con il riferimento
normativo all’art. 244 c.c. o per parole testuali (ad es.:
disconosc* paternità termine), oppure scegliendo l’apposita piccola voce (nella specie
corrispondente al n. 082020).
Peraltro l’utilizzo della piccola voce in questo caso si
dimostra fonte di un «effetto
rumore» enorme, perché per errore sono stati classificati come 082020
svariati documenti che non concernono il termine per l’azione di
disconoscimento, ma quello, per altre azioni, relative alla paternità anche
naturale!
Se il sistema fosse perfetto, qui
dovremmo trovarci di fronte solo a massime in cui si parla di azione di
disconoscimento della paternità, senza che questo tema costituisca la ratio
decidendi della decisione. In realtà non è sempre così.
Come rilevato da uno studioso (C. Ciampi, «Gli schemi di classificazione
permettono di effettuare ricerche
precise, ma non sempre complete;
ciò dipende dall’elemento
di arbitrarietà insito in ogni opera di classificazione e dall’impossibilità di
classificare il documento in modo da evidenziare tutto il potenziale
informativo in esso contenuto, in ispecie per ciò che riguarda gli aspetti
nuovi e originali. E’ pertanto consigliabile, nella fase di ricerca, utilizzare
gli schemi di classificazione insieme con altri canali ed in ispecie con il
canale delle parole; particolarmente utile, dopo aver selezionato i documenti
in base alle parole in essi contenute, è sottoporre i documenti selezionati ad
analisi spettrale per codici di classificazione, in modo da delimitare la
selezione ai soli documenti pertinenti»).
Gli schemi di classificazione possono
essere utili invece
laddove si siano ottenuti
molti documenti e si voglia «gettare un’occhiata» sul contenuto del pacchetto di documenti
selezionati, per sapere se la ricerca darà esito.
Es.: voglio fare una ricerca sugli ultimi mesi di giurisprudenza della
Cassazione e cercare di capire se vi sono sentenze in tema di divorzio. Così posso selezionare in base alla data,
specificando gli estremi (es.: 01/07/2006 e 31/12/2006,
per selezionare il secondo semestre del 2006) e quindi cliccare su «Parole e classificazione»
e quindi sul link «piccola voce», digitando quindi 082 nella casella bianca
in alto a destra. Ed ecco il risultato che ottengo:
Occorre poi tenere presente che esiste un apposito archivio
finalizzato ad agevolare la ricerca per dati classificatori. Ci si riferisce
all’archivio SCHEMB,
nell’ambito del quale posso ricercare, utilizzando parole del discorso, i
numeri delle grandi voci
e delle piccole voci.
Così ad esempio, se voglio sapere quali sono i numeri dello schema
di classificazione civile in materia di termine per l’azione di disconoscimento
della paternità opererò nel modo seguente:
·
Apertura
archivio SCHEMB
·
Parole
nel testo – testo disconosc*
paternità termine
Ottenendo il risultato seguente:
082 020 - 082 SCHEMA CIVILE 1 FAMIGLIA (LEGGE 19 MAGGIO 1975 N. 151)
(MECCANOGRAFICO 116) - 2 FILIAZIONE (C.C. 231-290) (MECCANOGRAFICO 116) - 3
FILIAZIONE LEGITTIMA (C.C. 231-249) - 4 DISCONOSCIMENTO DI PATERNITÀ - 5 TERMINE E
SOSPENSIONE (C.C. 244-245) - |
Digitando dunque il numero 082020 nell’archivio CIVILE (parole e
classificazione – piccola voce), otterrò i documenti attinenti a questa
materia.
Le analisi
spettrali servono per «dare uno sguardo» nel pacchetto di documenti selezionati, senza però operare selezioni
ulteriori, senza alterare la consistenza dell’insieme accantonato. Il comando
ci aiuta quindi a sapere se
siamo sulla buona strada, e quali
successive operazioni dobbiamo compiere per operare eventuali nuove selezioni.
L’analisi spettrale ci presenta quindi una scomposizione dell’insieme dei documenti
selezionati, sulla base di
un parametro, corrispondente al canale prescelto.
Sono possibili tante
analisi spettrali quanti sono i canali online per ogni archivio. Esse si
ottengono semplicemente cliccando sul link
rappresentato dal nome del canale, in qualsiasi momento della ricerca.
Potremmo così pensare, per esempio ad un’analisi spettrale per parole, per sapere in
quanti e quali documenti ricorrono i vari termini in essi contenuti. Tale
analisi si ottiene cliccando sul link
«intero Testo», nella maschera iniziale di ricerca di ognuno degli archivi del
C.E.D., nel riquadro denominato «Parole».
Parole
|
Un tipo d’analisi spettrale assai in voga è quella per anno, la quale può anche essere
mirata in relazione a determinati perio di tempo, come segue:
· Apertura dell’archvio
· Effettuazione di una qualsiasi ricerca
· Indicare il range
sotto il canale «Anno», nella scheda «Estremi e parti» (es.: 1995-2006)
· Cliccare sul link Anno, nella scheda Estremi e parti
Ecco il risultato
(nell’archivio Civile):
|
Se voglio compiere un’analisi spettrale mirata, in relazione, ad esempio, ai soli riferimenti normativi a
determinati articoli del codice civile, dovrò operare come segue.
Immaginiamo di voler scoprire quali sentenze sono state emesse dalla Cassazione nel corso del
Ottengo il seguente risultato:
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
Immaginiamo ora di cercare di sapere se nel 2006 la Cassazione ha
trattato la materia della garanzia
per vizi nella vendita.
Di grandissima utilità, specie quando la ricerca dà luogo ad un gran
numero di risultati, è poi l’analisi spettrale per le materie corrispondenti alle grandi voci o
alle piccole voci. Così, se voglio
effettuare un rapido
aggiornamento dell’ultima giurisprudenza, dopo aver selezionato l’archivio di riferimento
e il periodo di
tempo considerato (utilizzando il canale Estremi e parti – Data), potrò cliccare sul link Grande voce, o Piccola voce, nella
scheda Parole e Classificazione. Nel secondo caso otterrò un risultato più
dettagliato.
Es.
19. L’archivio
Merito e l’archivio Dottrina.
Le considerazioni sopra svolte in relazione all’archivio Civile valgono in buona misura anche
per l’archvio Merito, con l’unica precisazione che tale archivio è accessibile cliccando
sull’icona della ricerca multiarchivio e successivamente collocando la spunta
nella casella corrispondente all’archivio MERITO.
Da notizie raccolte presso il C.E.D. parrebbe che l’intenzione del
Centro sarebbe quella di eliminare
tale archivio, che in effetti non è più stato «alimentato» a partire dal 2004-2005. Ricordiamo
che i documenti in esame sono di due categorie:
Sarebbe comunque un vero peccato che, anche se l’archivio non
dovesse venire più arricchito da nuovi provvedimenti, andassero perduti i quasi centomila documenti
attualmente ivi esistenti online,
specie se si tiene conto del fatto che molte di quelle decisioni non sono reperibili altrove
e che, del resto, svariate questioni trattate da tali arresti non possono
formare oggetto di pronunzie di legittimità (si pensi, tanto per fare due esempi,
alle questioni di mero
fatto o ai provvedimenti in materia di c.d. volontaria giurisdizione).
Per l’archivio Merito occorrerà ricordare ancora una volta che
determinanti sono la data
ed il luogo in cui
si trova l’ufficio giudiziario che ha emesso la decisione. Così, se cerco la sentenza 18 aprile 1997 del Tribunale di Torino dovrò operare nel modo seguente:
Apertura archivio, che si effettua
cliccando sull’icona della ricerca multiarchivio e successivamente spuntando la
casella dell’archivio MERITO;
· Estremi e parti – Località: torino
· Data:18/04/1997
Nel caso dovessero risultare più pronunce, posso inserire altri
elementi differenziatori, quali, ad esempio:
oppure:
oppure:
Venendo all’archivio Dottrina potrà ricordarsi che lo stesso contiene in sé i vecchi archivi dottr e riv del sistema Italgiure
Find. I canali e le
opzioni di ricerca
sono, in buona sostanza, gli stessi
disponibili negli altri archivi, con alcune peculiarità.
Anche qui potrà dunque effettuarsi una ricerca per Parole – intero Testo (ricerca per dati lessicali),
con la possibilità di combinare i termini con gli operatori logici, o di
riferirli al solo titolo del contributo dottrinale, utilizzando vuoi lemmi, vuoi termini nella
loro identità, vuoi
concetti, nonché le
funzioni link o test, o ancora, i sintagmi.
Anche per quanto attiene ai Riferimenti Normativi valgono le stesse considerazioni svolte con
riguardo agli archivi giurisprudenziali
Peculiari all’archivio
Dottrina sono i canali della cartella Dati Bibliografici e in particolare i seguenti.
Autore
Indicare il nominativo dell’autore del documento. Per accedere al
vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.
Titolo periodico
Indicare il nome del periodico che contiene il documento da
individuare. Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso
nell’etichetta.
Editore
Indicare il nome dell’editore che pubblica la rivista contenente
il documento da individuare. Per accedere al vocabolario utilizzare il
collegamento racchiuso nell’etichetta;
PD
Nella cartella Estremi Sentenza, indicare un identificativo
numerico che distingue in modo univoco il documento che si sta cercando. Per
accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.
Sottoarchivio
Il canale sottoarchivio consente di scegliere, fra le opzioni
disponibili, la materia (civile, penale, costituzionale, ecc.) e il
sottoarchivio all’interno del quale individuare il documento (contributi
dottrinali, note a sentenza, ecc.); se non diversamente specificato le ricerche
vengono dirette verso tutte le materie e tutti i sottoarchivi. Per accedere al
vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta (sia in
relazione alla Materia che alla Tipologia).
Sottoarchivio
|
Si noti che il medesimo archivio Dottrina è consultabile
in versione demo
nel sito dell’ITTIG, alla pagina web seguente:
· http://nir.ittig.cnr.it/dogiswish/Index.htm.
Esso è inoltre consultabile in abbonamento presso il
sito INFOLEGES, alla pagina web seguente:
· http://www.infoleges.it/Dogi2005.
Sarà utile rammentare che un altro archivio online rilevante in materia di bibliografia è quello
della Associazione ESSPER,
alla pagina web seguente:
· http://www.biblio.liuc.it/scripts/essper/ricerca.asp.
Infine, una ricerca bibliografica per monografie può essere compiuta in tutti i siti delle
biblioteche, e in particolare in quello del Servizio
Bibliotecario Nazionale (SBN), il cui OPAC è disponibile alla pagina web seguente:
· http://opac.sbn.it/cgi-bin/IccuForm.pl?form=WebFrame.
20. L’archivio
Lexs.
L’archivio di legislazione statale presenta opzioni di ricerca
assai simili a quelli di
giurisprudenza, che possono essere sintetizzate come segue.
Nella cartella «Ricerca Sintetica»
· Parole
o
Intero
Testo
§ indicare una o più parole da cercare nel
corpo o nel titolo dei documenti che si vuole individuare.
§ In base alle impostazioni personali dichiarate
nelle Opzioni il sistema considererà le parole indicate come necessariamente
compresenti in qualunque posizione, o vicine entro un dato numero di termini ed
eventualmente nell’ordine in cui sono indicate.
§ Per accedere al vocabolario utilizzare il
collegamento racchiuso nell’etichetta.
o
solo
Titolo
§ contrassegnando questa casella di
controllo, si restringe la ricerca al solo campo del titolo (o titoletto a
seconda degli archivi).
o
lemma
§ attivando questo pulsante di opzione si
espande la ricerca sia al lemma dei termini inseriti che a tutte le forme
corrispondenti, ad esempio «famiglia»
espande a «famiglie» e «mantenendo» espande a «mantenere» e quindi «mantengo», «mantenessi», ecc.
§ Opzione predefinita, salvo diversa impostazione
delle Opzioni
§ Per accedere al vocabolario utilizzare il
collegamento racchiuso nell’etichetta.
o
identità
§ attivando questo pulsante di opzione non
si attivano espansioni automatiche alla ricerca verso forme o semi; in questo
modo entreranno a fare parte della frase di ricerca solo ed esclusivamente i
termini indicati dall’utente;
§ Per accedere al vocabolario utilizzare il
collegamento racchiuso nell’etichetta.
o
concetti
§ L’attivazione di questo pulsante di
opzione
§ permette di espandere la ricerca
effettuando un’analisi concettuale di quanto inserito nella casella di testo;
§ è necessario inserire una o più parole al
fine di consentire, da parte dell’applicazione, una interpretazione e quindi
l’individuazione dei concetti associati.
§ Per accedere al vocabolario utilizzare il
collegamento racchiuso nell’etichetta;
§ La ricerca mediante concetti restituisce i
100 documenti più pertinenti.
o
Termini
in Link
§ Permette di accedere ad un elenco
organizzato dei termini che più frequentemente sono stati utilizzati in AND
(compresenza dei termini sullo stesso documento) con il termine inserito nella
casella di testo;
§ come da un vocabolario lessicale si potrà
contrassegnare uno o più parole e riportarle nella pagina di ricerca;
§ Per accedere al vocabolario utilizzare il
collegamento racchiuso nell’etichetta.
o
Termini
in Test
§ Permette di accedere ad un elenco
organizzato dei termini che più frequentemente sono stati utilizzati in OR
(presenza di almeno uno dei termini sullo stesso documento) con il termine
inserito nella casella di testo;
§ come da un vocabolario lessicale si potrà
contrassegnare uno o più parole e riportarle nella pagina di ricerca;
§ Per accedere al vocabolario utilizzare il
collegamento racchiuso nell’etichetta.
o
scelta
contesto
§ L’utilizzo di questa casella di riepilogo
permette di porre una limitazione all’area entro cui eseguire il filtro imposto
dalla frase di ricerca.
· Provvedimento o riferimento
· Estremi
§ indicare gli estremi di riferimento per
l’individuazione della norma o sentenza da individuare;
§ In questa casella di testo è implementato
l’uso del Linguaggio Naturale; è possibile digitare una frase di senso
compiuto: sarà il server a tradurla in una forma idonea per la ricerca.
· Provvedimento
§ impostando questa opzione e compilando la
casella di testo Estremi; i dati inseriti saranno ricercati fra gli
estremi identificativi del documenti; in caso contrario, fra i riferimenti verso
ad altri documenti,
§ Per accedere al vocabolario utilizzare il
collegamento racchiuso nell’etichetta.
· Riferimenti
§ impostando questa opzione e compilando la
casella di testo Estremi; i dati inseriti saranno ricercati fra i
riferimenti verso ad altri documenti; in caso contrario, fra gli estremi
identificativi del documenti;
§ Per accedere al vocabolario utilizzare il
collegamento racchiuso nell’etichetta.
Nella cartella «Parole e Classificazione»
· Parole
· intero Testo
o
indicare
una o più parole da cercare nel corpo o nel titolo dei documenti che si vuole
individuare;
o
In
base alle impostazioni personali dichiarate nelle Opzioni il sistema considererà
le parole indicate come necessariamente compresenti in qualunque posizione, o
vicine entro un dato numero di termini ed eventualmente nell’ordine in cui sono
indicate;
o
Per
accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.
· solo Titolo
o
restringe
la ricerca al solo campo del titolo (o titoletto a seconda degli archivi).
· lemma
o
attivando
questo pulsante di opzione si espande la
ricerca sia al lemma dei termini inseriti che a tutte le forme corrispondenti,
ad esempio «famiglia» espande a
«famiglie» e «mantenendo» espande a «mantenere» e quindi «mantengo», «mantenetti», ecc.;
o
Trattasi
di opzione predefinita, salvo diversa impostazione delle Opzioni;
o
Per
accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.
· identità
o
attivando
questo pulsante di opzione non si attivano espansioni automatiche alla ricerca
verso forme o semi; in questo modo entreranno a fare parte della frase di
ricerca solo ed esclusivamente i termini indicati dall’utente;
o
Per
accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.
· concetti
o
L’attivazione
di questo pulsante di opzione permette di espandere la ricerca effettuando
un’analisi concettuale di quanto inserito nella casella di testo;
o
è
necessario inserire una o più parole al fine di consentire, da parte
dell’applicazione, una interpretazione e quindi l’individuazione dei concetti
associati.
o
Per
accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta;
o
La
ricerca mediante concetti restituisce i 100 documenti più pertinenti.
· semi
o
L’attivazione
di questo pulsante di opzione estende la ricerca ai termini indicati ed ai loro
semi.
o
Per
accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.
· Termini in Link,
Test e Sin (cfr. supra, con riferimento alla ricerca
negli archivi giurisprudenziali).
· Classificazione
· Civile
o
prelevare
dal thesaurus di classificazione, o
dal vocabolario lessicale oppure digitare da tastiera i termini da individuare
nel documento che si sta cercando.
· Ecologia
o
prelevare
dal thesauro di classificazione, o dal vocabolario lessicale oppure digitare da
tastiera i termini da individuare nel documento che si sta cercando.
· Penale
o
prelevare
dal thesaurus di classificazione, o
dal vocabolario lessicale oppure digitare da tastiera i termini da individuare
nel documento che si sta cercando.
· Materia
o
indicare
in questa casella di testo i termini che identificano la materia trattata nei
documenti che si intende individuare;
o
Per
accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta;
o
(I canali di ricerca «Materia» e «Autorità»
degli archivi legislativi sono compilati a partire dal 01/01/1991).
Nella cartella «Estremi e Pubblicazione»
· Estremi
· Estremi
o
Indicare
uno o più estremi identificativi di provvedimenti legislativi, quali ad esempio
la sigla che ne contraddistingue la provenienza, oppure accedere al relativo
vocabolario lessicale per individuare uno o più elementi, spuntare la relativa
casella di spunta e utilizzare l’apposito pulsante per riportarli in questa
casella di testo.
o
In questa
casella di testo è implementato l’uso del Linguaggio Naturale; è possibile
digitare una frase di senso compiuto: sarà il server a tradurla in una forma
idonea per la ricerca.
o
Per
accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.
· Genere
o
Permette
di indicare la tipologia del provvedimento legislativo in base ad una sigla
rappresentativa.
o
E’
permesso l’uso dei caratteri jolly
(«*» e «?», cioè troncamento e mascheramento).
o
Per
accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.
· Specie
o
Insieme
a Genere, questo campo classifica i provvedimenti legislativi.
o
Digitare
la specie, oppure riportarla dal vocabolario lessicale per individuare i
documenti sui quali compare questo valore
o
Per
accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.
· Data
o
Indicare
la data di emissione del provvedimento legislativo;
o
Formato
data previsto gg/mm/aaaa;
o
Separatori
consentiti: ‘/’ (barra),’.’ (punto),’-’ (trattino);
o
Se si
fa uso del vocabolario lessicale, riportando i valori selezionati nella
maschera di ricerca si noterà che il formato riportato è diverso da quanto
sopra descritto.
o
Il
formato data proprietario del motore di ricerca è espresso nella forma aaaammgg,
senza separatori.
o
I
formati diversi saranno convertiti dal motore di ricerca all’atto
dell’interpretazione della frase.
o
Per
accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.
· Autorità
o
Indicare
l’autorità competente che ha emesso il provvedimento legislativo da
individuare.
o
Per
accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta;
o
(I canali di ricerca «Materia» e «Autorità»
degli archivi legislativi sono compilati a partire dal 01/01/1991).
· Anno
o
Indicare
l’anno di emissione del provvedimento legislativo che s’intende rintracciare.
o
Formato
anno previsto aaaa;
o
Per
identificare un intervallo di valori entro il quale costringere la ricerca,
utilizzare l’icona a destra della casella di testo: si apre una piccola
finestra di dialogo che permette di definire gli estremi dell’intervallo.
o
Per
accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.
· Numero
o
Rappresenta
il numero del provvedimento legislativo da individuare.
o
La
forma con cui questo valore viene interpretato dal motore di ricerca >è di 4
cifre; in caso di valori inferiori a 1000, saranno convertiti automaticamente
anteponendo tanti zeri quanti occorrono per ottenere il suddetto formato.
o
Per
identificare un intervallo di valori entro il quale costringere la ricerca,
utilizzare l’icona a destra della casella di testo: si apre una piccola
finestra di dialogo che permette di definire gli estremi dell’intervallo.
o
Per
accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.
· Articolo
o
Indicare
in questo campo il numero dell’:articolo del provvedimento legislativo che si
sta cercando.
o
Il
formato richiesto è rappresentato da quattro cifre, uno spazio ed altre due
cifre.
o
Quando
la casella di testo perde il fuoco (mediante la pressione del tasto TAB o il
click del mouse in un’altra area della pagina) l’applicazione provvede a
formattare il contenuto del campo nella modalità prevista.
o
Lo
stesso avviene riportando il/i valori dal vocabolario lessicale.
o
Per
identificare un intervallo di valori entro il quale costringere la ricerca,
utilizzare l’icona a destra della casella di testo: si apre una piccola
finestra di dialogo che permette di definire gli estremi dell’intervallo.
o
Per
accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.
· Allegato
o
Indicare
la sigla letterale che identifica l’allegato che è annesso al procedimento
legislativo da rintracciare.
o
Per
accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.
· Comma
o
Indicare
il comma di riferimento dell’articolo del provvedimento legislativo che si sta
cercando.
o
Il
comma è rappresentato dal paragrafo che suddivide l’articolo del provvedimento
in periodi.
o
Il
comma è rappresentato da un valore numerico che può contenere dei punti di
separazione che ne identificano la gerarchia di appartenenza, oppure, quando
trattasi di comma che riguarda modifiche o aggiunte al provvedimento
legislativo, da un trattino di separazione seguito dalla numerazione espressa
latina in lettera che rappresenta la sequenzialità delle modifiche eseguite sul
comma originario del procedimento.
o
Per
accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.
· Lettera
o
Si
tratta di una suddivisione dei commi di un articolo di un provvedimento legislativo.
o
Utilizzato
quando si rende necessario espandere un comma.
o
Indicare
la lettera dell’alfabeto che espande il comma a cui appartiene il provvedimento
che si sta cercando.
o
Per
accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.
· PD
o
Indicare
la Posizione Documento (detta anche Indice meccanografico) che rappresenta un
codice numerico di localizzazione.
o
Per
identificare un intervallo di valori entro il quale costringere la ricerca,
utilizzare l’icona a destra della casella di testo: si apre una piccola
finestra di dialogo che permette di definire gli estremi dell’intervallo.
o
Per
accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.
· Gazzetta Ufficiale
· Numero
o
indicare
il numero della Gazzetta Ufficiale nella quale è stata pubblicata la norma che
si sta cercando;
o
Per
accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.
· Anno
o
indicare
l’anno in cui è stata pubblicata la norma che si sta cercando;
o
Formato
anno previsto aaaa;
o
Per
accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.
· Data
o
Indicare
la data di pubblicazione;
o
Formato
data previsto gg/mm/aaaa;
o
Separatori
consentiti: ‘/’ (barra),’.’ (punto),’-’ (trattino);
o
Per
accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.
Nella cartella «Riferimenti Normativi»
· Riferimenti Normativi
· Estremi con qualifica
o
permette
di referenziare un documento normativo noto tramite gli estremi standard di Italgiure Web quali:
§ LS 1996 12 31 0675 PV
§ CC 0155
o
Cliccando
sull’etichetta si ottiene il vocabolario di valori standard.
o
In
questa casella di testo è implementato l’uso del Linguaggio Naturale; è
possibile digitare una frase di senso compiuto: sarà il server a tradurla in
una forma idonea per la ricerca.
o
Per
accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.
· Estremi senza qualifica
o
come
per estremi con qualifica ma senza indicare la sigla di qualifica; Indicare
gli estremi di identificazione di una norma o sentenza in questa casella di
testo significa individuare i documenti nei quali i riferimenti referenziano
solo le norme rispondenti alla qualifica (ed agli estremi) indicata.
o
Non
porre la sigla di qualifica significa ampliare la selezione a tutti i documenti
che referenziano quegli estremi indipendentemente dalla presenza o assenza o
valore della sigla di qualifica.
o
In
altre parole neò secondo caso è certamente compreso il primo, ma il primo è
certamente più performante in quanto consente di raffinare maggiormente la
selezione dei documenti individuati.
o
Per
accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.
Esempio:
Esempio di ricerca di estremi di
riferimenti con o senza qualifica |
Legislazione Statale - Riferimenti Normativi - Ricerca da
Estremi con qualifica |
Frase: (rif.estremi=CC
0002 00 MD) Cioè cerco
la legge che ha modificato l’art. 2 c.c. |
Esito: 1 documenti |
"LEGGE 8 MARZO 1975, n. 39" nella quale compare
"MD CC art. 2" |
Legislazione Statale - Riferimenti Normativi - Ricerca da
Estremi senza qualifica |
Frase: (rif.estremi=CC
0002 00) |
Esito: 2 documenti |
"LEGGE 8 MARZO 1975, n. 39" nella quale compare
"MD CC art. 2" un riferimento, cioè, alla modifica operata all’art.
2 c.c. |
"DECRETO 13 GIUGNO 1994, n. 495" in cui compare un
riferimento "PV CC art. 2...". |
· Genere
o
Permette
di indicare la tipologia del provvedimento legislativo in base ad una sigla
rappresentativa.
o
E’
permesso l’uso dei caratteri jolly
(cioè *, vale dire troncamento, e ?, vale a dire mascheramento).
o
Il vocabolario
lessicale permette di scorrere e/o selezionare uno o più elementi da riportare
nella frase di ricerca.
o
Per
accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.
· Qualifica
o
Indicare
la tipologia del provvedimento legislativo, che specifica la motivazione che ha
generato il provvedimento.
o
Selezionare
uno degli elementi presenti nella casella di riepilogo oppure accedere al
vocabolario lessicale;
o
Per
filtrare la ricerca a più di un elemento utilizzare l’area di testo nella quale
compare la ricerca in sintassi.
o
Per
accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.
· Anno
o
Indicare
l’anno di emissione del provvedimento legislativo che s’intende rintracciare.
o
Per
individuare i documenti di uno o più determinati anni è possibile utilizzare il
vocabolario lessicale;
o
Formato
anno previsto aaaa;
o
Per
identificare un intervallo di valori entro il quale costringere la ricerca,
utilizzare l’icona a destra della casella di testo: si apre una piccola
finestra di dialogo che permette di definire gli estremi dell’intervallo.
o
Per
accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.
· Numero
o
Rappresenta
il numero del provvedimento legislativo da individuare.
o
La
forma con cui questo valore viene interpretato dal motore di ricerca >è di 4
cifre; in caso di valori inferiori a 1000, saranno convertiti automaticamente
anteponendo tanti zeri quanti occorrono per ottenere il suddetto formato.
o
Accedere
al vocabolario lessicale del campo, tramite il quale è possibile individuare
uno o più valori che saranno posti in relazione di OR l’un l’altro (almeno uno
dei valori indicati deve apparire sul singolo documento estratto dalla ricerca)
o
Per
identificare un intervallo di valori entro il quale costringere la ricerca,
utilizzare l’icona a destra della casella di testo: si apre una piccola
finestra di dialogo che permette di definire gli estremi dell’intervallo.
o
Per
accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.
· Articolo
o
Indicare
in questo campo il numero dell’:articolo del provvedimento legislativo che si
sta cercando.
o
Il
formato richiesto è rappresentato da quattro cifre, uno spazio ed altre due
cifre.
o
Quando
la casella di testo perde il fuoco (mediante la pressione del tasto TAB o il
click del mouse in un’altra area della pagina) l’applicazione provvede a
formattare il contenuto del campo nella modalità prevista.
o
Lo
stesso avviene riportando il/i valori dal vocabolario lessicale.
o
Per
identificare un intervallo di valori entro il quale costringere la ricerca,
utilizzare l’icona a destra della casella di testo: si apre una piccola
finestra di dialogo che permette di definire gli estremi dell’intervallo.
o
Per
accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.
· Allegato
o
Indicare
la sigla letterale che identifica l’allegato che è annesso al procedimento
legislativo da rintracciare.
o
Per
accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.
· Data
o
Indicare
la data di emissione del provvedimento legislativo;
o
Formato
data previsto gg/mm/aaaa;
o
Separatori
consentiti: ‘/’ (barra),’.’ (punto),’-’ (trattino);
o
Se si
fa uso del vocabolario lessicale, riportando i valori selezionati nella
maschera di ricerca si noterà che il formato riportato è diverso da quanto
sopra descritto.
o
Il
formato data proprietario del motore di ricerca è espresso nella forma aaaammgg,
senza separatori.
o
I
formati diversi saranno convertiti dal motore di ricerca all’atto
dell’interpretazione della frase.
o
Per
accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.
Da tenere presente che, tra i vari siti web
disponibili in materia legislativa, il sito Normattiva diffonde l’archivio LEXS online
gratuitamente (e non solo questo), al seguente indirizzo:
21. La giurisprudenza costituzionale.
Per la giurisprudenza costituzionale
esistono tre archivi
nel sistema del C.E.D.: Costpend,
Costms e Costsn. Ogni ricerca dovrà sempre
partire dall’archivio Costms, per poi essere estesa a a Costsn (per le
motivazioni dei provvedimenti della Consulta) o, eventualmente, a Costpend (per
le questioni pendenti).
Le schede e i canali di ricerca sono in tutto e per
tutto simili a
quelli degli archivi di giurisprudenza,
con alcune peculiarità, peraltro, che sono legate al fatto che la Corte
costituzionale è l’unico giudice a pronunziarsi non già su fattispecie, ma su
leggi. Essa, quindi, utilizza
disposizioni di livello costituzionale (ma talora anche una legge
ordinaria, quale tertium comparationis)
quale parametro, riferimento normativo,
per giudicare della costituzionalità di leggi ordinarie. Fondamentale è quindi
la distinzione tra
legge
oggetto della questione di
legittimità e
parametri
normativi impiegati per decidere
della questione di costituzionalità.
Per questo compare un’apposita cartella costituita dalla Norma oggetto del giudizio.
All’interno di essa, nel canale Estremi si potrà inserire, con linguaggio
naturale, la norma sulla cui costituzionalità voglio avere informazioni.
Es.:
·
Apertura
archivio Costms
· Norma oggetto del giudizio – Estremi: legge 898 del 1970 art. 9
oppure:
· Norma oggetto del giudizio – Estremi: legge 392 del 1978 art. 6
Se poi voglio sapere quale tipo di decisioni sono state emesse al
riguardo (e se vi sono questioni pendenti) dovrò operare come segue:
·
Nella
cartella: Estremi e Autorità rimettente, cliccare sul link: Dispositivo
Se la mia curiosità è invece diversa e voglio sapere ad esempio se e quali decisioni e/o questioni sono state fondate sull’art. 3 Cost., potrò procedere
come segue:
·
Apertura
archivio Costms
·
Parametri
costituzionali – Estremi: art.
3 Cost.
Si tenga poi presente che esistono due siti web dedicati alla Corte costituzionale italiana,
di uguale interesse, perché contengono la giurisprudenza completa della Corte,
oltre ad altri documenti di interesse per il cultore di diritto costituzionale:
· http://www.cortecostituzionale.it sito ufficiale della Consulta)